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Michelin

L’industria tedesca ha le gomme sgonfie

Dopo Continental e Goodyear, anche la francese Michelin avvia una pesante ristrutturazione industriale che la porterà a chiudere tre siti produttivi in Germania

Tempi di magra persino per il tondeggiante omino della Michelin. La multinazionale francese ha infatti appena annunciato la decisione di avviare una ristrutturazione aziendale lacrime e sangue che comporterà il taglio di 1.532 lavoratori e la necessità di contabilizzare nel bilancio 2023 accantonamenti per circa 425 milioni di euro.

MICHELIN CHIUDE TRE FABBRICHE IN GERMANIA

L’obiettivo di Michelin è la “cessazione graduale” della produzione in tre siti tedeschi: gli impianti di Karlsruhe, Trier e Homburg, nonché il trasferimento in Polonia del Customer Contact Center attualmente localizzato sempre a Karlsruhe.

Si tratta dell’ennesimo colpo al cuore (anzi, agli pneumatici) dell’industria automobilistica tedesca, considerato che anche l’autoctona Continental è alle prese con un programma di ristrutturazione analogo, con l’obiettivo di risparmiare almeno 400 milioni di euro entro il prossimo biennio.

LA DIETA DI CONTINENTAL

Il piano, viene comunicato, riguarderà “tutte le parti e tutti i livelli dell’organizzazione e, pertanto, il numero esatto dei posti di lavoro interessati a livello globale non è ancora stato deciso”. Sulla stampa tedesca, che segue con attenzione il dossier, si parla però di cinquemila posti, il 3% dell’attuale forza lavoro globale.

Il barometro vira insomma verso la burrasca per i dipendenti della multinazionale tedesca, che già negli ultimi 10 anni ha lasciato a casa oltre 20mila lavoratori. Anche perché il responsabile della divisione Philipp von Hirschheydt senza troppi giri di parole ha detto che si tratta di “misure iniziali per migliorare la competitività del settore” e di valutazioni in corso e “senza riserve” su “tutte le funzioni e i processi, dalla vendita alla ricerca, dallo sviluppo alla produzione”.

Dunque i mille dipendenti in una trentina di siti interessati dalla riorganizzazione potrebbero essere i primi di altre sforbiciate. La cura da cavallo porterà alla liquidazione dell’area Smart Mobility e al consolidamento dell’intera divisione in solo cinque segmenti di business.

GOODYEAR DICE GOODBYE

La causa di tutti i mali è sempre la solita: il rallentamento della domanda. Oltre a Michelin e Continental la ha appena addotta pure Goodyear, che ha annunciato l’intenzione di chiudere due stabilimenti in Germania: Fulda, in Assia e Fürstenwalde, in Brandeburgo.

I lavoratori di Fulda erano i superstiti dei tagli del 2019, quando la multinazionale statunitense aveva lasciato a casa 450 operai, promettendo in cambio, ricordano oggi i media locali, massicci investimenti per il suo ammodernamento. Lo scorso giugno però era stato annunciato un nuovo taglio di 550 posti, ma le relative trattative con il consiglio di fabbrica sembravano aver rallentato ogni decisione.

L’ACCELERAZIONE VERSO LA CHIUSURA

Nelle ultime ore, invece, i vertici sono tornati a premere sull’acceleratore e questa volta preannunciando la chiusura dell’impianto. Questo per via del “significativo e rapido deterioramento” della domanda, ulteriormente “esacerbato dall’aumento di importazioni a basso costo dall’Asia” fanno sapere da Goodyear sottolineando che la dismissione sarà graduale e avverrà nel giro di due anni, con chiusura dei cancelli nel settembre del 2025.

COSA DICONO I VERTICI

Destino analogo per i lavoratori del sito a Fürstenwalde, la cui data di cessazione di ogni attività avverrà nel 2027 e ricomprenderà il licenziamento di 750 operai. “È una decisione difficile, ma necessaria per ridurre l’eccesso di capacità e allineare la nostra struttura produttiva alla domanda”, ha spiegato la multinazionale americana, lasciando intendere che le consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori saranno solo un passaggio di rito.

OCCHI PUNTATI SU VW

Guardando invece ai produttori di automobili, c’è apprensione per le parole pronunciate da Thomas Schäfer, ad del gruppo tedesco Volkswagen, che pochi giorni fa ha annunciato tagli per 10 miliardi di euro al fine di aumentare la  “competitività del brand, che non è più quella di un tempo”.

“Abbiamo troppe strutture in essere, processi e costi troppo elevati”, ha detto il Ceo senza giri di parole. Secondo alcune anticipazioni dei media tedeschi, nei prossimi mesi dovrebbero scattare riduzioni di personale attraverso la formula dei pensionamenti anticipati. Una situazione che potrebbe ulteriormente aggravarsi a causa del calo della domanda di auto elettriche.

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