Egregio direttore,
nel lontano 2005, quando ancora intraprendevo la mia carriera accademica, sono stato reclutato dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste come tutor nell’ambito di una convenzione con lo Stato Maggiore dell’Esercito finalizzata ad avviare alla laurea gli ufficiali, immagino con l’intento di agevolarne i percorsi all’interno delle gerarchie militari.
Mi piacerebbe essere più preciso con lei, ma purtroppo non dispongo nemmeno di un documento relativo alla mia partecipazione alle attività didattiche a Trieste nonostante abbia più volte fatto richiesta di tale titolo alla segreteria della Facoltà di Scienze Politiche per formalizzarlo all’interno del mio Curriculum vitae.
Di quell’esperienza restano dunque solo le mie memorie, che sono di simpatici ufficiali che presentavano alla mia attenzione tesi non proprio eccelse da un punto di vista accademico, ma in cui quei militari riversavano, oltre che le loro conoscenze pratiche, quel po’ di passione che sviluppavano in un’esperienza gratificante com’è il laurearsi.
Non credo di aver incontrato il generale Roberto Vannacci, me lo sarei sicuramente ricordato. Ma nelle aule e nei corridoi dell’Università di Trieste ho visto molte persone come lui, baldi, rampanti, entusiasti. Mi contattavano con frequenza, contando sul mio aiuto nella stesura di tesi che avevo l’onere di trasformare in un credibile prodotto scientifico.
Per esserle più utile mi riprometto di contattare il prof. Giovanni Delli Zotti, docente di Sociologia all’università di Trieste, e mio referente per le attività di tutorato nel contesto di quella convenzione.
Cordialmente
Marco Orioles
Giornalista, sociologo, già docente negli atenei di Udine e Verona