Soprattutto gli industriali europei del ramo automotive, è noto, lamentano da tempo il mancato sostegno da parte dei governi del Vecchio continente che pure chiedono loro di competere con gruppi, quelli cinesi, ampiamente finanziati da Pechino (la sola Byd avrebbe ricevuto 2,8 miliardi secondo l’ultimo report del Kiel Institute) e soprattutto – lamentano ancora gli imprenditori – i legislatori esigono il rispetto della roadmap che porterà alla dismissione dei motori endotermici a favore dei propulsori elettrici. Poi però basta grattare la superficie per vedere che anche in Europa, Italia inclusa, non mancano i sostegni pubblici a favore dell’imprenditoria a quattro e due ruote. Ne è un esempio l’accordo appena siglato tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e il gruppo Piaggio, presieduto da Matteo Colannino (nella foto con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) e guidato dall’amministratore delegato Michele Colannino.
COSA PREVEDE IL SOSTEGNO A PIAGGIO
Si tratta di un piano di investimento di circa 112 milioni di euro finalizzato all’ampliamento della produzione dello stabilimento di Pontedera, in provincia di Pisa. Insomma, la culla industriale della Vespa.
Il programma di sviluppo industriale proposto da Piaggio, denominato “E-Mobility”, prevede l’introduzione e lo sviluppo di una nuova linea di motori elettrici dedicata a veicoli a zero emissioni di nuova generazione e cinque progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, finalizzati allo sviluppo di componenti e sistemi per veicoli a propulsione elettrica, nonché allo sviluppo di soluzioni in ambito digital che riguardano tematiche di sicurezza e monitoraggio dello stato del veicolo, sistemi avanzati di assistenza alla guida e sistema completo di cybersecurity.
COS’È IL FONDO AUTOMOTIVE
Il ministero del Made in Italy ha disposto oltre 38 milioni di euro di agevolazioni a valere sul Fondo “Sostegno Filiera Automotive”. Gli investimenti consentiranno il rafforzamento dei dipartimenti preposti di Pontedera, a cui già lavorano 50 specialisti di software e digital manufacturing.
QUANTI SOLDI CONTIENE
Si pesca insomma da quel fondo istituito due anni fa col decreto Bollette (numero 17 del 22) che promette di mettere sul piatto circa 9 miliardi (per la precisione 8,7) da qui a sei anni. Il primo anno il governo vi ha messo appena 700 milioni, per poi crescere a 1 miliardo l’anno.
Il 10 ottobre 2022, il Ministero dello Sviluppo economico aveva pubblicato i decreti che attivano gli interventi a favore della riconversione e lo sviluppo della filiera automotive in Italia. Gli sportelli erano stati aperti dal 13 al 27 ottobre 2022, mentre per la presentazione delle nuove domande di Contratto di sviluppo si sono chiusi il 29 novembre dello stesso anno. Per la prima volta era stata applicata, sui progetti relativi agli Accordi per l’innovazione, una modalità di ammissione in istruttoria, non basata sull’ordine cronologico, ma attraverso una serie di parametri oggettivi, come ad esempio la solidità economico-finanziaria del soggetto richiedente e la quota di spese del progetto in sviluppo.
LA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE
Di questi fondi, 750 milioni sono già stati destinati a finanziare programmi di investimento per lo più (ovvero 525 milioni) attraverso a contratti di sviluppo (articolo 43 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112) e, in via residuale, accordi per l’innovazione.
Cinque le aree di intervento sostenute dai fondi pubblici: nuovi tipi di propulsione che minimizzino l’emissione di CO2, nuove tecnologie che alleggeriscano la mobilità urbana, nuovi software di guida (Adas), di infoteinment e sistemi infrastrutturali per il rifornimento e la ricarica di veicoli.