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I giudici faranno saltare l’accordo Ita-Lufthansa?

Ita Airways dovrà assumere 77 ex-dipendenti di Alitalia. Lo ha deciso il giudice della quarta sezione del Tribunale del Lavoro di Roma. Fatti, reazioni e il commento dell'economista esperto di trasporti, Andrea Giuricin.

 

“La decisione del Tribunale del Lavoro di Roma è abbastanza sorprendente in quanto la decisione di fare ripartire ITA Airways in discontinuità rispetto alla vecchia Alitalia è una decisione concordata anche con la Commissione Europea”. È quello che commenta con Start Magazine l’economista esperto di trasporti, Andrea Giuricin.

Ma vediamo fatti, reazioni, commenti e scenari.

CHE COSA HA DECISO IL GIUDICE DEL LAVORO SUGLI EX DIPENDENTI DI ALITALIA

Ita Airways dovrà assumere 77 ex-dipendenti di Alitalia. Lo ha deciso il giudice della quarta sezione del Tribunale del Lavoro di Roma, Claudio Cottatellucci, che ha “accertato la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda” tra la vecchia e la nuova compagnia di bandiera. Si tratta di un pronunciamento importante, a cui potranno appellarsi altri 1100 ex-impiegati Alitalia che avevano fatto ricorso. A rischio il matrimonio ITA-Lufthansa.

IL COMMENTO ALLA SENTENZA PRO DIPENDENTI DI ALITALIA

La sentenza 6205/2023 del 14 giugno 2023 – sottolinea Avionews – “sovverte il precedente orientamento negativo dello stesso Tribunale di Roma che, con la sentenza 8428/2022 del 23 ottobre 2022 aveva escluso che l’operazione aveva ad oggetto un ramo d’azienda preesistente e funzionalmente autonomo. Nel pronunciamento 2022, il giudice Laura Cerroni aveva perciò rigettato i ricorsi presentati da oltre 100 ex-dipendenti Alitalia”.

LA SODDISFAZIONE DEI SINDACATI DI BASE

Soddisfatta l’Unione Sindacale di Base (Usb) che definisce la sentenza “una prima tappa contro l’ingiustizia e la disapplicazione delle leggi italiane”. Per i sindacalisti “ci deve essere una severa valutazione dell’operato degli attori che con disinvoltura hanno distrutto un’azienda e messo migliaia di famiglie in enorme difficoltà», sottolinea l’Usb. «Calpestando oltretutto le leggi della Repubblica italiana, con l’ostinata segretezza imposta al contratto che ha sancito la trasformazione di Alitalia in Ita, un segreto di pulcinella, scardinato oggi per la prima volta dal giudice del lavoro del Tribunale di Roma”, conclude.

LA RICOSTRUZIONE DI REPUBBLICA

Durante i negoziati tra Lufthansa e il governo Meloni, i tedeschi hanno strappato precise garanzie dal nostro ministero dell’Economia, su questo punto. “Se Ita si è regolata in questo modo, è perché l’Unione Europea le ha imposto di non farsi carico – in modo automatico – degli ex dipendenti di Alitalia e Cityliner – ha rimarcato Repubblica – A pagare, in altre parole, sarebbe l’Italia, almeno fino a un certo punto”.

LE PAROLE DI TURICCHI

È anche vero che il presidente di Ita, Antonino Turicchi, in un’intervista di maggio al Corriere della sera, ha parlato di un diritto di recesso in capo a Lufthansa nel caso le sentenze dei giudici del Lavoro stabiliscano una continuità tra Alitalia e Ita. In altre parole, Lufthansa si è riservata di uscire dalla partita, ha aggiunto Repubblica.

IL COMMENTO DELL’ECONOMISTA GIURICIN

“La decisione del Tribunale del Lavoro di Roma è abbastanza sorprendente in quanto la decisione di fare ripartire ITA Airways in discontinuità rispetto alla vecchia Alitalia è una decisione concordata anche con la Commissione Europea – commenta con Start Magazine l’economista esperto di trasporti Andrea Giuricin – Proprio questo punto, la discontinuità, era dirimente per rendere possibile la ripartenza del vettore. Senza discontinuità, non ci sarebbe proprio stata Ita Airways”.

Secondo Giuricin, ceo della società Tra Consulting, “il reintegro di 77 dipendenti non provoca tanto problemi per l’azienda che comunque è in fase di crescita e prevede di assumere nuovo personale, ma è chiaro che aumenta l’incertezza e rischia di provocare dei punti interrogativi per l’acquirente Lufthansa. Tra le altre cose il personale, sempre secondo la Commissione Europea, sarebbe da assumere secondo criteri di mercato e questa sentenza invece va in direzione opposta”.

Conclude Giuricin: “Il punto chiave di tutto questo è dunque l’incertezza che si viene a creare, che non fa bene a Ita e al processo di vendita”.

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