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Tutti pazzi per Re Carlo?

Come è andata la visita di Re Carlo a Roma e quali sono stati i commenti dei politici. La nota di Sacchi.

Alla fine è semplicemente “Carlo”, non più Re Carlo, e la Regina è “Camilla”. I Reali inglesi conquistano Montecitorio dove per un pomeriggio diventano di casa, al punto che parlamentari, di Camera e Senato, riuniti in seduta comune ne parlano chiamandoli solo con i nomi di battesimo. Entusiasti i cronisti parlamentari, distanziati dal cordone dei commessi, che quasi non credono ai loro occhi quando Carlo, seguito dalla Regina, uscendo dall’Aula in Transatlantico non tira dritto verso l’uscita, ma, con un improvviso fuori programma, li va a salutare stringendo loro la mano.

Il discorso di Carlo III, Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri quattordici reami del Commonwealth, figlio maggiore della regina Elisabetta II e di Filippo di Edimburgo, tra una citazione e l’altra di Dante, Garibaldi, Marconi, del “leggendario procuratore anti-mafia” Falcone, della partigiana Paola Del Din, dell'”eroismo della Resistenza” e il ricordo dei soldati inglesi che ci liberarono, dell’ospitalità data loro dai civili italiani, la sottolineatura delle sfide di oggi che vedono Inghilterra e Italia insieme per l’aiuto all’Ucraina, la sottolineatura che “siamo entrambi Paesi europei”, galvanizza l’aula di Montecitorio. Creando uno dei rari momenti di consenso tra maggioranza e opposizione.

Ma oltre a quello che viene ritenuto “un grande discorso anche sul piano politico”, come dice a Startmag il senatore del Pd, Filippo Sensi, è lo stile personale del monarca che colpisce di più. Antonio Tajani, vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, afferma che ne è rimasto colpito “dalla simpatia umana”, oltre che, sul piano politico, dalla parte del discorso dove il Re esalta l’appartenenza al “Continente europeo di Italia e Inghilterra”. Simonetta Matone , deputata della Lega, ex magistrato: “Colpiscono di lui naturalezza, semplicità, umorismo”. Il portavoce nazionale e vicecapogruppo vicario alla Camera di Forza Italia, Raffaele Nevi: “Mi sono piaciuti di lui semplicità e umorismo, anche la capacità di sorridere di fronte all’errore sui tempi della conclusione della cerimonia”. Lo speaker infatti la dichiara terminata, dopo la standing ovation per Falcone, ma “Carlo” sorridendo fa presente: “Non ho ancora finito”. E il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che con Ignazio La Russa, presidente del Senato, presiede la cerimonia, ironizza dicendo in inglese al Re “it’s a joke, italiani…”.

Risate nell’emiciclo. “Carlo è apparso ancora più affabile di quanto si potesse immaginare”, dice il deputato di FI, Alessandro Cattaneo. E Maurizio Gasparri, capogruppo azzurro al Senato: “Mi è piaciuto molto il suo umorismo…”. Il monarca inglese fa colpo quando esordendo con un italiano perfetto scherza dicendo di sperare di “non rovinare la lingua di Dante” al punto di “non essere più invitato in Italia”. Gianni Cuperlo, deputato del Pd, storico parlamentare della sinistra: “Assolutamente simpatico e spiritoso. E anche Camilla…”. Il deputato di FI, Andrea Orsini, che peraltro ha anche il titolo nobiliare di principe: “Ha parlato dei princìpi, senza entrare nel contenuto politico, ovvero quello che deve fare un vero Re”. E, comunque, per il deputato leghista, Stefano Candiani, Carlo ha dimostrato anche una sua abilità molto politica, mandando un preciso messaggio: “Prima ci ha accarezzato con la nostra arte e storia, poi ha ricordato che gli inglesi (con gli americani ndr) ci hanno liberato e infine ha ricordato il progetto di costruire insieme aerei da combattimento di prossima generazione…”. Conclude Candiani, sorridendo: “Secondo un detto, alla fine resteranno solo cinque Re: i quattro delle carte e il Re d’Inghilterra”.

“Carlo”, che in mattinata aveva incontrato il premier Giorgia Meloni a Villa Pamphilj (“Sottolineata la storica amicizia tra le nostre Nazioni che auspichiamo si possa rafforzare sempre più”, afferma Meloni), conclude con Dante. Che cita per le sfide del futuro: “Fiduciosi che qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni, nel nostro continente e oltre, possiamo farlo insieme, e lo faremo insieme. E quando lo avremo fatto, potremo dire, con Dante: ‘e quindi uscimmo…a riveder le stelle'”.

Oggi visita a Ravenna con il presidente Mattarella per ricordare gli 80 anni dalla Liberazione di quella provincia.

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