Torna alla ribalta l’ipotesi di un Mes (il fondo di salvataggio della zona euro) per la Difesa per finanziare il riarmo europeo.
Il 12 aprile, i ministri delle Finanze dell’Unione europea riuniti a Varsavia hanno discusso tra le varie proposte per finanziare la difesa europea anche la creazione di un fondo condiviso chiamato “European Defence Mechanism” (Med). L’obiettivo è sostenere gli Stati membri nell’aumento delle spese per l’acquisto di armamenti, evitando però che queste ricadano sui bilanci nazionali.
Come spiega Mattinale europeo, “Il Meccanismo Europeo di Difesa dovrebbe essere una replica del Meccanismo Europeo di Stabilità (il Mes, il fondo salva-Stati creato all’apice della crisi del debito sovrano della zona euro), uno “special purpose vehicle” che si finanzia sui mercati emettendo debito grazie al capitale fornito dai paesi che ne fanno parte”.
L’iniziativa, lanciata dal think tank belga Bruegel, prevede che il fondo stesso si occupi dell’acquisto e della gestione delle armi. In questo modo, si cerca di superare le preoccupazioni di alcuni Paesi riguardo all’aumento del proprio debito pubblico, poiché le spese sarebbero attribuite al fondo comune e non ai singoli Stati.
“Siamo pronti a valutare tutte le opzioni” ha commentato il commissario agli Affari economici Valdis Dombrovskis. E al momento tutte le decisioni sono rimandate.
Tutti i dettagli.
COME FUNZIONEREBBE IL MECCANISMO EUROPEO DI DIFESA (MED)
Il mese scorso la Commissione europea ha annunciato il piano ReArm Europe/ Readiness2030 che punta a mobilitare 800 miliardi di euro. Già nel libro bianco sulla difesa era indicata anche l’eventualità di un ricorso al Meccanismo europeo di stabilità (Mes) tra gli “strumenti innovativi” da utilizzare nel caso in cui la domanda degli Stati membri di finanziamenti basati su prestiti sostenuti dal bilancio Ue nell’ambito del programma Safe (150 miliardi raccolti sul mercato dalla Commissione per prestiti ai governi) dovesse superare l’offerta.
Il fondo, denominato Meccanismo Europeo di Difesa, rappresenterebbe un modo per affrontare le preoccupazioni dei paesi fortemente indebitati, poiché il debito contratto per pagare le attrezzature sarebbe contabilizzato sul bilancio del Med, anziché sui conti nazionali.
Inoltre, il Med promuoverebbe un mercato unico europeo per le attrezzature di difesa al fine di ridurre i costi e mettere in comune le risorse. Secondo le analisi di Bruegel, se l’Europa unisse le forze per gli acquisti militari e costruisse un mercato della difesa integrato – comprendendo anche il Regno Unito, Norvegia e Ucraina – potrebbe ridurre significativamente, entro il 2030, la propria dipendenza militare dagli Stati Uniti.
“Gli autori del Bruegel non lo dicono esplicitamente, ma il Med potrebbe diventare lo strumento per avviare l’integrazione degli eserciti della coalizione dei volenterosi”, aggiunge Mattinale europeo.
COME SI DIVIDONO I PAESI UE SUL MESE PER LA DIFESA
Secondo il ministro dell’Economia polacco Andrzej Domański, con la Polonia alla presidenza di turno del Consiglio Ue, “la maggior parte dei ministri si è dimostrata interessata al documento Bruegel”. Tra questi ci sarebbero i paesi baltici e scandinavi.
“La reazione alla proposta Bruegel è stata generalmente positiva”, ha affermato un alto funzionario finanziario dell’Ue presente alla riunione, riporta Reuters. “Si è riconosciuto che il ReArm deve essere approvato il prima possibile e che poi si debbano sviluppare ulteriormente le cose seguendo le linee del documento Bruegel”, ha aggiunto il funzionario.
LA PROPOSTA DI MADRID
Tra le opzioni indicate, la Spagna ha proposto la creazione di una società veicolo temporanea, finanziata dai contributi dei governi dell’Ue e aperta ai paesi terzi, che potrebbe anche emettere debito europeo congiunto e avere accesso ai fondi del Meccanismo europeo di stabilità.
“È giunto il momento che la solidarietà europea sostenga l’Ucraina e i paesi del fronte orientale. Dobbiamo investire insieme nella difesa, che è un bene pubblico autenticamente europeo che apporta benefici ai nostri cittadini e rafforza la nostra sicurezza economica”, ha dichiarato il Ministro delle Finanze spagnolo Carlos Cuerpo.
RETICENTI FRANCIA, GERMANIA E BELGIO
Tuttavia, alcuni paesi come Francia, Germania e Belgio hanno sostenuto che l’Ue dovrebbe prima esaminare gli strumenti esistenti, come la Banca Europea per gli Investimenti (Bei), il Fondo Europeo per la Difesa (Edf) e il piano ReArm Europe, prima di crearne di nuovi.
LA POSIZIONE DEL MINISTRO GIORGETTI
Cauta al momento l’Italia.
“C’è chi ha un grande spazio fiscale come la Germania, c’è chi questo spazio fiscale non ce l’ha, come l’Italia e quindi credo che l’Europa debba considerare queste diverse situazioni e sensibilità”, ha spiegato il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti, ripreso dall’Agi. Il ministro ha chiesto quindi di prendere tempo prima di attivare la clausola di salvaguardia o ricorrere al piano Safe da 150 miliardi di prestiti. Almeno non prima del vertice Nato dell’Aja di giugno, dove potrebbero essere tracciate nuove richieste e fissati obiettivi aggiuntivi, riassume l’Agi.
“C’è un ampio spettro di posizioni ed è opportuno in qualche modo avere decisioni coordinate. Serve un po’ di tempo, poiché mi sembra che le idee siano abbastanza diversificate in proposito”, ha aggiunto il titolare del Mef.
“Ci sono state tante proposte sul tavolo, c’è anche la proposta italiana. Sono aspetti di carattere tecnico ma naturalmente prima bisogna prendere una decisione politica e, soprattutto a mio giudizio, bisogna anche aspettare gli esiti del vertice Nato di giugno. Perché ricordo che è importante rafforzare la difesa europea ma sempre nell’ambito dell’Alleanza atlantica”, ha concluso Giorgetti.
Nel frattempo, riguardo l’obiettivo del 2% del Pil nella difesa, “l’obiettivo del ministro Giorgetti è di raggiungere l’obiettivo senza attivare la clausola nazionale» per la sospensione del Patto di stabilità, ha precisato il ministro dell’Economia italiano.
LAPIDARIO IL SENATORE BORGHI
Intanto però un collega di partito si è espresso senza mezzi termini sulla proposta di un Mes per la difesa.
“Ma questi sono pazzi. Tu paghi per entrare nel capitale, il Med si indebita, con i soldi raccolti decidono loro che missili comperare e poi te li danno in leasing come se fosse un autonoleggio. Andiamocene a gambe levate. Pazzi e pericolosi, ha commentato così sulla piattaforma social X, il senatore della Lega Claudio Borghi, vicinissimo al vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini.