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Stellantis si allea in Europa con Foxconn sui chip (e ignora il governo Meloni)

Stellantis annuncia una nuova joint venture con Foxconn sui chip, con sede nei Paesi Bassi. Il ministro Urso aveva parlato di un "grande piano" per la produzione nazionale di auto, ma l'Italia continua a venire ignorata. Tutti i dettagli

Stellantis e l’azienda taiwanese di elettronica Foxconn (famosa soprattutto per l’assemblaggio degli iPhone di Apple) hanno annunciato oggi la creazione di una joint venture dedicata alla progettazione di semiconduttori per l’industria dell’automobile.

COSA FARANNO STELLANTIS E FOXCONN CON SILICONAUTO

La nuova società, chiamata SiliconAuto, sarà operativa dal 2026 e punterà a vendere i suoi prodotti non solo a Stellantis, ma anche alle altre case automobilistiche e ai produttori di microchip: SiliconAuto non si occuperà infatti della manifattura dei componenti ma del loro sviluppo (design).

Stellantis e Foxconn hanno spiegato che la loro joint venture paritaria si concentrerà sui semiconduttori per il settore automotive – generalmente meno avanzati di quelli destinati all’industria hi-tech -, puntando a intercettarne la futura domanda di microchip per i veicoli elettrici e connessi.

IL MEMORANDUM DEL 2021

La collaborazione sui semiconduttori tra le due aziende risale al dicembre 2021, quando venne firmato un memorandum d’intesa dedicato appunto ai dispositivi elettronici per auto. Nel maggio dello stesso anno Stellantis e Foxconn avevano già annunciato la joint venture Mobile Drive per lo sviluppo di soluzioni per gli abitacoli smart dei veicoli connessi: cruscotti digitali, interfacce utente, sistemi di infotainment e così via.

Grazie a SiliconAuto, “Stellantis beneficerà di una costante fornitura di componenti essenziali, fondamentale per promuovere la rapida trasformazione in termini di software dei nostri prodotti”, ha dichiarato il direttore tecnico della casa automobilistica, Ned Curic.

STELLANTIS DIMENTICA L’ITALIA?

SiliconAuto avrà sede – come Stellantis – nei Paesi Bassi. Il management è costituito da dirigenti di entrambi i fondatori.

Ieri Stellantis ha annunciato un approfondimento della sua partnership con Archer Aviation, azienda statunitense che realizza velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (anche noti come eVTOL, in gergo, o come taxi aerei, nel linguaggio comune). Le due società stanno lavorando alla costruzione del primo stabilimento al mondo – in Georgia, nel sud degli Stati Uniti – dedicato alla produzione su vasta scala di questi mezzi.

A settembre 2022 Stellantis aveva annunciato che il suo principale hub per l’economia circolare sarebbe stato inaugurato presso lo storico comprensorio di Mirafiori, a Torino. Ma intanto – aveva scritto Start Magazine – la strategia della società per il riciclo delle auto sta partendo da Francia, Belgio e Lussemburgo.

Automotive Cells Company – la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies focalizzata sulle batterie per la mobilità elettrica – ha intenzione di realizzare in Europa tre fabbriche di batterie da 40 gigawattora l’una: la prima in Francia, la seconda in Germania; mentre la terza – in Italia, a Termoli – resta in forse.

GLI ANNUNCI (VANI?) DEL MINISTRO URSO

Nei giorni scorsi il ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva annunciato, durante una riunione con i sindacati, un “grande piano sulla transizione nell’automotive che parta da un accordo con Stellantis” per “aumentare la produzione delle auto, di modelli innovativi accompagnando anche l’indotto italiano nella riconversione”. Il ministro aveva specificato che la priorità sarebbe stata proprio “l’aumento della produzione di auto nel nostro paese, a fronte dello squilibrio attuale” rispetto ad altri paesi come la Francia. Stellantis è nata dalla fusione del gruppo italo-americano Fiat Chrysler Automobiles con quello francese PSA.

Urso ha detto anche che Stellantis ha beneficiato del 40 per cento degli incentivi all’acquisto di nuove automobili, ma la metà della somma è andata a veicoli prodotti fuori dall’Italia. “Dobbiamo consentire a chi ha un’auto vecchia, che inquina, di poterla sostituire con una nuova macchina che si può permettere, ma ci vuole l’impegno a produrre di più nel nostro paese”, ha dichiarato.

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