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Sergio Mattarella e Marina Berlusconi alleviano le pene di Giorgia Meloni

Meloni “riconciliata” con Mattarella e con Marina Berlusconi…. I Graffi di Damato

La premier Giorgia Meloni è entrata nel suo terzo anno di governo prendendosi una documentata rivincita, con foto e pubbliche dichiarazioni, su quanti l’hanno rappresentata sino a ieri mattina sui giornali di tendenza oppositoria come una leader disperata, alle corde: assediata da Sergio Mattarella, preoccupato al Quirinale della polemica con i magistrati, e da una Marina Berlusconi tentata, in concorrenza col fratello Pier Silvio, di entrare in politica e di sfasciarle il centrodestra, o contenderle in prospettiva la guida.

Con Mattarella la premier si è incontrata proprio ieri per partecipare alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa indetta e presieduta dal capo dello Stato. Fotografi e telecamere hanno potuto riprendere e testimoniare la cordialità dei rapporti fra i due. Mattarella peraltro aveva appena firmato la manovra finanziaria, e non solo il decreto legge col quale la Meloni ha deciso quanto meno di fronteggiare le ultime invasioni di campo – lamentate dal ministro della Giustizia e non solo dalla presidente del Consiglio- dei giudici in materia di gestione dell’immigrazione clandestina. Un decreto legge comprensivo anche di quella possibilità di ricorrere alla Corte d’Appello contro decreti, ordinanze e quant’altro dei giudici su cui i retroscenisti avevano riferito di un forte dissenso appunto del Capo dello Stato.

In comune Mattarella e la Meloni avevano già avuto prima della riunione del Consiglio Supremo di Difesa anche una forte reazione polemica alla deriva razzista attribuita alla polizia italiana, e alla stessa Italia, dal Consiglio d’Europa. Che da tempo gode, nella valutazione del suo ruolo e della sua pretesa importanza, della confusione che se ne fa con l’Unione Europea e il relativo Consiglio. Una confusione che a questo punto dovrebbe consigliare l’uscita dell’Italia dall’organizzazione arbitrariamente scambiata per l’altra che dispone anche di un Parlamento eletto.

Mentre al Quirinale si è dissolta la rappresentazione dei due presidenti in tensione fra loro, Marina Berlusconi ha colto nella Galleria Alberto Sordi di Roma, dirimpettaia di Palazzo Chigi, l’occasione offertale dall’inaugurazione di un emporio della Mondadori per apprezzare l’azione del governo e unirsi alle critiche della Meloni ai magistrati, che ormai la definiscono anche nelle loro corrispondenze telematiche “un pericolo” più grande del compianto Silvio Berlusconi. Magistrati “nemici del Paese”, e non solo dei governi del padre prima e della Meloni poi, ha detto Marina.

“B. di padre in figlia. Marina anti-giudici”, ha titolato Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio stampando in rosso quei “nemici del Paese” dati dalla primogenita di Berlusconi ai magistrati e mettendo la premier al suo rimorchio. “Pure Meloni li attacca”, si legge sempre nel titolo del Fatto.

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