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Musk, Cook e non solo: ecco chi c’era alla cena con Xi a San Francisco

I principali capi azienda degli Stati Uniti hanno pagato 40mila dollari per partecipare alla cena con il presidente cinese Xi Jinping. Tutti i nomi e i dettagli

Da Elon Musk a Tim Cook: ecco alcuni dei capitani d’industria americani che hanno pagato 40mila dollari a testa per condividere un momento di intimità con Xi Jinping alla cena organizzata in suo onore a San Francisco dove il leader cinese aveva appena incontrato, a margine del Forum Apec, il suo collega Biden.

40.000 dollari per la cena con Xi

Hanno pagato secondo Reuters 40mila dollari a testa le circa 300 persone che mercoledì sera allo Hyatt Agency di San Francisco hanno preso parte alla cena col Presidente cinese Xi Jinping, presente su suolo americano per partecipare al Forum Apec e per incontrare il suo collega Biden.

I tavoli

Come riferisce il New York Times, nel salone del lussuoso hotel sono stati preparati con rose e orchidee 34 tavoli, numerati dall’1 al 39 saltando ciascun numero con un 4, che nella lingua cinese ricorda la morte, e lo sfortunatissimo 13.

Segretezza

Per ragioni di sicurezza, raccolta ancora il quotidiano più famoso di New York, la location dell’evento è stata mantenuta segreta fino al giorno prima; gli ospiti, si segnala, avevano ricevuto l’invito a prendere parte a un appuntamento mondano con un non meglio precisato “senior chinese leader”.

Sebbene fosse stato invitato nove mesi prima, Xi ha confermato la sua presenza solo all’ultimo minuto.

Polemiche

Ma, come ha spiegato in un altro lancio Reuters, tanta riservatezza era dovuta anche alle polemiche che hanno accompagnato un’iniziativa che esortava a trascorrere un paio di ore liete con il capo di un regime che rinchiude gli uiguri in campi di concentramento, tiene sotto un tallone Hong Kong e minaccia di invadere un partner degli Usa come Taiwan.

È stato in particolare il Presidente repubblicano della Commissione sulla Cina della Camera dei Rappresentanti Mike Gallagher a definire “irragionevole” il prezzo pagato dagli invitati per sedersi al tavolo con un dittatore. Lunedì scorso Gallagher aveva scritto una lettera agli organizzatori chiedendo di rivelare la lista degli invitati coperta da segreto.

Chi c’era all’evento con Xi

Ma si è dovuta attendere la fine dell’evento per scoprire l’ovvio, ossia che a quei tavoli si è accomodato il Gotha dell’industria a stelle e strisce, ben lieto di partecipare al disgelo sino-americano tanto atteso da quelle imprese Usa che ancora guardano alla Cina come a un mercato irrinunciabile.

È stato Newsweek a mettere nero su bianco i nomi di gran parte dei partecipanti, che elenchiamo qui sotto attingendo anche alle cronache di Financial Times, Bloomberg e Cnbc:

  • Gina Raimondo, Segretario al Commercio Usa
  • Wang Wentao, Ministro al Commercio Cina
  • Nicholas Burns, ambasciatore Usa in Cina
  • Larry Fink, CEO di BlackRock
  • Tim Cook, CEO di Apple
  • Stephen Schwarzman, CEO del Blackstone Group
  • Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates
  • Stanley Deal, CEO di Boeing
  • Merit Janow, ex Preside della Columbia University
  • Milind Pant, CEO di Amway
  • Darius Adamcyzk, presidente ed ex CEO of Honeywell
  • Hock Tan, CEO di Broadcom
  • Robert Goldstein, COO di BlackRock
  • Joseph Bae, co-CEO di KKR
  • Daniel O’Day, CEO di Gilead Sciences
  • Ming Hsieh, managing director di Fulgent Genetic
  • Marc Benjof, CEO di Salesforce
  • Raj Subramjaman, CEO di FedEx
  • Ryan Mcinermey, CEO di Visa
  • Merit Janow, presidente di Mastercard

C’era anche lui

Un caso a sé stante, sottolineano i giornali Usa, è stato quello del patron di Tesla e di SpaceX Elon Musk, che ha assistito al discorso di Xi ma non si è unito alla cena con gli altri commensali.

Secondo quanto ha riferito Bloomberg citando un post sul social cinese Weibo, “Musk ha espresso gratitudine e lodato la rapida crescita del settore dei veicoli a nuova energia della Cina”, sottolineando come quest’anno segni il decennale dello sbarco di Tesla in quel Paese dove oggi opera tra l’altro quella fabbrica di Shanghai che, ha aggiunto Musk, “è diventata per Tesla un crucciale hub per la produzione e l’export”.

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