DAGOSPIA COMMENTA LA MORTE DEL PAPA
Il “bacio della morte di Vance”. Questo è Dagospia. https://t.co/9Jw0M6VUxq pic.twitter.com/CCAZ1Ve1Wo
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 21, 2025
LE FINANZE VATICANE AL TEMPO DI PAPA FRANCESCO
"La Santa Sede è ancora in “rosso”, e di parecchio: lo scorso anno si è registrato un deficit di 83 milioni. Bergoglio aveva varato norme in continuazione e inviato lettere ai cardinali per chiedere loro di risparmiare su tutto, a partire dal loro stipendio, ma senza procedere a…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
"Il Papa ha privato la Segreteria di Stato del suo patrimonio trasferendolo all’Apsa, una sorta di Tesoro del Vaticano anch’esso interessato da riforme nel senso della trasparenza: da 4 anni pubblica i bilanci. I beni appartengono tutti alla Santa Sede: gli enti cui sono…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 22, 2025
Il Papa ha ordinato che la “cassa” che era gestita direttamente dalla Segretaria di Stato – valutata fino a 700 milioni – da cui era scaturito lo scandalo del palazzo, fosse trasferita interamente all’Apsa, il “Mef” della Santa Sede, e questi lo facesse poi gestire sul mercato…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
"Francesco si è molto occupato della gestione economica e finanziaria, per la verità problematica da decenni, ma divenuta sempre più critica per l’aumento incessante delle spese e per l’assottigliarsi delle donazioni da parte dei cattolici statunitensi e tedeschi, principali…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 22, 2025
LO STATO PRODURRA’ CANOTTE. EVVIVA?
CANOTTE DI STATO
"Lo Stato, tramite il fondo Salvaguardia Imprese di Inviatalia, entra investendo dieci milioni nel capitale sociale (pari al 30,1%) di Coin, l’iconica catena veneta di grandi magazzini che conta 34 negozi diretti e 130 store in Italia e all’estero". (Corriere…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
INTESA SANPAOLO A DIFESA DI GENERALI?
"C’è una corrente di pensiero che privilegia il ruolo di Intesa Sanpaolo per un ricompattamento dell’azionariato delle Generali, a maggior ragione se emergesse una pericolosa instabilità in quello che tutt’ora è il centro nevralgico del potere finanziario italiano. Dopo che il…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
"Messina continua a smentire, ma plurimi rumor finanziari confermano che la prima banca italiana entrerà nell’azionariato del Leone per evitare di essere tagliata fuori. Se l’Ops su Mediobanca va in porto, il futuro di Generali si deciderà a tavolino tra i vincitori, Intesa in…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
PERCHE’ CALTAGIRONE ODIA NAGEL DI MEDIOBANCA
"A fine 2020, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, promise solennemente al costruttore romano Franco Caltagirone che avrebbe sostituito l’ad delle Generali Philippe Donnet, negandogli il terzo mandato. Pochi mesi dopo si rimangiò tutto, dando il segnale che su…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
TAJANI SEGA STARLINK DI MUSK?
