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Non solo Fiat, ecco i marchi auto che sbandano nelle immatricolazioni

Le immatricolazioni auto in Italia stanno crescendo, ma non hanno ancora recuperato i volumi pre-pandemia. E il quadro economico generale minaccia le vendite. Tutti i dettagli sul contesto e sulle performance delle case e dei marchi (c'è un caso Fiat)

In Italia le immatricolazioni di automobili crescono, ma restano significativamente più basse rispetto ai livelli pre-pandemia. Stando ai dati elaborati dal Centro Studi Promotor, nel periodo gennaio-luglio 2023 sono state immatricolate 960.765 auto, il 21 per cento in più su base annua; ma se si confronta il dato attuale con quello di gennaio-luglio 2019, si registra un calo del 22,3 per cento.

SERVONO PIÙ IMMATRICOLAZIONI PER SVECCHIARE IL PARCO CIRCOLANTE

Se si riuscisse a mantenere fino a dicembre il tasso di crescita dei primi sette mesi, il 2023 chiuderebbe con 1,5 milioni di immatricolazioni. “Questa prospettiva non appare probabile”, nota però Promotor, “dato anche il rallentamento del tasso di crescita degli ultimi mesi”. Ma se anche dovesse realizzarsi, il centro studi scrive che “il mercato dell’auto italiano sarebbe ancora molto lontano dal volume di immatricolazioni necessario per evitare un ulteriore invecchiamento del nostro parco circolante, che è tra i più vetusti d’Europa, con tutto quello che ne consegue in termini di inquinamento e di sicurezza nella circolazione”. L’età media del parco circolante italiano è di dodici anni e sei mesi.

LA “RIPRESINA” DELLE IMMATRICOLAZIONI: RAGIONI E FRENI

Nel solo mese di luglio sono state immatricolate 119.207 auto, l’8,8% in più sullo stesso mese del 2022. Promotor la definisce una “ripresina”, che è iniziata nell’agosto del 2022 ed è stata determinata dal superamento (parziale) di alcuni intoppi alla catena di produzione, come le carenze di microchip. La crescita attuale delle immatricolazioni è legata allo smaltimento degli ordini accumulati nei mesi scorsi proprio per questi problemi di approvvigionamento di componenti critici, “mentre ben il 90% dei concessionari lamenta una modesta acquisizione di nuovi ordini. La ragione principale di quest’ultima situazione è da ricercare nel livello raggiunto dai prezzi che in luglio sono alti per il 62% dei concessionari, mentre il 30% si attende ulteriori aumenti nei prossimi tre-quattro mesi”.

Gli alti prezzi di vendita dei veicoli, la condizione generale dell’economia e dunque il ridotto potere d’acquisto dei cittadini sono i principali freni alle immatricolazioni.

COSA FARE

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “il mercato automobilistico italiano è ancora molto lontano dal ritorno alla normalità e occorre quindi una politica incisiva di rilancio delle vendite, condotta a livello di Governi (in Italia e in Europa) e condotta anche dalle case automobilistiche attualmente dominanti sul mercato europeo”. Secondo Quagliano, le aziende “devono decidere se offrire soluzioni a tutti gli utilizzatori di automobili o se concentrarsi sulla produzione di auto elettriche e di auto di élite, lasciando una parte importante della domanda a costruttori nuovi o relativamente nuovi sul mercato europeo”.

– Leggi anche: Le auto elettriche cinesi sono una minaccia per l’Europa. Report Allianz

COME VANNO LE AUTO ELETTRICHE

Secondo MOTUS-E, a luglio sono state immatricolate in Italia 4094 veicoli elettrici “puri”: un aumento del 13,8 per cento su base annua, ma un calo del 19,7 per cento rispetto al luglio 2021.

COME VANNO LE CASE AUTOMOBILISTICHE

Secondo uno studio di Dataforce, a luglio FIAT – il marchio leader sul mercato italiano, di proprietà del gruppo Stellantis – ha visto calare le proprie immatricolazioni del 5,6 per cento. Volkswagen ha perso il 6,7 per cento e Renault il 5,1 per cento. Toyota, “in evidente affanno nelle consegne”, è crollata del 50,8 per cento; Citroen e Opel del 26 e 19,4 per cento rispettivamente.

Positive, invece, sono state le performance di Jeep (parte del gruppo Stellantis: +33,7 per cento), BMW (63,6 per cento) e Suzuki (+127,3 per cento).

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