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Perché i robotaxi di Tesla hanno deluso le aspettative

Nonostante l'entusiasmo di Musk, i robotaxi di Tesla non convincono il mercato: la carenza di dettagli e le complessità autorizzative allontanano l'auto a guida autonoma dagli investitori, e le azioni della società accusano il colpo. Tutti i dettagli.

Dopo tanta attesa, qualche giorno fa l’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha presentato i veicoli a guida autonoma della società: un robotaxi chiamato Cybercab, con due portiere “ad ali di gabbiano” e sprovvisto di pedali e volante, e un robovan per trasportare fino a venti persone.

COSA (NON) SAPPIAMO DEI ROBOTAXI DI TESLA

Non sono stati forniti molti altri dettagli, però. Di Cybercab sappiamo che verrà prodotto a partire dal 2026 e che sarà venduto a un prezzo inferiore a 30.000 dollari; quanto al furgone autonomo, invece, non è stato detto granché.

In generale le proiezioni di Musk vengono considerate troppo ottimistiche – lo ha ammesso lui stesso -, ma stavolta non si è sbilanciato: non ha specificato quando verrà avviata la produzione di massa dei due modelli, probabilmente per via delle tante barriere regolatorie all’implementazione della mobilità senza conducente. Eppure, nel 2019 disse di essere “molto fiducioso” che i robotaxi di Tesla sarebbero stati operativi entro il 2020.

Per ragioni di sicurezza e di affidabilità dei mezzi in un ecosistema complesso come quello stradale, potrebbero volerci ancora molti anni prima che i robotaxi vengano autorizzati a circolare nelle città. Tuttavia, secondo Musk “il futuro autonomo è qui” e le automobili senza conducente potrebbero essere fino a dieci volte più sicure di quelle guidate dagli umani, permettendo di ridurre il numero degli incidenti.

L’ENTUSIASMO TECNOLOGICO DI MUSK

Nonostante l’entusiasmo per questa nuova tecnologia mostrato dall’imprenditore – il cui progetto sui razzi riutilizzabili ha fatto un grande passo in avanti, però -, gli analisti e gli investitori di Tesla non sono rimasti troppo soddisfatti dall’evento di presentazione: si aspettavano più dettagli e tempistiche più precise.

All’evento, chiamato We, Robot in omaggio alla raccolta di racconti di Isaac Asimov, Musk ha detto che Tesla non è una casa automobilistica ma “un’azienda di robotica e intelligenza artificiale”: le vetture a guida autonoma di Tesla, infatti, non utilizzano i lidar (cioè i “classici” strumenti di telerilevamento, semplificando) ma una combinazione di videocamere e software di intelligenza artificiale.

Musk sta puntando parecchio sulla mobilità senza conducente al punto da aver preferito concentrare gli sforzi di Tesla sui Cybercab anziché sullo sviluppo di un nuovo modello di auto elettrica di dimensioni ridotte e a basso prezzo, la Model 2. Secondo Reuters, nel 2024 la società rischia di registrare il suo primo calo annuale nelle consegne anche a causa di un’offerta di veicoli non rinnovata.

LA GUIDA AUTONOMA NON CONVINCE WALL STREET

I robotaxi, si accennava, non hanno convinto granché gli investitori. E infatti dopo l’evento di presentazione le azioni di Tesla hanno perso il 7 per cento in borsa: nonostante Musk abbia indicato il 2026 – o “prima del 2027” – come data di avvio della produzione, i Cybercap vengono comunque avvertiti come troppo lontani e incerti.

“La tempistica di Cybercab è ancora a più di due anni di distanza, troppo lontana perché un investitore incrementale possa dare molto peso all’opportunità”, secondo Deepwater Asset Management.

Gli analisti di Deutsche Bank, invece, pensano che We, Robot sia stato più simile a uno spettacolo che a un evento per gli investitori. “Sebbene crediamo che Tesla possa avere successo nel campo dell’autonomia e della robotica umanoide”, si legge in una nota, “in generale siamo rimasti delusi dalla mancanza di dettagli divulgati e dalla breve durata del giro dimostrativo del Cybercab”.

LA DELUSIONE PER CYBERCAB FA GUADAGNARE UBER E LYFT

A gravare sull’attrattività di Cybercab per gli investitori c’è anche il fatto che l’auto sembra essere in grado di trasportare solo due passeggeri, mettendola in una posizione di svantaggio rispetto alle vetture dei fornitori di servizi di ride-hailing come Uber e Lyft. Peraltro, l’11 ottobre scorso, mentre le azioni di Tesla perdevano quasi l’8 per cento, quelle di Uber e Lyft sono cresciute entrambe del 10 per cento.

Nella visione di Musk, il servizio di robotaxi con i Cybercab assomiglierà a una combinazione di Uber con Airbnb: i proprietari delle Tesla autonome, cioè, potranno guadagnare soldi mentre dormono “affittando” le proprie auto come taxi.

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