Tra aperture di porte sante, segnali putiniani da Sibilla Cumana sulla guerra in Ucraina, il misterioso, forse ricattatorio arresto della giornalista italiana Cecilia Sala in Iran, l’ormai abitudinaria scoperta di fine anno del monocameralismo, bocciato referendariamente nel 2016 ma impostosi di fatto col bilancio approvato da una Camera e ratificato in pochi giorni dall’altra a suon di voti di fiducia, i soliti retroscena delle altrettanto solite scalate sul vuoto, come quella di ritorno al Viminale attribuita a Matteo Salvini assolto dall’accusa di aver fatto male il ministro dell’Interno nel 2019, addirittura sequestrando immigrati clandestini; tra tutto questo, dicevo, era naturale che passasse quasi inosservato l’ultimo sondaggio del 2024. Che è stato chiuso il 20 dicembre dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli, steso su due intere pagine del Corriere della Sera del 27 dicembre, alla riapertura delle edicole dopo la pausa natalizia di 48 ore, e richiamato con una certa enfasi in prima.
I numeri, cioè i risultati, giustificano la sproporzione fra lo spazio ad essi dedicato dal principale giornale e le scarse reazioni, a dir poco, raccolte. Sì, rispetto alle elezioni politiche del 2022 il partito di destra di Giorgia Meloni è rimasto in testa alla classifica generale, prima salendo dal 26 al 28,8 per cento delle elezioni europee di giugno scorso e poi scendendo al 27,6 delle intenzioni di voto del 20 dicembre. E’ sempre un punto e mezzo abbondante in più, d’accordo, in poco di due anni ma solo questo.
Il Pd dell’antagonista della Meloni, Elly Schlein, è salito dal 19,1 al 22,5, cioè di tre punti e mezzo scarsi, ma a giugno scorso nelle elezioni europee era salito al 24,1. Dove non è riuscito quindi a restare, anche se in alcune regioni ha vissuto l’ebbrezza autunnale del 30 e 40 e più per cento.
Più contento del Pd della Schlein potrebbe sentirsi, nonostante i funerali celebrati dal suo fondatore e ormai ex garante Beppe Grillo, il movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Che, sceso dal 15,4 delle elezioni politiche del 2022 al quasi 10 per cento delle europee di giugno scorso, è risalito al 13,3 del 20 dicembre: una cifra da capogiro rispetto al 4,6 della Liguria e al 3,5 dell’Emilia Romagna. Se ha davvero tirato un sospiro di sollievo mangiandosi il panettone, e consolato anche la compagna Olivia per i debiti dell’albergo di famiglia, Conte qualche motivo lo ha pur avuto. Anche se non deve allargarsi troppo e pensare, magari, di sorpassare la Schlein nella inesorabilmente improbabile corsa a Palazzo Chigi, almeno in questa legislatura.
Che dire poi, in particolare nel centrodestra stavolta, della tanta fatica compiuta per niente, nel tentativo di sorpassarsi a vicenda, dalla Lega di Matteo Salvini e dalla Forza Italia di Antonio Tajani? La prima è scesa dall’8,8 all’8,6 per cento. La seconda è rimasta ferma all’8,1 dopo avere sognato per il 9,6 raccolto col partitino di Marcello Lupi nelle europee di giugno.