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Perché l’idea di prezzi minimi delle auto cinesi seduce ora l’Europa

Le bizze trumpiane stanno spingendo l'Ue a trattare con la Cina che però sembra voler subordinare ogni accordo commerciale allo smantellamento dei dazi sulle proprie auto elettriche: si va verso un sistema di prezzi minimi finora rifiutato con forza da Bruxelles?

La guerra del dazi scatenata da Donald Trump potrebbe spingere l’Europa, rimasta orfana di partner commerciali di peso, ad accettare l’eventualità di stabilire prezzi minimi alle auto elettriche cinesi di Pechino e dintorni.

TORNA L’IDEA DEI PREZZI MINIMI SULLE AUTO ELETTRICHE MADE IN CHINA

Se ne parla da parecchio e Bruxelles si era sempre imposta adducendo che l’introduzione di un prezzo fisso ribassato rispetto agli attuali dazi imposti alle vetture del Dragone non avrebbe ridotto il loro vantaggio competitivo garantito dagli innumerevoli aiuti di Stato elargiti dal Paese guidato dal partito comunista cinese. Pare per esempio che se ne fosse già discusso nei colloqui del 19 settembre tra Wang Wentao, ministro del Commercio cinese, e Valdis Dombrovskis, all’epoca commissario per il Commercio della Commissione Europea, a Bruxelles.

Ma già in precedenza l’esecutivo comunitario aveva respinto le offerte dei produttori di veicoli elettrici cinesi relative alla possibilità di prevedere prezzi minimi da applicare all’importazione per compensare i sussidi. Cos’è cambiato nel mentre? A livello commerciale davvero tutto a causa della guerra dei dazi scatenata da Donald Trump, con ogni probabilità con la volontà non solo di svalutare il dollaro per agevolare l’export statunitense, ma soprattutto di portare le maggiori economie a fare muro contro la Cina.

GLI USA COSTRINGONO L’UE AD APRIRSI ALLE AUTO ELETTRICHE CINESI?

Potrebbe invece accadere esattamente l’opposto dato che Ue e Cina, vista l’imprevedibilità della Casa Bianca, hanno iniziato a cercare margini di manovra per nuovi accordi commerciali. E il Dragone, si sa, in questa fase storica è interessato soprattutto a piazzare le auto elettriche che sforna quotidianamente, in numero di gran lunga maggiore rispetto alla domanda.

LE NUOVE TRATTATIVE SUI PREZZI MINIMI

Si sospetta insomma che eventuali accordi dovranno passare da una revisione dei dazi che l’Europa lo scorso autunno ha imposto alle vetture elettriche cinesi che hanno spinto Pechino a imporre alle sue Case automobilistiche lo stop agli investimenti in tutti i Paesi membri che li hanno votati. Al momento l’attuale commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, ha parlato con l’omologo Wentao ed entrambe le parti hanno concordato di valutare la possibilità di stabilire prezzi minimi. Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato in una nota che i negoziati saranno avviati immediatamente.

LA UE PERDE LA PROPRIA POSIZIONE DI VANTAGGIO?

Al momento la portata dei dazi comunitari pare minima: applicandosi solo alle auto elettriche, per le quali la domanda stenta a decollare stante i ritardi infrastrutturali dei singoli Paesi membri e l’incertezza normativa a livello comunitario, non si registrano reali ripercussioni sul mercato, che vede invece crescere la quota di ibride, per ovvi motivi dato che consentono ai consumatori di essere comunque in regola nel caso venissero varate nuove restrizioni sulla circolazione dei veicoli.

PECHINO PERMETTERA’ ALLE SUE CASE DI INVESTIRE IN TUTTA EUROPA?

Appare comunque chiaro che Bruxelles intendesse utilizzare i dazi sulle auto elettriche made in China in altro modo e che le bizze trumpiane le hanno fatto perdere eventuali posizioni di forza nelle trattative con Pechino. Superare i dazi di Bruxelles comunque dovrebbe sbloccare la situazione relativa alla costruzione di nuove gigafactory in Europa: Pechino dovrebbe infatti consentire ai propri marchi automobilistici di tornare a investire in tutti i Paesi del Vecchio continente. Quanto ai dazi attualmente in vigore (balzello base al 10 per cento più la misura varata in autunno):

Produttore Dazio
Tesla 17,8%
BYD 27%
Geely 28,8%
SAIC 45,3%

 

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