Al capitolo sulla “Diplomazia per la crescita e la promozione integrata” della “Direttiva generale per l’azione amministrativa e per la gestione dei Centri di Responsabilità del ministero degli Esteri", il dicastero retto da Antonio Tajani mostra tutto il suo scetticismo, anche…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
LE CAPRIOLE DELLO STATO SU TIM
"Il governo prima orchestra la scissione di FiberCop, strumentale a creare la società della rete unica assieme a OpenFiber, a controllo pubblico; poi acquista Sparkle sempre da Tim; e infine si prende pure il controllo di Tim tramite Poste, dopo aver detto di volerla…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
"Nell’operazione di scissione lo Stato è azionista del venditore, Tim, ma anche socio di Kkr in FiberCop che ha comprato la rete, di Asterion per l’acquisto di Sparkle, oltre ad avere il controllo di OpenFiber che vorrebbe fondere con FiberCop, nonché finanziatore di tutte e due…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
I NUMERI DI POSTE VISTI DA UN ECONOMISTA
"Le Poste sono una storia di successo: da prima del Covid il titolo è salito del 140 per cento, il doppio dell’indice del mercato europeo. La sua attività originale (i pacchi) pesa ancora per il 30 per cento dei ricavi, ma cresce poco ed è in perdita. Crescita e redditività…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
I PROSSIMI TAGLI DI STM
A rischio 1.500 posti di lavoro nello stabilimento di Agrate Brianza di St Microelectronics. Numeri che la multinazionale dei chip ha portato al tavolo convocato in Regione Lombardia per discutere del futuro dei siti. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
LA STANGATA DEL GOVERNO SU UNICREDIT
Una multa compresa tra 300 milioni e 20 miliardi di euro. Tanto Unicredit rischia di pagare «in caso di inadempimento o violazione delle prescrizioni imposte dal decreto» del governo sull’offerta per acquisire Banco Bpm. A svelare il colpo di frusta è il Dpcm firmato dalla…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
UNICREDIT SBROCCA CONTRO MELONI E GIORGETTI
Ops su Banco Bpm. UniCredit evidenzia tutte le sue perplessità sulle modalità seguite dal Comitato Golden Power. A partire dall’uso dei poteri speciali in un’operazione domestica tra due banche italiane che «non è comune», visto che i deal Mps-Mediobanca, Bpm-Anima e Bper-Sondrio…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
LE CARICHE DI HUAWEI IN ITALIA
"Una collaborazione industriale, quella tra la piemontese Albasolar e i cinesi di Huawei, unica per almeno due motivi. Primo, perché si tratta della prima partnership industriale siglata, con una società italiana, dal Gruppo cinese – colosso nella telefonia e nel settore delle…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 23, 2025
QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
Banchiere milanese un po’ preoccupato pic.twitter.com/PbBKYMwH4T
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) April 22, 2025
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SULLE FINANZE VATICANE:
Vicende che hanno profondamente segnato la vita della Curia: su tutte lo scandalo nel 2019 per l’acquisto (e poi la vendita) del palazzo di Sloane Avenue a Londra, la cui operazione ha evidenziato una perdita di oltre 200 milioni di euro. Lo scandalo tra l’altro è stata una tempesta perfetta dentro le sacre stanze, che ha portato ad un ricambio di molte posizioni apicali – vicenda che ha colpito anche il cardinale Angelo Becciu – e ha determinato un cambio di assetto proprio nelle finanze: il Papa ha infatti ordinato che la “cassa” che era gestita direttamente dalla Segretaria di Stato – valutata fino a 700 milioni – da cui era scaturito lo scandalo del palazzo, fosse trasferita interamente all’Apsa, il “Mef” della Santa Sede, e questi lo facesse poi gestire sul mercato dallo Ior. In realtà questo è avvenuto in parte. Nel 2023 l’Apsa ha fatto registrare un utile pari a 45,9 milioni di euro. Ciò le ha consentito di contribuire con 37,9 milioni di euro per la missione del Papa sostenendo la Curia romana – gestisce anche degli asset direttamente, ma ora comunque è più chiaro che tutte le liquidità deve essere concentrate in unico soggetto. L’Apsa – presieduto da mons. Giordano Piccinotti e diretto dal segretario Fabio Gasperini – gestisce direttamente o tramite società interamente partecipate in Italia e all’estero oltre cinquemila unità immobiliari: 4.249 unità sono gestite in Italia, delle quali il 92% delle superfici degli immobili è localizzato nella Provincia di Roma. Per quanto riguarda Roma, la maggiore concentrazione è nelle zone immediatamente adiacenti lo Stato Città del Vaticano con il 64% delle superfici che si trova nei rioni centrali, il 19% nei quartieri limitrofi ed il 17% nei quartieri periferici. Le unità immobiliari gestite all’estero (Londra, Parigi, Ginevra e Losanna) e in Italia dalle società partecipate sono circa 1.200. La gestione immobiliare riporta un surplus di 35 milioni di euro (a fronte di ricavi operativi per 73,6 milioni di euro). Lo Ior – presieduto da Jean Baptiste de Franssu e diretto da Gianfranco Mammì – nel 2023 ha realizzato utili per oltre 30 milioni, e gestisce mezzi per 5,6 miliardi, depositi effettuati da enti religiosi, congregazioni, diocesi e dipendenti vaticani, in tutto 12mila clienti.