Non c’è solo Stellantis ad aver tirato il freno d’emergenza nei propri impianti canadesi e messicani, presa evidentemente in contropiede dai dazi trumpiani. Anche la britannica Jaguar Land Rover (di proprietà dell’indiana Tata Motors), nonostante il decantato trattamento di favore che la Casa Bianca avrebbe riservato alle aziende inglesi (che non si è riverberato nel settore auto, con un balzello del 25 per cento uguale per tutti), ha infatti dovuto interrompere ogni attività verso gli Stati Uniti nell’attesa di comprendere quale sia la strategia migliore da adottare in un simile frangente.
JAGUAR LAND ROVER NON CORRE NEGLI USA
“Gli Stati Uniti sono un mercato importante per i marchi di lusso di JLR”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato confermando le indiscrezioni giornalistiche pubblicate sul Times. “Mentre lavoriamo per affrontare i nuovi termini commerciali con i nostri partner, stiamo adottando alcune azioni a breve termine, tra cui una pausa delle spedizioni in aprile, mentre sviluppiamo i nostri piani a medio e lungo termine”.
Jaguar Land Rover intende insomma sospendere le proprie spedizioni verso gli Stati Uniti per tutto aprile. Questo non vuol dire che i concessionari statunitensi resteranno privi di vetture dei due marchi, considerato che molte erano già sul suolo americano e che, con ogni probabilità, la Casa britannica al pari di tante altre aziende prima di aprile aveva quasi certamente aumentato le proprie esportazioni negli Usa per creare uno stock il più ampio possibile.
L’IMPORTANZA DEL MERCATO USA PER IL MARCHIO UK
Quel che è certo è che il mercato statunitense è di primaria importanza per Jaguar Land Rover. Se l’azienda di proprietà dell’indiana Tata Motors nel corso del 2024 ha venduto oltre 431.000 vetture, il 25% del totale è stato piazzato infatti in Nord America. Lo scorso giugno il gruppo indiano Tata Motors aveva comunicato l’avvio di un piano di investimenti per 1,9 trilioni di rupie (circa 21 miliardi di euro) fino all’anno fiscale 2028 – il 20% in più rispetto a quanto comunicato nell’aprile 2023 – al fine di agevolare l’elettrificazione del marchio. Alla fine di settembre il marchio inglese aveva annunciato un investimento da 500 milioni di sterline (circa 586 milioni di euro) per trasformare lo storico stabilimento di Halewood, nella contea del Merseyside, in Inghilterra e produrre Suv elettrici di lusso di medie dimensioni sulla nuova piattaforma Electric Modular Architecture. Strategia che sembra ormai sorpassata dalle politiche trumpiane assai poco sensibili circa le nuove motorizzazioni.
LE SPERANZE APPESE ALLA POLITICA?
La Gran Bretagna ha dichiarato che intende spendersi per raggiungere un accordo commerciale con Washington al fine di far rientrare la guerra dei dazi. Con ogni probabilità, dunque, lo stop alle esportazioni deciso da Jlr per un mese potrebbe essere legato anche alla speranza che a livello politico le due parti raggiungano un compromesso. Anche perché non ci sarebbero i tempi per riorganizzare sul suolo americano la filiera e il mondo dell’auto sta già attraversando un periodo di crisi eccezionale che comprime fortemente ogni nuovo investimento in tal senso.