L’ingegnere Gianpiero Strisciuglio è uno dei manager italiani più esperti del mondo ferroviario. Cresciuto all’ombra dell’ex amministratore delegato Mauro Moretti, che ne ha favorito la rapida ascesa, negli anni ha ricoperto vari incarichi. È stato direttore dell’esercizio rete di Rfi, capo della direzione Alta velocità in Trenitalia, responsabile del settore cargo come amministratore delegato di Mercitalia, infine da un anno e mezzo è il capo di Rete Ferroviaria Italiana.
Qualcuno per lui già diagnosticava una futura promozione al vertice di tutto il gruppo FS. Ma gli avvenimenti – che ora ripercorreremo – rischiano di mandare in fumo le sue (legittime) aspettative.
Solo due mesi dopo la nomina, Strisciuglio ha dovuto gestire la terribile tragedia di Brandizzo, con la morte di cinque operai di una ditta esterna alla galassia Fs, travolti e uccisi da un treno mentre erano impegnati nelle ore notturne in lavori di manutenzione sui binari. Un evento drammatico su cui sta indagando la procura di Ivrea che vede come imputati per disastro ferroviario due persone scampate alla strage, il caposquadra Rfi, Antonio Massa, e il capocantiere della società esterna Sogifer, Andrea Girardin Gibin. Insieme con loro si indaga anche su figure apicali di Sigifer, Clf – società che aveva subappaltato i lavori alla Sigifer – e della stessa Rfi. A destare particolare clamore sui giornali e in televisione, nei giorni seguenti all’incidente, fu il fatto che gli operai rimasti uccisi stavano lavorando su una linea dove non era stato ancora interrotta la circolazione, nonostante fosse presente sul posto un responsabile della società Rfi, che gestisce proprio il traffico sui binari. Ma questa infrazione a una elementare norma di sicurezza fu un’eccezione o una prassi conosciuta e tollerata?
Dopo giorni di silenzio di tutto il druppo Fs, il 14 settembre 2023 intervistato da Bruno Vespa nella trasmissione Cinque minuti, Strisciuglio ribadì che si trattava di un evento straordinario. Disse testualmente: “Alla nostra azienda non è nota alcuna prassi ne è consentita alcuna prassi differente da quella prevista dalla nostra rigida normativa. La manutenzione deve essere effettuata in maniera inderogabile nel rispetto delle procedure e con i tempi giusti”. Parole che, insomma, scaricavano la responsabilità sul proprio dipendente, che infatti veniva licenziato in quanto era stato “leso irreparabilmente” il rapporto di fiducia. Scriveva la società nella comunicazione che non era “più possibile proseguire neanche temporaneamente il rapporto di lavoro”. Oltre a allontanare Massa – che ha impugnato il provvedimento – Rfi decideva di tagliare i rapporti anche con la Sigifer.
Lo scorso febbraio, in un’audizione in commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, Strisciuglio ha affermato che in dieci anni sono previsti 120 miliardi di investimenti tra sicurezza, manutenzione straordinaria, tecnologia, reti regionali, connessioni aeroporti porti e interporti, Alta velocità e adeguamento delle linee turistiche. L’ingegnere a capo di Rfi, un po’ sulla difensiva, ha rimarcato come nel corso del 2023 ci sono state ben 2.200 visite a sorpresa e audit interni nei cantieri della società, per verificare la corretta applicazione delle regole sulla sicurezza. Delle 588 visite a sorpresa, la stragrande maggioranza – quasi 500 – nella seconda parte dell’anno (l’incidente di Brandizzo è avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 agosto).
Passati due mesi dall’evento luttuoso, il capo azienda di Rfi si è trovato a gestire una nuova emergenza. Il 23 ottobre, infatti, un guasto elettrico tra i nodi ferroviari di Roma Tiburtina e Roma Prenestina ha mandato in tilt la circolazione di tutt’Italia. Con una nota la società spiegava che la mancata alimentazione aveva bloccato due Frecciarossa in un tratto nevralgico del nodo ferroviario della Capitale. Una giornata di passione con ritardi arrivati fino a 6 ore.
Altri due mesi e a dicembre nuovo clamore per il tamponamento a Faenza, sulla linea Bologna-Rimini, tra un treno Frecciarossa e un treno regionale. Diciassette le persone ferite che erano a bordo. Tra queste non c’era Strisciuglio che il caso ha voluto che fosse proprio uno dei passeggeri di quel collegamento di alta velocità. Una presenza che fu messa in evidenza dal quotidiano il Manifesto che riportò anche dei messaggi apparsi in una chat di macchinisti dove si sosterrebbe che la presenza dell’amministratore delegato avrebbe portato a alcune procedure straordinarie per velocizzare un’avaria che poi avrebbe portato al tamponamento. Una ricostruzione smentita da Rfi che ha tenuto a precisare come Strisciuglio non avesse palesato la sua presenza a bordo del Frecciarossa.
