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Tutte le sbandate della Trt del prof. Ponti (il No Tav dice Sì Tav a Bruxelles?)

Scoop del Tg di La7 diretto da Enrico Mentana: uno studio segreto dell'Ue che promuove l'Alta velocità firmato dalla società di cui è presidente Marco Ponti autore dell'analisi tecnica per conto del Mit che ha dato parere negativo alla Torino-Lione

Per il vicepremier leghista Matteo Salvini la Tav va fatta. Per l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, il no è invece categorico. In mezzo il premier Giuseppe Conte che esclude crisi di governo ma che a parole sembra essere più vicino alle posizioni M5s che non a quelle del leader del Carroccio.

In questi ultimi giorni il dibattito si è concentrato soprattutto sull’analisi costi-benefici con i tecnici di parte dei due schieramenti di maggioranza, a perorare ognuno i vantaggi del sì e del no.

Ma in mezzo alle tensioni spunta uno scoop del Tg di La7 diretto da Enrico Mentana: uno studio segreto dell’Ue che la promuove firmato dalla Trt, società di cui è presidente Marco Ponti, il Professore ordinario di Economia applicata del Politecnico di Milano autore dell’analisi tecnica sulla Tav che ha dato parere negativo alla Torino-Lione (qui l’approfondimento di Start su idee e tesi del prof. Ponti).

LA TRT DICE SI ALLA TAV MA NELL’ANALISI TECNICA COMMISSIONATA DAL MIT A MARCO PONTI IL PARERE È NEGATIVO

“La Trt Trasporti e Territorio, ovvero la società di consulenza presieduta dal professor Marco Guido Ponti, il capo del team di sei persone che ha redatto per conto del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, l’analisi costi-benefici sulla base della quale il M5s motiva il suo no all’infrastruttura”, scrive l’Agi, ha realizzato “uno studio riservato che presenta una forte particolarità: tra i ricercatori di varie nazionalità che lo hanno firmato ve ne sono cinque -Silvia Maffii, Claudia de Stasio, Francesca Fermi, Loredana Zani, Angelo Martino e Luca Bellodi – che lavorano per la Trt” stessa. A scovare il documento è stato il giornalista di La7. Frediano Finucci. “Va specificato che nessuno dei sei consulenti di Trt che ha lavorato al documento ha fatto parte del gruppo che ha lavorato all’analisi costi-benefici”, ha osservato comunque l’Agi.

CHI È E DI COSA SI OCCUPA LA TRT E CHI NE FA PARTE

La Trt Trasporti e Territorio, si legge sul loro sito, “è una società di consulenza specializzata in economia, pianificazione e modellistica dei trasporti, che fornisce servizi e svolge attività di ricerca nei settori dell’analisi quantitativa, della pianificazione e della valutazione economica dei sistemi e delle politiche di trasporto e di uso del territorio. Fondata nel 1992, con sedi a Milano e Bruxelles, la società si è guadagnata una solida reputazione per le sue attività professionali e di ricerca e sviluppo a supporto dei decisori pubblici e privati”. La Trt, aggiunge la stessa società, “vanta numerose esperienze professionali nelle seguenti aree: progetti di ricerca, pianificazione e sviluppo di politiche dei trasporti, studi di fattibilità e valutazione dei progetti, analisi e previsione della domanda di trasporto, pianificazione e regolazione del trasporto pubblico, trasporto merci e logistica, energia e ambiente”. Nello staff figurano appunto Marco Ponti, presidente e responsabile scientifico in pianificazione dei trasporti, valutazione dei progetti e regolazione del settore, e Silvia Maffii (co-autrice dello studio per l’Ue svelato da La7), amministratore delegato e legale rappresentante nonché esperto senior in analisi economica e pianificazione dei trasporti. Più un lungo elenco di esperti.

