Pare che i malumori degli investitori e del board di Stellantis nei confronti dell’amministratore delegato Carlos Tavares, dimessosi domenica, siano dovuti principalmente ai risultati insoddisfacenti in Nordamerica: la regione è molto importante per i profitti del gruppo, che possiede – tra gli altri – i marchi statunitensi Jeep, Chrysler e Ram Trucks. Ma le vendite sono rallentate e i concessionari stanno faticando a snellire i loro inventari.
COME VANNO LE VENDITE DI STELLANTIS IN NORDAMERICA
Nei primi nove mesi del 2024 le vendite di Stellantis negli Stati Uniti sono calate del 17 per cento.
Nel terzo trimestre sono stati consegnati 299.000 veicoli in Nordamerica, contro i 470.000 di un anno prima: di conseguenza, i ricavi sono passati da 21,5 milioni di dollari a 12,4 milioni. “Il livello delle scorte dei concessionari statunitensi, una priorità, è stato ridotto di oltre 80mila unità al 30 ottobre 2024 rispetto al 30 giugno 2024”, affermava la società, “ed è in linea con l’obiettivo di riduzione di 100mila unità”.
Il quotidiano statunitense The Detroit News ha scritto che da luglio a settembre le vendite dei marchi Jeep, Ram Trucks e Chrysler sono diminuite rispettivamente del 6, 19 e 47 per cento su base annua. Due modelli molto popolari come la Jeep Wrangler e la Jeep Grand Cherokee hanno subìto un calo del 14 e del 6 per cento.
CROLLANO LE AZIONI
Dall’inizio dell’anno le azioni di Stellantis hanno perso oltre il 40 per cento del loro valore, una performance decisamente peggiore di quella delle concorrenti americane: Ford ha perso il 7 per cento, mentre General Motors ha guadagnato il 55 per cento.
LA RIORGANIZZAZIONE INTERNA
A ottobre il responsabile del mercato nordamericano, Carlos Zarlenga, è stato sostituito, assieme alla direttrice finanziaria Natalie Knight. Tavares non è stato coinvolto in questa riorganizzazione, ma successivamente Stellantis ha fatto sapere che non si sarebbe proposto per un nuovo mandato una volta scaduto quello in corso (che sarebbe dovuto proseguire fino al 2026, in teoria).