CHI SOSTIENE VON DER LEYEN
I tre partiti della maggioranza – PPE, S&D e Renew – contano 401 membri. In teoria dovrebbero essere sufficienti a confermare Ursula von der Leyen per un secondo mandato. Ma il voto è segreto e le legislature passate insegnano che c’è un tasso di diserzione nelle famiglie europeiste che oscilla tra il 10 e il 15 per cento. La stessa von der Leyen nel 2019 ne è stata vittima, quando riuscì a farsi confermare per appena nove voti, malgrado il fatto che la maggioranza europeista avesse quasi 100 voti di vantaggio. Le condizioni cinque anni fa erano diverse. Von der Leyen non era la candidata del PPE, ma un ministro della Difesa contestata in Germania, scelta dai capi di Stato e di governo contro il sistema dello Spitzenkandidat. Il numero di diserzioni nei due principali partiti tedeschi – la Cdu-Csu e la Spd, che all’epoca governavano insieme in grande coalizione a Berlino – era stato decisamente alto. Alla fine von der Leyen riuscì a passare solo grazie al sostegno del partito nazionalista polacco Legge e Giustizia e dei populisti italiani del Movimento 5 Stelle. Quanti saranno i disertori nel 2024?
CHI NON SOSTIENE VON DER LEYEN
Le posizioni ufficiali dei gruppi e delle delegazioni nazionali non sono state ancora adottate, con l’eccezione del PPE che sostiene la sua candidata. Interrogando decine di deputati e consultando diverse fonti, abbiamo messo insieme una mappa di come potrebbe essere il voto di giovedì. Sappiamo già chi voterà di certo contro: le estreme. All’estrema destra, il gruppo dei Patrioti per l’Europa (84 eletti) e quello dell’Europa degli Stati nazione (25 eletti). All’estrema sinistra, il gruppo The Left (46 eletti). Quasi tutti i deputati che non hanno trovato un gruppo dove accasarsi – i non iscritti e i non affiliati sono in totale 32 – voteranno ugualmente contro von der Leyen. Anche il gruppo dei Conservatori e riformisti europei (ECR – 78 eletti) non sosterrà in massa la presidente della Commissione. Ma dai suoi ranghi potrebbero arrivare alcuni voti utili.
COSA DICE ECR DI MELONI
La posizione ufficiale dell’ECR è “libertà di voto”, ha detto il suo presidente Nicola Procaccini. I 20 deputati polacchi del PiS voteranno contro von der Leyen, così come molte delle delegazioni nazionali dell’ECR che si collocano sull’estrema destra. La grande incognita sono i 24 deputati di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. “Il voto è negativo al momento”, ci ha detto Procaccini. Ma Fratelli d’Italia vuole aspettare l’audizione del gruppo ECR con von der Leyen martedì e le “indicazioni” della stessa Meloni. Nell’ECR i tre deputati del Partito civico democratico del premier ceco Petr Fiala e i tre dei nazionalisti fiamminghi della N-VA dovrebbero votare a favore di von der Leyen.
LA POTENZIALE MAPPA DELLE DEFEZIONI
La parte più difficile della mappa riguarda le diserzioni all’interno dei gruppi della maggioranza europeista. Nel PPE (188 eletti) sono due le delegazioni che avevano annunciato un voto negativo su von der Leyen: i francesi dei Républicains (6 eletti) e gli sloveni di SDS (5 eletti). Ma dopo le elezioni, non hanno confermato la loro contrarietà alla presidente della Commissione, né in pubblico né nelle riunioni interne. Tuttavia von der Leyen non è amata dentro la sua famiglia politica. Secondo una buona fonte, le diserzioni dentro il PPE saranno tra i 15 e i 20 deputati. Il gruppo dei S&D (136 eletti) potrebbe rivelarsi il più compatto. Allo stato attuale, le diserzioni tra i socialisti sarebbero tra 10 e 15 deputati. Attorno al 10 per cento. Tra i liberali di Renew (77 eletti) il tasso potrebbe salire ben oltre al 15 per cento: altri 12-15 voti in meno. Sei deputati irlandesi di Renew non voteranno a favore di von der Leyen per il suo sostegno a Israele nella guerra a Gaza. I tedeschi della Fdp (5 eletti) avevano fatto campagna elettorale contro von der Leyen.
I NUMERI
Calcolatrice alla mano, su 401 deputati della maggioranza europeista – PPE, S&D e Renew – tra i 40 e i 50 eletti non voteranno a favore di von der Leyen. È dal gruppo dei Verdi (53 eletti) che può arrivare la certezza della sua conferma. “Bene”, ci ha risposto von der Leyen, quando le abbiamo chiesto, incrociandola nei corridoi del Parlamento, com’era andato l’incontro con il gruppo dei Verdi la scorsa settimana. “Abbiamo avuto uno scambio molto costruttivo”, ha detto la presidente dei Verdi, Terry Reintke, al termine della riunione. Con von der Leyen “ci sono molte comunanze, molte cose su cui vogliamo andare nella stessa direzione”. Inoltre “c’è un interesse comune contro l’estrema destra”, ha spiegato Reintke. Non tutta la famiglia ecologista è unita. Ma almeno metà del gruppo dei Verdi dovrebbe sostenere la sua riconferma, permettendo a von der Leyen di superare la soglia dei 361 voti.
I MARGINI DI INCERTEZZA
Un margine di incertezza resta. Tutto può ancora cambiare. I Verdi vogliono vedere le linee programmatiche e sentire il discorso di von der Leyen prima di annunciare il loro voto favorevole. Anche il gruppo S&D ha detto che non ci sarà un “assegno in bianco”. “La posizione del gruppo non è finalizzata”, ci ha detto una fonte di Renew. Negli incontri delle ultime settimane, von der Leyen “non ha suscitato entusiasmo”, spiega un altro interlocutore. “Un grande vuoto”, dice un altro. La presidente della Commissione ha fatto promesse contraddittorie. La sua conferma per un secondo mandato, se ci sarà, è più per difetto che per convinzione. Ma l’importante è raggiungere i 361 voti il 17 luglio. Poi Ursula von der Leyen sarà libera di fare ciò che vuole.
(Estratto dal Mattinale Europeo)