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Trump vuole rivedere e tagliare il budget del Pentagono

L’amministrazione Trump ha ordinato ai vertici delle Forze armate di “preparare piani” per organizzare un taglio dell'8% della spesa per il settore della difesa. Secondo il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, i tagli faranno risparmiare un totale di circa 50 miliardi di dollari, che saranno poi allocati in programmi allineati alle priorità del presidente Trump.

Cura dimagrante in vista per il budget della difesa del Pentagono.

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth ha ordinato una revisione del bilancio del dipartimento per il 2026 in modo da riassegnare 50 miliardi di dollari di fondi, che saranno poi allocati per programmi allineati alle priorità del presidente Trump. Lo ha annunciato mercoledì il Pentagono, in seguito ai rapporti stampa secondo cui l’amministrazione Trump avrebbe ordinato tagli profondi e pluriennali alla spesa militare.

Hegseth ha ordinato ai dirigenti senior del Dipartimento della Difesa di pianificare tagli che potrebbero ridurre il bilancio del dipartimento dell’8% all’anno, ovvero circa 290 miliardi di dollari entro i prossimi cinque anni, secondo il Washington Post.

La misura rischia di incontrare opposizione al Congresso, che per il 2025 ha approvato un budget da 850 miliardi di dollari ritenuto necessario per modernizzare le capacità militari statunitensi alla luce della minaccia rappresentata da Cina e Russia, segnala Reuters.

La revisione potrebbe e avanti gli obiettivi di investire di più nell’Asia-Pacifico e dare priorità alla sicurezza del confine degli Stati Uniti con il Messico. Tuttavia, il tentativo di annullare i programmi di difesa potrebbe innescare una resistenza da parte dei legislatori per difendere la spesa nei loro distretti elettorali, un fatto di cui i contractor della difesa sono ben consapevoli, aggiunge Reuters.

Inoltre, al momento non è chiaro come lo sforzo si adatterà ad altre iniziative di risparmio sui costi guidate dai team del dipartimento per l’Efficienza del governo (Doge) di Elon Musk, che hanno iniziato a lavorare dal Pentagono.

Tutti i dettagli.

RIDUZIONE DEL BUDGET DELLA DIFESA IN VISTA PER IL PENTAGONO

Ieri il Pentagono ha dichiarato di aver ordinato ai vertici militari di stilare un elenco di potenziali tagli per un totale di circa 50 miliardi di dollari dal prossimo bilancio per l’anno fiscale 2026 da reindirizzare alle priorità del presidente Donald Trump per la difesa nazionale.

Il bilancio del Pentagono si avvicina a 1 trilione di dollari all’anno. A dicembre, l’allora presidente Joe Biden ha firmato una legge che autorizza 895 miliardi di dollari di spese per la difesa per l’anno fiscale che termina il 30 settembre.

Robert Salesses, che svolge le funzioni di vicesegretario alla Difesa, ha affermato che l’esercito avrebbe elaborato un elenco di potenziali risparmi dopo aver esaminato il bilancio redatto dalla precedente amministrazione del presidente Joe Biden. “Gli offset sono mirati all’8% del bilancio dell’amministrazione Biden per l’anno fiscale 2026, per un totale di circa 50 miliardi di dollari, che saranno poi spesi in programmi in linea con le priorità del presidente Trump”, ha dichiarato Salesses.

Nella nota del Pentagono si sottolinea infatti che le priorità del mandato di Trump sono la sicurezza dei confini, la fine dei programmi di diversità, equità e inclusione (DEI) e la costruzione dello scudo di difesa missilistico Iron Dome.

LA STILETATTA ALL’AMMINISTRAZIONE BIDEN

“L’indicazione del presidente Trump per il dipartimento della Difesa è chiara: raggiungere la pace attraverso la forza: il tempo dei preparativi è finito, e ora dobbiamo agire urgentemente per ravvivare lo spirito del guerriero, ricostruire le Forze armate e ristabilire le nostre capacità di deterrenza”, esordisce così la nota del Pentagono.

“Attraverso i nostri bilanci, il Dipartimento della Difesa fornirà nuovamente risorse per la guerra e cesserà le spese inutili che hanno fatto arretrare il nostro esercito sotto la precedente amministrazione, anche attraverso i cosiddetti “cambiamenti climatici” e altri programmi woke, nonché un’eccessiva burocrazia”, ​​ha aggiunto il vicesegretario alla Difesa.

LE OPERAZIONI ESCUSE DAI TAGLI

Dopo la pubblicazione della dichiarazione, Breaking Defense ha visionato una parte del promemoria di Hegseth, che elenca 17 “categorie” da escludere dal provvedimento: tra queste ci sono le operazioni al confine con il Messico, la modernizzazione della difesa missilistica e degli armamenti nucleari e l’acquisizione di droni d’assalto e altre munizioni.

La comunicazione chiede inoltre “continuo sostegno” nei confronti di diversi comandi militari, tra cui il Comando per l’Indo-Pacifico, il Comando settentrionale (Northcom) e il Comando per lo spazio.

Non risultano citati, invece, il Comando europeo, che ha un ruolo importante nella pianificazione della strategia statunitense relativamente alla guerra in Ucraina; il Comando centrale (Centcom), che guida le operazioni in Medio Oriente; e il Comando per l’Africa (Africom).

Non è chiaro se la decisione di non esentare il supporto per Eucom, Africom, Centcom o Southcom sia un segnale che quelle regioni potrebbero essere minimizzate come priorità, osserva Breaking Defense.

NEL MIRINO I PROGRAMMI DELL’ERA BIDEN?

Inoltre, la revisione del bilancio prende di mira i programmi dell’era Biden, secondo Reuters.

Tra questi potrebbe rientrare anche l’F-35 Jsf, prodotto da Lockheed Martin, il cacciabombardiere più avanzato in dotazione alle forze armate statunitensi. Oltre a essere uno dei più avanzati, il velivolo è anche uno dei più costosi (circa 80 milioni di dollari a esemplare). E a fine novembre ad attaccare il programma Jsf del Pentagono ci ha pensato l’uomo più ricco del mondo, nonché consigliere del presidente eletto Donald Trump sull’efficienza del governo. Il patron di Tesla e SpaceX, un importante appaltatore della difesa statunitense, Elon Musk ha criticato infatti il programma F-35 del Pentagono in due post sui social media. Ha scritto su X che “Alcuni sistemi d’arma statunitensi sono buoni, anche se troppo cari, ma per favore, in nome di tutto ciò che è sacro, fermiamo il peggior rapporto qualità-prezzo militare della storia, ovvero il programma F-35!”

LICENZIAMENTI IN VISTA DI GENERALI E AMMIRAGLI

Infine, secondo alcuni rapporti stampa Hegseth si prepara anche a licenziare diversi generali e ammiragli.

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti sarebbe intenzionato a licenziare una serie di generali e ammiragli a partire da questa settimana. Lo hanno detto diversi funzionari anonimi all’emittente Nbc News, aggiungendo che la leadership del Pentagono avrebbe inviato una lista di generali e altri ufficiali che potrebbero essere licenziati ai deputati e ai senatori repubblicani al Congresso.

Secondo i funzionari, la maggior parte degli ufficiali inclusi nell’elenco sarebbero vicini all’ex segretario Lloyd Austin, avrebbero lavorato nella promozione di iniziative per diversità e inclusione o avrebbero espresso opinioni disallineate all’agenda di Trump.

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