I dazi continuano a scuotere il settore del trasporto aereo.
Ieri, in un’intervista al Financial Times, il ceo di Ryanair, Michael O’Leary, ha minacciato di ritardare le consegne degli aerei Boeing ordinati se i costi aumenteranno a causa dei dazi doganali imposti dagli Stati Uniti.
La compagnia low cost irlandese dovrebbe ricevere 25 nuovi Boeing a partire da agosto. Tuttavia, al quotidiano britannico O’Leary ha affermato di non aver bisogno di questi aerei prima di “marzo, aprile 2026”.
La confusione tariffaria innescata dal presidente Trump potrebbe lasciare le consegne di aerei in sospeso. Già la settimana scorsa Delta ha dichiarato che, piuttosto che pagare il prezzo dei dazi, avrebbe rinviato le consegne, nel tentativo di controllare i costi.
E ora, se i dazi sospesi per 90 giorni entreranno in vigore, è “molto probabile” che anche Ryanair possa ritardare la consegna fino a quando “prevarrà il buon senso”. Senza contare che la Cina ha ordinato alle sue compagnie aeree di sospendere l’accettazione di aerei Boeing e l’acquisto di attrezzature aeronautiche statunitensi, in risposta ai dazi imposti dagli Stati Uniti.
Secondo gli ultimi piani di Trump, le importazioni negli Stati Uniti da paesi diversi dalla Cina sono soggette a un dazio del 10%. Inoltre il settore è già interessato da dazi separati del 25% su acciaio e alluminio, materiali chiave per gli aerei, ricorda il Ft.
Tutto ciò mentre l’industria aerospaziale sta cercando di aumentare la produzione per soddisfare la forte domanda di aeromobili iniziata durante la pandemia.
Tutti i dettagli.
L’ALTOLÀ DI RYANAIR A BOEING
Secondo O’Leary ci sarà un “dibattito significativo” sulla questione se i produttori o le compagnie aeree avrebbero sostenuto i costi dei dazi. “Le compagnie aeree diranno che il produttore deve pagare. Sono sicuro che il produttore insisterà affinché sia la compagnia aerea a pagare” ha dichiarato il ceo di Ryanair.
In particolare, il vettore irlandese ha effettuato un ordine nel maggio 2023 per 300 737 MAX 10. Il prezzo di listino è “stimato in oltre 40 miliardi di dollari”, ricorda La Tribune.
E la compagnia low cost irlandese non è la prima a mettere le mani avanti.
LA POSIZIONE DI DELTA AIRLINES
La scorsa settimana, Ed Bastian, ceo di Delta Air Lines, ha dichiarato che la compagnia aerea statunitense avrebbe rinviato i suoi ordini ad Airbus anziché pagare i dazi.
Il vettore americano sta lavorando per evitare di pagare dazi sulle decine di aerei che riceverà da Airbus quest’anno. “Non pagheremo dazi su nessuna delle consegne di aeromobili che riceveremo”, ha precisato il ceo Bastian. “Rimanderemo qualsiasi consegna che preveda un dazio”.
Alla fine del 2024, Delta stimava di ricevere 43 aeromobili da Airbus. Si prevedeva che diversi di questi jet provenissero dalle sue linee di produzione al di fuori degli Stati Uniti. A febbraio, il ceo di Airbus, Guillaume Faury, aveva avvertito che l’azienda avrebbe potuto dare priorità alle consegne a clienti non statunitensi se i dazi avessero interrotto le importazioni.
Secondo la società di consulenza aeronautica Cirium, Delta dovrebbe ricevere quest’anno 10 jet wide-body dagli stabilimenti europei di Airbus.
Rob Morris, responsabile della società di consulenza Ascend di Cirium, ha affermato che una tariffa del 10% era significativa per le vendite di aeromobili. Ha aggiunto che la sola Delta avrebbe “facilmente dovuto affrontare costi aggiuntivi di quasi 150 milioni di dollari” per i suoi aerei widebody Airbus nel 2025.
E QUELLA DEL PRODUTTORE EUROPEO AIRBUS
Intanto ieri Airbus ha ribadito le previsioni per l’anno, ma ha avvertito di stare ancora valutando l’impatto delle tensioni commerciali sulle sue operazioni, colpite contemporaneamente da una carenza di motori che l’ha costretta ad accumulare aerei non consegnati, riporta Reuters.
Il ceo del colosso aerospaziale Guillaume Faury ha dichiarato agli azionisti che Airbus sta affrontando una serie sempre più ridotta di problemi di approvvigionamento, mentre cerca di fare chiarezza su come i dazi avrebbero influenzato i costi, le consegne e il destino del recente boom della domanda di aerei. “Comprendere e anticipare cosa significherà la situazione (tariffa) per la domanda… è qualcosa che dobbiamo capire meglio e poi adattare i nostri piani per il 2025 e oltre, se e nella misura necessaria, man mano che la situazione si chiarisce e si stabilizza”, ha affermato Faury.
CHI PAGHERÀ PER I DAZI?
“I dazi devono essere pagati da coloro che sono importatori”, ha insistito un dirigente senior del settore aerospaziale, ripreso dal Ft.
Diversi dirigenti del settore hanno affermato di dover già affrontare un enorme aumento della burocrazia e delle formalità burocratiche necessarie per conformarsi alle tariffe vigenti, in particolare quelle su acciaio e alluminio.
INTANTO IN CINA…
Infine, le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno suscitato preoccupazione anche tra le compagnie aeree cinesi. La Juneyao Airlines, con sede a Shanghai, ha ritardato la consegna di un Boeing 787 a causa delle incertezze, secondo una fonte vicina alla questione, rileva il Ft.
Sempre ieri Bloomberg News ha riportato che Pechino ha ordinato alle sue compagnie aeree di non accettare ulteriori consegne di aerei Boeing. La decisione arriva in risposta alla decisione di Washington di imporre dazi del 145% sui prodotti cinesi.
Secondo Bloomberg, che cita persone vicine alla questione, la Cina ha anche chiesto alle compagnie aeree nazionali “di fermare tutti gli acquisti di attrezzature e parti di aerei da aziende statunitensi”.