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Vi spiego bluff e ricatti di Tavares all’Italia. Parla Calenda

Che cosa ha detto e che cosa non ha detto Tavares in Parlamento. Breve estratto dell'intervista di Fabio Dragoni a Carlo Calenda pubblicata su La Verità

Allora abbiamo capito abbastanza chiaramente che a Carlo Calenda ciò che ha detto Tavares in audizione non è piaciuto. Ma almeno il Ceo di Stellantis è stato chiaro nella sua esposizione?

No!

Ecco…

Non è stato chiaro per niente. Ci ha fatto una generica lezioncina sul settore automotive. Dalla quale però emergono due questioni. Primo: la Commissione europea ha prodotto un regolamento ambientale ed ha costruito un disastro. Ha spinto tutti i produttori dell’auto a passare sull’elettrico a tappe forzate per paura delle multe che scattano dal 2025 per il non rispetto dei target sulle emissioni. E quello che succede è che il mercato non risponde. Oggi non siamo al 20% di quota di mercato in Europa per l’elettrico ma al 15. E soprattutto il 20% di chi ha un’auto elettrica vuole tornare a un’auto a combustione interna. La Commissione ha fatto un esercizio teorico pensando di poter spingere i cittadini europei a passare all’elettrico ma non ci sta riuscendo. Questo ha messo in crisi tutto il settore automotive. E questa è la premessa. E qual è il problema specifico di Stellantis al netto di tutte le vaccate -scusi il termine- che ci sono state raccontate in audizione?

Qual è?

Stellantis è l’unico produttore di auto contrario a rivedere le scadenze imposte sull’elettrico!

Mi ha anticipato una domanda che avrei fatto. Perché?

Quello che Tavares mette sul tavolo è sostanzialmente una forma di ricatto. Cioè lui dice: “io ormai le piattaforme le ho costruite per l’elettrico”. Apro un inciso: le piattaforme per l’elettrico le ha fatte in Francia e non in Italia. E lui non vuole investire più soldi. Quindi il suo messaggio è: “voi mi dovete aiutare a far trovare al consumatore la convenienza economica per permettersi un’auto elettrica”. Questo equivale a 14.000 € a macchina. Cosa che il governo ha fatto perché con l’ultimo incentivo erano 13.900€ per macchina elettrica. Ma questo è ovviamente una cosa che su larga scala nessun governo si può permettere di fare.

Riesce pure a me fare il manager a questo modo…

È esattamente quello che gli ho detto io. Quando lavoravo nel settore automotive, prima definivo il price point (livello di prezzo n.d.r.) che il mercato avrebbe accettato per acquistare il nuovo modello e da lì, a catena, si arrivava a ciò che sarebbe stato poi effettivamente prodotto. Se lui mi dice invece: “io produco a qualunque prezzo e poi sta al pubblico l’onere di colmare il gap che il consumatore non può permettersi”, beh così sono buoni tutti. Io ho fatto notare alla stampa, in generale, una cosa di cui nessuno si è ancora accorto.

Ovvero?

Una cosa dal mio punto di vista gravissima. A febbraio del 2024, non del 1994 ma del 2024, ho fatto presente a Tavares che lui aveva confermato l’intenzione di produrre un milione di vetture in Italia fra veicoli commerciali e passeggeri. E la sua risposta è stata illuminante.

Che ha detto?

Che lui vuole arrivare ad un milione di clienti in Italia. Non ad un milione di auto prodotte. Aggiungo che io gli ho fatto notare che siccome il suo Presidente aveva dichiarato che la cosa per lui fondamentale nel progetto Stellantis era la valorizzazione dell’identità italiana i fatti sono sostanzialmente questi: Topolino, Alfa e grande Panda -simboli di italianità- prodotte in Algeria, Marocco, Serbia e Polonia. Tanto perché ci tengono all’identità italiana. Quindi ci dicono un sacco di balle. Ma adesso chiederò, anzi chiederemo tutti insieme, che Elkann venga in audizione. Perché i 6,3 miliardi di garanzie le ha prese Elkan non Tavares.

Peraltro, se le piattaforme sull’elettrico le hanno predisposte in Francia e non in Italia, il ragionamento implicito -ma nemmeno troppo- di Tavares è che l’Italia chiuderà. E sarà colpa della politica che non ha trovato una soluzione. Si stanno costruendo un alibi.

Guardi loro l’Italia loro la vogliono chiudere. Da sempre. Lo so perché parlo coi fornitori. Gli è stato detto di trasferirsi in Polonia. Questo è un atteggiamento tipico dei francesi. Lo hanno avuto persino su Tim. Gli uffici acquisti cambiavano i fornitori in favore di quelli francesi. Ma nel settore automobilistico non puoi farlo dalla sera alla mattina. Occorrono cinque-sei anni per cambiare un fornitore. Elkan e Tavares stanno mettendo in scena una grande rappresentazione teatrale per chiudere piano piano l’Italia.  Prenda Mirafiori…

La prendo…

Tavares che diceva che per loro Mirafiori era la fabbrica più importante, dovevano avevano messo insieme tutto il ciclo, dal disegno dell’auto fino all’economia circolare. Crollo della produzione ad oggi pari all’83%. Ripeto non c’è dubbio che la Commissione europea ha innescato una crisi che va oltre il problema Stellantis. E questo è un problema gravissimo. Un’emergenza. L’ho detto e ripetuto al Governo. Questo ci porterà alla recessione. Non è come in America dove il tema è solo la fisiologica flessione delle vendite.

(Estratto dell’intervista di Dragoni a Calenda per La Verità; qui l’intervista integrale)

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