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esa razzi europei

Non solo Ariane e Vega, l’Esa a caccia di un nuovo lanciatore europeo

L'Agenzia spaziale europea (Esa) ha dato il via alla European Launcher Challenge: un concorso per "lanciare" i nuovi razzi commerciali europei. Da MaiaSpace a The Exploration Company, fino alla spagnola Pld Space e alla tedesca Isar, ecco tutte le aziende che potrebbero rispondere alla chiamata dell'Esa

L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha ufficialmente dato il via a un concorso per supportare i nuovi razzi europei.

Lo scorso 24 marzo l’Esa ha pubblicato formalmente un invito a presentare proposte per la European Launcher Challenge, una gara d’appalto competitiva in due fasi per aumentare l’accesso dell’Europa allo spazio e la competitività nel settore.

Il concorso offrirà contratti per due componenti. La componente A riguarda la fornitura di “servizi di lancio per Esa e altri clienti istituzionali europei da eseguire nel periodo 2026-2030”. La componente B invece è per la “dimostrazione di potenziamento della capacità del servizio di lancio, inclusa almeno una dimostrazione di volo della capacità del servizio di lancio potenziata pianificata per essere eseguita entro il 2028”.

Le proposte devono essere presentate entro il 5 maggio, con un massimo di 169 milioni di euro disponibili per ogni veicolo selezionato.

Tutti i dettagli.

LA EUROPEAN LAUNCHER CHALLENGE DECISA NELLA MINISTERIALE ESA 2023

Come spiega l’Esa, l’European Launcher Challenge è stata annunciata a Siviglia, in Spagna, nel novembre 2023. Questa iniziativa è stata il risultato della decisione del Consiglio dell’Esa di preparare il futuro del trasporto spaziale europeo promuovendo una maggiore scelta per l’accesso europeo allo spazio, per aumentare la competitività dei servizi di lancio europei, offrendo anche lanci garantiti per i razzi europei Ariane 6 e Vega C.

Gli Stati membri dell’Esa decideranno i parametri esatti della Challenge e i relativi finanziamenti alla ministeriale del prossimo novembre 2025.

ALTERNATIVE AL PRINCIPIO DEL “RITORNO GEOGRAFICO”

Lo scorso dicembre i funzionari dell’Esa hanno dichiarato che avrebbero utilizzato la competizione per testare alternative alle rigide politiche di “georeturn”, il cosiddetto ritorno geografico, in cui agli stati membri sono garantiti contratti con aziende con sede nei loro paesi in proporzione al contributo che tali stati membri forniscono a tali programmi. Invece, secondo l’approccio del “giusto contributo”, l’Esa selezionerà le aziende idonee e poi cercherà finanziamenti alla conferenza ministeriale dell’agenzia a novembre, dove i membri dell’Esa decideranno quali programmi finanziare e a quali livelli, ricorda Spacenews.

LA TABELLA DI MARCIA

“Quindi avremo un bouquet di aziende idonee e avvieremo un dialogo con gli stati membri”, ha affermato Toni Tolker-Nielsen, direttore dei trasporti spaziali dell’Esa, in un briefing del 20 marzo in una riunione del Consiglio dell’Esa, ripreso da Spacenews. “Prepareremo, sulla base di queste proposte, chi sarà iscritto al Consiglio ministeriale 2025”. Non è chiaro se l’Esa avrebbe rivelato chi fossero le società di lancio idonee prima della conferenza ministeriale.

Durante una sessione della European Space Conference a gennaio, sempre Tolker-Nielsen ha affermato che si aspettava che l’Esa selezionasse due o tre società per la sfida. Le società selezionate dovranno aumentare i finanziamenti dell’Esa con le proprie risorse “nello stesso ordine di grandezza”, ha affermato.

MAIASPACE, THE EXPLORATION COMPANY E ORBEX TRA LE AZIENDE IN CORSA

Al momento della conferenza, sei società europee (HyImpulse, Latitude, MaiaSpace, Orbex, Rocket Factory Augsburg e The Exploration Company) hanno firmato una lettera in cui delineavano le loro priorità per l’European Launcher Challenge, rileva ancora Spacenews. Hanno chiesto “finanziamenti sostanziali” di almeno 150 milioni di euro per società, nonché l’accesso alle rampe di lancio presso lo spazioporto europeo nella Guyana francese e “contratti di tipo di servizio” per i lanci.

Per esempio The Exploration Company è la società franco-tedesca che sta lavorando a un contratto dell’Esa per costruire una capsula destinata al trasporto nello spazio riutilizzabile afferma di aver chiuso un round di finanziamenti da 160 milioni di dollari.

Un’altra società di lancio europea che non ha firmato la lettera è la spagnola PLD Space. Dopo il successo del volo suborbitale del suo razzo Miura-1 nel 2023, Pld sta ora lavorando al suo lanciatore orbitale completo Miura-5, che testerà nel 2026.

IL CASO DI ISAR AEROSPACE

Infine, un’altra azienda aerospaziale che potrebbe rispondere alla chiamata dell’Esa è la tedesca Isar Aerospace, reduce dal test di Spectrum, primo razzo orbitale europeo, ovvero veicolo di lancio in grado di posizionare un carico utile, come un satellite, dentro o oltre l’orbita terrestre.

Lo scorso 30 marzo Spectrum, decollato con successo dallo spazioporto di Andøya in Norvegia (nella foto), nell’Artico, si è schiantato sulla Terra, dopo un volo durato solo pochi secondi, ma secondo Isar Aerospace non si tratta di un fallimento, anzi. Il Ceo e co-fondatore Daniel Metzler ha affermato: “Il nostro primo volo di prova ha soddisfatto tutte le nostre aspettative, ottenendo un grande successo. Abbiamo avuto un decollo pulito, 30 secondi di volo e siamo persino riusciti a provare il nostro Flight Termination System”.

“Con questo volo di prova, siamo stati in grado di raccogliere con successo dati ed esperienze preziosi per le missioni future. Grazie alle rigide procedure di sicurezza sia di Isar Aerospace che dello spazioporto di Andøya, tutto il personale è rimasto al sicuro in ogni momento. Con Spectrum #2 e #3 già in produzione, Isar Aerospace si sta preparando per il suo prossimo lancio!” ha aggiunto Metzler.

Era il primo lancio orbitale commerciale dalla terraferma europea.

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