Prova a ripartire il Gruppo Volkswagen, alle prese con uno dei momenti più critici della propria esistenza. Il primo trimestre dell’anno si è chiuso con buoni dati di vendita: le auto elettriche in Europa hanno effettuato un vero e proprio sprint del 113%. Tuttavia è ancora presto per sorridere: non solo i dazi, come si vedrà a breve, ipotecano l’accesso al mercato Usa, ma sempre con riferimento ai dati preliminari sulla trimestrale (i dati completi sono attesi per la fine del mese) c’è da segnalare un utile operativo in calo di quasi il 40% a 2,8 miliardi di euro contro 4,6 miliardi del medesimo periodo del 2024, anche per poste straordinarie di circa 1,1 miliardi. I ricavi sono stati di circa 78 miliardi, di poco inferiori alle stime degli analisti.
CHI E COSA HA TAGLIATO LE GOMME A VOLKSWAGEN
L’utile operativo si posiziona parecchio distante dalle cifre pronosticate dal mercato, che lo avrebbero voluto a 4 miliardi. A zavorrare Volkswagen anzitutto l’accantonamento da 600 milioni di euro per coprire eventuali sanzioni per il mancato rispetto degli obiettivi europei sulle emissioni di CO2. Su tutto ciò grava la spada di Damocle di Strasburgo, perché se è vero che la Commissione europea ha proposto di spalmare dal 2025 fino al 2027, quindi su tre anni, i termini per il rispetto dei limiti sulle emissioni di CO2 da parte dei costruttori, l’Europarlamento non ha ancora dato il proprio via libera e qualora non arrivasse potrebbero fioccare multe miliardarie.
A zavorrare i conti, poi, la ristrutturazione di Cariad, l’unità del gruppo dedicata al software che ha dato innumerevoli problemi in questi anni, causando pare anche il rinvio dell’atteso Project Trinity che avrebbe dovuto dare un nuovo impulso all’elettrificazione del marchio. Quest’ultimo capitolo è costato a Volkswagen ben 200 milioni. E il Gruppo sarebbe ormai deciso a sviluppare parte del proprio software in collaborazione con partner esterni, dalla Cina all’americana Rivian.
I DAZI AMERICANI SPAVENTANO I TEDESCHI
Infine, c’è il capitolo dazi i cui effetti saranno meglio fotografati nelle prossime trimestrali, ma hanno iniziato a erodere i conti del Gruppo. L’impatto iniziale dei balzelli doganali statunitensi al 25% sulle auto importate peseranno non solo alla frontiera, ma anche prima: le nuove tariffe aumentano infatti il valore dei veicoli durante il viaggio verso gli Usa, aumentando i costi associati al trasporto, all’assicurazione e alla gestione delle spedizioni degli stessi.
L’AUDI Q5 BLOCCATA IN MESSICO?
E c’è persino chi, in Audi (che fa parte del Gruppo Volkswagen) sarà ancora possibile distribuire su suolo americano il modello più venduto negli States: la Q5 prodotta in Messico, a San José Chiapa, dove sorge un impianto che occupa un’area di 460 ettari, dà lavoro a 5675 persone e nel 2024 ha prodotto oltre 144mila auto. Secondo voci di stampa al momento non confermate – ma nemmeno smentite – la Casa dei Quattro anelli teme che al dazio del 25% sulle auto importate possa aggiungersi l’imposta del 25% sulle spedizioni provenienti dal Messico per la sicurezza delle frontiere oltre a una penale del 2,5% per il mancato rispetto dell’accordo di libero scambio negoziato da Trump durante il suo primo mandato. Nell’attesa di comprendere la situazione nei giorni scorsi Audi ha bloccato tutte le spedizioni per gli USA, con un numero non meglio precisato di vetture bloccate nei porti americani.
VOLKSWAGEN RIPARTE DALLA CINA?
Volkswagen è in Cina dal 1983 e ha contribuito enormemente allo sviluppo del mercato automobilistico locale. Eppure oggi le Case tedesche sono in grande difficoltà: i cinesi prediligono auto meno costose ma, soprattutto, più hi-tech. In Cina nel 2024 il Gruppo Volkswagen ha venduto 2.928.100 veicoli, il 9,5% in meno rispetto al 2023. Tra i marchi nel suo portafogli Audi ha perso l’11 per cento, ma il vero crollo è stato di Porsche che ha consegnato il 28 per cento in meno di auto sportive nel mercato cinese.
L’obiettivo del piano industriale del Gruppo sembra perciò riguadagnare terreno, specie visto che i dazi trumpiani rendono tutta in salita la corsa in un altro mercato importante come quello americano. Volkswagen ha annunciato che al Salone dell’Auto di Shanghai che si terrà proprio nei giorni della presentazione della prima trimestrale 2025 (25 aprile – 2 maggio) svelerà tre concept che rientrano nella strategia “In Cina e per la Cina”. Si tratta di progetti che quasi certamente chiameranno in causa la pluralità di jv tessute negli anni dai tedeschi coi costruttori locali, oggi i soli col know-how per produrre auto elettriche, smart a prezzi contenuti.