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Ecco come la Difesa tedesca apre a Rheinmetall, Deutsche Bahn e Lufthansa

La Bundeswehr avvia una rivoluzione strategica integrando sistematicamente il settore privato nei piani di difesa nazionale, trasformando la Germania in hub logistico Nato con accordi milionari con Rheinmetall, Deutsche Bahn e Lufthansa. Fatti, approfondimenti e nodi legali

Di fronte alle crescenti tensioni geopolitiche e all’evoluzione del panorama della sicurezza internazionale, la Bundeswehr sta compiendo un passo strategico fondamentale: l’integrazione sistematica delle imprese private nei suoi piani di difesa. Questo cambiamento di paradigma, formalizzato nel cosiddetto “Piano Operativo Germania” (Operationsplan Deutschland), classificato come segreto ed entrato in vigore il 1° gennaio, rappresenta una risposta pragmatica alle sfide logistiche che l’esercito tedesco si trova ad affrontare dopo anni di progressivi tagli alle risorse militari.

Le capacità logistiche delle forze armate tedesche, come ha dichiarato un alto ufficiale di pianificazione alla Welt che ha descritto il piano strategico, sono attualmente limitate all’autosufficienza delle basi nazionali. Una condizione che appare inadeguata rispetto al rinnovato ruolo della Germania come hub logistico dell’Alleanza atlantica. Questo ruolo, emerso e consolidatosi dopo la caduta della cortina di ferro, prevede che in caso di conflitto circa 800.000 soldati delle forze alleate, accompagnati da 300.000 veicoli, transitino attraverso il territorio tedesco per raggiungere il fianco orientale dell’Alleanza: un’operazione di proporzioni titaniche, spiega al quotidiano berlinese l’ufficiale dell’esercito, che richiede capacità ben oltre quelle attualmente disponibili all’interno della struttura militare.

Il tenente generale Alexander Sollfrank, comandante del Comando operativo della Bundeswehr, ha illustrato di recente questa nuova direzione strategica durante una conferenza dell’Associazione delle imprese comunali a Berlino. Sollfrank ha chiarito che l’obiettivo dell’Operationsplan Deutschland è anche quello di “massimizzare le possibilità di sostegno civile”, un concetto che riflette la consapevolezza che la sicurezza nazionale contemporanea richiede un approccio “olistico”, ovvero che trascende i confini tradizionali tra ambito militare e civile.

Questa trasformazione avviene in un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza, come evidenziato dal vice capo del Servizio federale di protezione della Costituzione (il Bundesverfassungsschutz), Sinan Selen, che ha definito “preoccupante” la situazione attuale, soprattutto alla luce dell’allentamento della promessa di sicurezza transatlantica da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Selen ha inoltre sottolineato la crescente frequenza degli attacchi alle infrastrutture critiche, come le reti di dati ed elettriche, dichiarando con toni allarmati: “Siamo a un punto in cui non si può più parlare di una minaccia ibrida, perché la realtà è che siamo già sotto attacco”.

Die Welt scrive che i vertici militari e politici della sicurezza hanno già elaborato un Libro verde dal titolo “Cooperazione civile-militare 4.0” (Zivil-Militärische Zusammenarbeit 4.0, ZMZ), che delinea le modalità di questa integrazione. Secondo il documento, oltre alla gestione del transito di truppe e mezzi, è necessario organizzare le capacità per il trasporto e l’assistenza di circa 1000 feriti al giorno in caso di conflitto, un’operazione complessa che richiede il coinvolgimento di strutture sanitarie civili.

Sul piano pratico, questa strategia di integrazione si sta già concretizzando attraverso accordi specifici con il settore privato. L’alloggio e il vitto delle truppe di passaggio sono stati esternalizzati alla società di armamenti Rheinmetall con un contratto quadro da 260 milioni di euro. Parallelamente, sono stati stipulati contratti di riserva con Deutsche Bahn per garantire la disponibilità di un numero sostanziale di nuovi vagoni pianali per il trasporto di attrezzature pesanti, oltre a vagoni ICE (quelli dei convogli ad alta velocità) convertibili che fungeranno da vagoni letto per il trasporto dei feriti.

Anche l’aeronautica militare sta rafforzando la collaborazione con il settore privato, in particolare con Lufthansa. Il CEO Carsten Spohr ha recentemente dichiarato che “non è concepibile che la Bundeswehr possa eseguire autonomamente complesse operazioni di manutenzione su elicotteri, droni e aerei con le sue risorse e il suo attuale livello di integrazione verticale della produzione”. Spohr ha espresso l’aspettativa che la quota di manutenzione fornita da imprese private nelle forze aeree aumenterà, prospettando inoltre possibilità di cooperazione nell’ambito della formazione dei piloti. Lufthansa Aviation Training (LAT), che gestisce centri di formazione in dodici sedi, ha già assunto tre mandati di formazione dalla Bundeswehr e sta addestrando i piloti di droni militari.

Questa evoluzione strategica, sottolinea però il quotidiano tedesco, non è priva di complessità giuridiche. I rappresentanti delle forze armate operano in una zona grigia dal punto di vista legale: finché non viene ufficialmente dichiarato un caso di difesa, le loro autorità sono limitate all’assistenza amministrativa in caso di catastrofe, come previsto dall’articolo 35 della Legge fondamentale. Tuttavia, l’espansione del Piano Operativo Germania con contributi civili segnala la volontà di superare queste limitazioni, preparando il terreno per una più fluida integrazione tra risorse militari e civili.

La nuova strategia della Bundeswehr rappresenta davvero un cambio di paradigma significativo nella concezione della difesa nazionale tedesca, sottolineando l’urgenza di un approccio collaborativo che sfumi i confini tradizionali tra ambito militare e civile, tra pubblico e privato, in nome di una maggiore efficacia operativa e resilienza sistemica.

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