Matteo Renzi lo accusa di dire “frasi a effetto”. Detto dal leader di Iv, ex premier, uno che con le battute va a nozze, fa un po’ sorridere. Carlo Calenda, leader di Azione, invece, ci va giù di vanga, poco pariolina: “vai a lavorare e non rompere le p…”. Matteo Salvini fa innervosire il terzo polo. Per un verso o per l’altro Renzi e Calenda, alle prese con la telenovela del loro divorzio, sembrano ormai trovare una loro ultima unità solo contro il leader della Lega, vicepremier e ministro di Infrastrutture-Trasporti. L’anti-salvinismo come un tonico nel momento di rottura della mini-coalizione terzopolista.
Renzi comunque ci va più morbido perché anche secondo lui “Amnesty sbaglia a non andare a LuccaComics” addirittura per il motivo che è sponsorizzata dell’Ambasciata di Israele. Salvini, che aveva intercettato per primo la singolare scelta dell’associazione umanitaria insieme con quella di Zerocalcare, giudica “razzista” la decisione di Amnesty. Che ha accusato a sua volta Salvini di essere “lui un esperto di razzismo”.
Calenda, ormai il compagno divorziato di Renzi del fu terzo polo, ha usato un frasario che gli ha fatto guadagnare l’appellativo di sciasciana memoria da parte di Salvini: “Ominicchio”. Termine scelto dal leader leghista per “questo signorotto della Roma bene che offende”.
Renzi, a sua volta, nei giorni scorsi con amarezza in un’intervista prendeva atto del fatto che il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti tanto non si staccherà mai da Salvini, notizia peraltro non nuova, anzi vecchissima per chi conosce almeno un po’ la Lega. Insomma, il protagonismo di Salvini sembra infastidire soprattutto il fu terzo polo.
Al centro delle polemiche anche del Pd di Elly Schlein e della sinistra più radicale la manifestazione della Lega a Milano il 4 novembre, a sostegno di Israele, “per la difesa dell’Occidente, dei Diritti, della Sicurezza, della Pace, delle Libertà”, annuncia una nota di Via Bellerio. Che spiega: “Sarà una piazza senza bandiere, pacifica e aperta a tutti. Un’occasione per ribadire l’importanza della lotta al terrorismo, all’antisemitismo, in difesa dei diritti delle donne e contro il fanatismo jihadista”. Perché, sottolinea la Lega, “le conquiste e i diritti fondamentali dell’Occidente costate milioni di vittime non possono essere messi in discussione”. Conclusione: “In un momento di gravi tensioni internazionali l’Italia ha il dovere di rimarcare la propria collocazione fra i Paesi democratici e liberi”.
Mentre proliferano manifestazioni dei centri sociali e della sinistra più estremista contro Israele suona un po’ singolare che la Lega di Salvini non abbia per le opposizioni il diritto di manifestare contro l’antisemitismo. “Manifestazione legittima”, dice l’alleato azzurro, portavoce di FI Raffaele Nevi, pur specificando che FI non vi parteciperà perché sarà alla festa del 4 novembre delle forze armate. E soprattutto oggi Forza Italia sarà alle prese con il premier Giorgia Meloni per la stretta sulla manovra, dove gli azzurri non vogliono altre tasse sulla casa. Dalla Lega a FI, il centrodestra è unito, ma plurale.