Ad aprile 2024 la rete ferroviaria va in tilt in un altro punto strategico, quello tra Firenze e Roma, all’altezza di Orvieto. Un tratto non particolarmente fortunato, poiché a luglio un incendio crea nuovi disagi ai viaggiatori. Il 28 giugno – il giorno dopo la nomina di Stefano Donnarumma come nuovo amministratore delegato del gruppo Fs – un problema a un Frecciarossa a Firenze crea effetto domino su tutta la dorsale dell’alta velocità.
Arriviamo così al caos di quest’ultima settimana. Mercoledì il famoso chiodo piantato nel punto sbagliato, una banale canalina di plastica dove passavano cavi elettrici, ha portato al caos in tutta Italia. Con i tabelloni spenti a Roma Termini e Milano Centrale. Anche in questo caso la responsabilità è stata attribuita a una ditta esterna, in questo caso del frusinate, a cui apparteneva il tecnico con il martello in mano. Anche se, successive ricostruzioni, hanno appurato alcune inefficienze anche al sistema di sicurezza di Fs che dovrebbe supplire ai cali di tensione. In una intervista al Corriere della sera, Strisciuglio ha ammesso che c’è stato un malfunzionamento della cabina elettrica, anche se ha tenuto a precisare, il disastro è iniziato per il maldestro intervento del famoso chiodo: “Anziché intervenire il sistema di alimentazione alternativo è scattata la messa in sicurezza dell’operatività: scollegando tutto. Una serie di malfunzionamenti, ma originati dal danno sulla linea elettrica causato dalla ditta esterna”. L’amministratore delegato del gruppo, Donnarumma, ha trascorso alcune ore della giornata nella sala operativa di Rfi, come ha documentato lo stesso manager sul suo profilo Linkedin, per rendersi conto di come vengono gestite le emergenze.
Infine, venerdì, un tecnico specializzato di una ditta che lavorava per conto di Rfi è stato investito sulla linea Bologna-Venezia, causando un’ondata di ritardi per i viaggiatori. Rfi ha detto, che da una prima ricostruzione, è ancora da accertare come mai l’uomo si trovasse al di fuori dell’area prevista al momento dell’investimento.
Insomma, un anno e mezzo davvero complicato per l’ingegner Strisciuglio, aperto e chiuso, per ora, con incidenti che chiamano in causa la cultura della sicurezza, la formazione, i controlli, il sistema degli appalti e subappalti che regola l’attività della società da lui guidata.
E Donnarumma, che con Strisciuglio ha fatto un sopralluogo sabato mattina alla cabina elettrica che alimenta gli impianti di circolazione del nevralgico Nodo di Roma, sembra mostrare alcune perplessità su quanto fatto dalla passata gestione. Scrive testualmente sui social l’amministratore delegato di Ferrovie dello stato: “I dirigenti preposti e i tecnici dedicati alla gestione degli impianti hanno illustrato all’ad di Rfi e al sottoscritto la catena di eventi che ha causato il malfunzionamento. Effettivamente poco prevedibile, ma comunque evitabile adottando dispositivi tecnologicamente più avanzati e procedure ancora più efficaci”.
Per Donnarumma, insomma, la questione del chiodo era sì un evento poco probabile, ma andava comunque inserito tra gli intoppi operativi. Una evidente critica alla passata gestione dell’era Ferraris, che tocca quindi anche Strisciuglio, in carica da un anno al momento dell’insediamento di Donnarumma. Nel dosare bastone e carota l’amministratore delegato di Fs sembra preannunciare che non tollererà nuove defaillance: “Mi è stato garantito che in pochi giorni tutti gli impianti dei nodi principali di rete verranno adeguati. Li ho tranquillizzati, vedendoli sinceramente dispiaciuti. Ora, imparata una nuova lezione, mettere subito in atto le misure correttive e andare avanti ad alta velocità!”.
Un ultimo avviso quindi per Strisciuglio, tenuto conto che nel vortice del ricambio della squadra di vertice, dal suo arrivo Donnarumma ha già congedato i responsabili di personale (Adriano Mureddu), comunicazione (Luca Torchia), affari istituzionali (Massimo Bruno), it (Roberto Tundo), international (Carlo Palasciano).