Gli addetti alla commercializzazione delle feste dovrebbero inventarsi l’uovo di Ferragosto, dopo quello di Pasqua cui siamo abituati, perché la sorpresa è prepotentemente entrata nelle tradizioni politiche di questa stagione. L’ultima l’ha riservata proprio Clemente Mastella in una intervista al Foglio proprio di Ferragosto con la quale si è guadagnato anche il soprannome di Mastelly, ricavato dalla somma del suo cognome e del nome della Schlein: la segretaria del Pd alla quale il sindaco di Benevento si è offerto per concorrere come Matteo Renzi al cosiddetto ma un po’ fantomatico campo largo dell’alternativa al governo di Giorgia Meloni.
“Schlein non l’ho sentita”, ha precisato Mastella. E neppure ci ha giocato insieme in una partita di beneficienza calcistica come Renzi. “Io però -ha detto l’uomo allevato nella scuderia democristiana e campana del compianto Ciriaco De Mita- sono sempre a disposizione quando si tratta di costruire. Che sia a livello locale, regionale o nazionale. Ma ci devono essere le condizioni”. Quali? “Per esempio, Schlein -ha risposto- potrebbe iniziare a dire al Pd di Benevento di parlare con Mastella anziché fare accordi con esponenti del centrodestra locale”, evidentemente contro di lui. Che pure con gli “oltre centomila voti” sostanzialmente personali, o familiari, ha già permesso alla sinistra di vincere elezioni anche a livello nazionale diventando per questo guardasigilli con Romano Prodi. Sino a quando i magistrati non colpirono la moglie presidente del Consiglio regionale campano, indussero lui a dimettersi da ministro, trascinarono appresso nella caduta l’intero governo e provocarono le elezioni anticipate. Storie di normale amministrazione, si potrebbe dire nella politica da quando i suoi rapporti con la Giustizia, generosamente con la maiuscola, furono rovesciati nel 1992 con l’inchiesta “Mani pulite” sul finanziamento abitualmente illegale dei partiti. E i reati connessi perseguiti dai magistrati a suon di manette: dalla corruzione alla concussione.
Dopo l’offerta di Mastella si aspettano, come dopo quella di Renzi, le reazioni sofferte delle altre presunte o aspiranti componenti del campo largo. Che tanto più si estende tanto meno diventa o appare “giusto”, per esempio, all’ex premier e ora presidente solo del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Conte.
Da queste incursioni, chiamiamole così, nel campo dell’alternativa al centrodestra, o destra-centro, è già nata una vignetta che ho definito “omerica” di Claudio Cadei su ItaliaOggi che ha immaginato Matteo Renzi come il cavallo inventato da Ulisse per sconfiggere finalmente Troja penetrandovi con l’inganno. A quella è seguita un’altra vignetta di Cadei, sempre su ItaliaOggi, meno omerica, dove Renzi si lancia nella piccola e traballante piscina mobile della Schlein e Conte per svuotarla. Renzi o anche Mastella, dopo l’uovo di Ferragosto del sindaco di Benevento.