Non solo l’europea OneWeb o l’americano Project Kuiper di Amazon, per la rete Internet satellitare Starlink di SpaceX la concorrenza si intensifica anche dalla Cina con l’operatore satellitare sostenuto dallo stato cinese SpaceSail.
L’operatore cinese di megacostellazione in orbita terrestre bassa Spacesail ha iniziato a stabilire la sua presenza nei mercati internazionali, firmando prima un accordo per entrare in Brasile e avviando poi le operazioni in Kazakistan, con l’intenzione di espandersi in oltre 30 paesi, riferisce Reuters.
Lo scorso 7 febbraio l’azienda con sede a Shanghai ha firmato un accordo con Measat per espandere la sua presenza nel sud-est asiatico, riportava Spacenews.
Con Starlink, SpaceX ha superato i rivali sviluppando una costellazione di satelliti anche se la società di Elon Musk non è l’unica nel settore.
Starlink fornisce Internet a banda larga attraverso la sua rete di circa 7.000 satelliti SpaceX, è operativa in oltre 100 paesi e punta a un totale di 42.000 entro il 2030. Dal 2020, Starlink ha lanciato più satelliti in orbita terrestre bassa (Leo), ovvero a un’altitudine inferiore ai 2.000 km, di tutti i suoi concorrenti messi insieme, ricorda Reuters.
Ma Pechino intende recuperare il terreno: sta quindi investendo molto anche nella ricerca militare per tracciare le costellazioni satellitari, percependo il predominio di Musk nello spazio come una minaccia. Attualmente la Cina ha 1.059 satelliti in orbita, 492 dei quali sono satelliti commerciali, secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua.
Le aziende private e statali cinesi, compresi i produttori di armi, hanno iniziato a lanciare decine di satelliti Leo, promettendo di raggiungere Starlink creando mega-costellazioni di migliaia di satelliti ciascuna.
Tutti i dettagli.
IL PROGETTO DELLA CINESE SPACESAIL
L’operatore satellitare cinese in orbita terrestre bassa (Leo) Shanghai Spacesail Technologies Co. Ltd. (Spacesail) ha affermato che mira a fornire Internet affidabile a più utenti, in particolare quelli nelle aree remote e durante il recupero da emergenze e disastri naturali.
Spacesail ha lanciato finora 72 satelliti e punta a fornire servizi Internet a banda larga satellitare a bassa latenza in tutto il mondo con una costellazione di oltre 14.000 satelliti.
L’azienda controllata dal governo municipale di Shanghai prevede di distribuire 648 satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) quest’anno, con l’ambizione di lanciarne fino a 15.000 entro il 2030. Ciò formerebbe la costellazione Qianfan, o “Mille Vele”, la prima spinta internazionale della Cina verso la banda larga satellitare.
I ricercatori hanno anche descritto Qianfan come una parte cruciale della componente spaziale della Belt and Road Initiative cinese, segnala Reuters.
LA CINA CERCA DI RECUPERARE IL DOMINIO DI STARLINK
Ma Qianfan non è l’unica megacostellazione cinese pianificata, con il lancio dei primi satelliti del progetto nazionale Guowang lo scorso dicembre.
I piani della Cina sono estremamente ambiziosi, con Pechino che punta al lancio di 43.000 satelliti Leo nei prossimi decenni. Pechino sta investendo infatti risorse per colmare il divario tecnologico, pubblicando 2.449 brevetti correlati a Leo nel 2023, rispetto ai soli 162 del 2019, la corsa alla supremazia nell’ultima frontiera è destinata a intensificarsi.
Secondo i dati dell’astrofisico Jonathan McDowell analizzati dalla società di consulenza tecnologica Analysys Mason, ripresi da Reuters, lo scorso anno la Cina ha lanciato un numero record di 263 satelliti Leo, come si può vedere nel grafico di seguito.

@Reuters
LA RINCORSA DELL’INDUSTRIA CINESE
Nel frattempo, SpaceSail si è assicurata 6,7 miliardi di yuan (930 milioni di dollari) di finanziamenti l’anno scorso, guidati da un fondo di investimento di proprietà statale finalizzato a migliorare le capacità produttive della Cina. A fine dicembre Genesat, una sussidiaria di Spacesai per la produzione di satelliti, ha ottenuto 137 milioni di dollari di finanziamenti. Non solo, Hongqing Technology, un altro attore cinese che sta sviluppando una costellazione di 10.000 satelliti, ha raccolto 340 milioni di yuan (47 milioni di dollari) questo mese da investitori per lo più affiliati allo Stato.
LA CONCORRENZA IN BRASILE
Intanto, come accennato all’inizio, è in Brasile che si anima la concorrenza tra gli operatori satellitari.
Lo scorso novembre la società cinese di satelliti in orbita terrestre bassa SpaceSail ha firmato un accordo per entrare nel mercato brasiliano, durante la visita di stato del presidente cinese Xi Jinping a Brasilia. In quell’occasione SpaceSail ha firmato un memorandum con la società di telecomunicazioni statale brasiliana Telebras per fornire comunicazioni satellitari e servizi Internet a banda larga al paese latinoamericano.
“I servizi di comunicazione satellitare forniti da SpaceSail per il Brasile saranno realizzati sulla base della costellazione Thousand Sails, una gigantesca costellazione satellitare a bassa orbita che adotta un design multistrato, multiorbita e a banda di frequenza completa”, aveva spiegato SpaceSail in una dichiarazione.
Il Brasile sta anche negoziando con Project Kuiper e la canadese Telesat per servizi Internet satellitari ad alta velocità, secondo il rapporto di Reuters. Questa diversificazione riflette la crescente domanda di mercato per Internet ad alta velocità nelle aree remote e durante i disastri naturali.