C’è ancora chi all’idrogeno crede ed è pronto a investire capitali. E non parliamo di marchi nipponici, una volta tanto. È la tedesca Bosch che del resto soltanto qualche settimana fa ha annunciato la collaborazione con Ligier Automotive al fine di realizzare la JS2 RH2 pronto a correre alla 24 Ore di Le Mans. A quanto pare più che un prototipo un vero e proprio manifesto d’intenti di un marchio che non crede troppo all’elettrico come unica tecnologia per il futuro dei motori a scoppio.
GLI INVESTIMENTI DI BOSCH SULL’IDROGENO
Per lo sviluppo di tecnologie a idrogeno Bosch ha stanziato per il periodo 2021-2026 quasi 2,5 miliardi di euro e punta per il 2030 a fatturarne almeno il doppio. L’azienda insomma si muove con rapidità mentre bacchetta l’Ue di non fare altrettanto.
I RITARDI EUROPEI
Per l’amministratore delegato Stefan Hartung, l’Europa deve “in primo luogo, accelerare il ritmo della produzione di idrogeno nell’Ue. In secondo luogo, istituire catene di approvvigionamento globali e, in terzo luogo, l’idrogeno deve essere utilizzato in tutti i settori dell’economia”, ha spiegato Hartung.
LE MOSSE IN CINA E NEGLI USA
Anche per questo attualmente per lo sviluppo di tecnologie a idrogeno Bosch guarda alla Cina, dove ha fondato la joint venture Bosch Hydrogen Powertrain Systems con il produttore di veicoli commerciali Qingling Motors nella municipalità cinese di Chongqing (meglio nota come Hydrogen Valley).
Nel 2021, una flotta di 70 autocarri equipaggiati con moduli di alimentazione a celle a combustibile ha completato un giro dell’autostrada tra Chongqing e Chengdu. Una pre-serie di veicoli sta uscendo dalla linea di produzione e i moduli di alimentazione a celle a combustibile vengono venduti ai produttori di tutta la Cina.
Negli USA il primo “cliente-pilota” sarà la startup americana Nikola, con cui collabora ormai da diversi anni, che già dal terzo trimestre utilizzerà le fuel cell del colosso tedesco per un veicolo commerciale pesante (Classe 8).
Il volume di produzione negli Stati Uniti – dicono da Bosch – è destinato ad aumentare costantemente, mentre il mercato europeo vedrà presto i primi camion da 40 tonnellate, che la startup statunitense sta producendo in joint venture con Iveco. Bosch fornisce moduli di alimentazione per celle a combustibile e molti altri componenti elettronici.
I SITI DI PRODUZIONE
Lo scopo di Bosch è realizzare una vera e propria “catena del valore” intorno alle sue soluzioni nel campo dell’idrogeno che verterà attorno diversi siti anche nel Vecchio continente, in Germania, a Bamberga dove verrà attivata la produzione degli stack delle celle e a Homburg dei compressori e dei sistemi di ricircolo dell’aria.
La multinazionale sta puntando anche sui macchinari per l’elettrolisi, sulle celle per l’accumulo stazionario di energia e sui motori a combustione alimentati direttamente dall’idrogeno: il primo sarà lanciato già 2024.