COSA DICE LO STUDIO SULLE RETI TEN-T

Lo studio intitolato “The impact of TEN-T completion on growth, jobs and the environment”, è iniziato due anni fa e “illustra l’impatto socioeconomico delle reti transeuropee di cui fa parte il corridoio Mediterraneo, che ha come perno fondante proprio la Torino-Lione, e promuove la contestata infrastruttura su tutta la linea. È però probabile che la Commissione Europea non abbia ancora deciso di pubblicarlo per evitare di essere accusata di ingerenze nel dibattito in corso nel governo”, sottolinea Agi. Ma cosa precisa nel dettaglio? Principalmente parla di risparmi di tempo notevoli per trasporto passeggeri e merci e di una forte ricaduta occupazionale tra i vantaggi del corridoio Mediterraneo di cui fa parte la Torino-Lione. “Il documento, di 118 pagine, si basa su dati aggiornati agli ultimi scenari macroeconomici e di trasporto. Con il corridoio Mediterraneo, che va da Gibilterra a Budapest, lo studio valuta che al 2030 si possa ottenere un risparmio di tempo del 30% per i passeggeri e del 44% per le merci – sintetizza il Corriere della Sera -. Nei prossimi dieci anni, per ogni miliardo investito nel cantiere l’analisi stima la creazione di 15mila posti di lavoro, senza contare l’indotto sul territorio. Infine, la ricerca mostra come fra tutti i corridoi quello Mediterraneo, di cui fa parte la Tav, è quello che creerà più posti di lavoro: 153mila al 2030 fra trasporti, turismo e sviluppo di aziende per nuovi mercati nei Paesi interessati (Francia, Italia, Spagna e Portogallo) escludendo chi ha lavorato o chi lavorerà direttamente per la Tav”. Senza dimenticare un incremento aggiuntivo del Pil pari all’1,6% entro il 2030 e 26 milioni di tonnellate di anidride carbonica non immesse nell’aria dal 2017 al 2030, come evidenzia Agi.

L’ATTUAZIONE DELLA RETE CENTRALE TEN-T CONTRIBUISCE ALLA DECARBONIZZAZIONE PROMUOVENDO IL TRASFERIMENTO MODALE VERSO MODI DI TRASPORTO RISPETTOSI DELL’AMBIENTE

Nelle conclusioni dello studio viene evidenziato, infine, che “il prossimo decennio richiede ancora un’attenzione al completamento” dei corridoi “per raccogliere i frutti di una rete forte e integrata che in futuro copre l’Europa, che nel tempo si sta integrando perfettamente con le reti regionali. L’adozione di questo approccio si adatta meglio alla visione di un’integrazione europea a vantaggio dei cittadini e dell’economia rispetto ad un approccio che mira prima di tutto alla piena realizzazione di reti regionali e, come ultimo passo, a collegare tra loro le varie reti regionali nazionali al di là delle frontiere – si legge ancora -. L’attuazione della rete centrale TEN-T contribuisce alla decarbonizzazione promuovendo il trasferimento modale verso modi di trasporto rispettosi dell’ambiente. Tuttavia, come altri programmi infrastrutturali, non può risolvere da sola il problema della decarbonizzazione, ma deve essere integrata da altre politiche volte ad aumentare l’efficienza del sistema dei trasporti, promuovendo l’energia alternativa a basse emissioni per i trasporti e veicoli a basse e zero emissioni, come è stato riconosciuto nella strategia dell’Ue del 2016 sulla mobilità a basse emissioni”.

FONTI MIT: PARTECIPAZIONE MARGINALE DELLA TRT ALLO STUDIO. E MARCO PONTI NON NE CONOSCE I CONTENUTI

Fonti del Mit hanno comunque fatto sapere che lo studio “ha visto una partecipazione solo marginale della società ‘Trt trasporti e territorio’, presieduta dal professor Ponti. Quest’ultimo, peraltro, “non solo non ha firmato la ricerca, ma non ne conosce in alcun modo i contenuti”, ha precisato Agi.

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