“Poco prima di venire qui ho incontrato il capo negoziatore del dialogo Belgrado-Pristina, e prima ancora la parte kosovara e non ne ho tratto motivi di speranza” perché “le fragilità permangono” e “la polarizzazione odierna delle società occidentali non aiuta in questo”. La presidente della commissione Affari esteri e Difesa del Senato, di Forza Italia, Stefania Craxi, va dritta al punto. Senza giri di parole affronta la questione al convegno I Balcani, l’Italia e l’Europa, organizzato dalla Fondazione Craxi in collaborazione con l’Istituto Affari Internazionali, nella Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” a Roma. Per questo, aggiunge la Craxi, “non c’e dubbio che l’area balcanica rappresenti per Italia e per l’Ue una assoluta priorità”.
Che quella dei Balcani sia più che mai un’area “strategica per l’Europa”, lo aveva sottolineato nell’introduzione il direttore generale della Fondazione Craxi, Nicola Carnovale. Per Stefania Craxi l’allargamento è antidoto a pulsioni nazionalistiche e ingerenze straniere. L’Europa, osserva, “non esiste se non esiste un comune interesse europeo che va sviluppato prima di una difesa europea. “Deve rimanere ferma – avverte la presidente Esteri e Difesa del Senato – da parte degli Stati dei Balcani la credibile prospettiva dell’integrazione, una necessità incrementata da forme programmatiche ambiziose, con riforme volte al pluralismo politico e rafforzamento economico e dello Stato di diritto”. Dall’altra parte, però, è necessario “un rinnovato impegno sull’allargamento, che appare l’antidoto alle pulsioni nazionalistiche e alle penetrazioni di potenze straniere che hanno l’ambizione di espandere le loro maglie espansionistiche fino al cuore dell’Europa”.
“Occorre sostenere il processo di europeizzazione dell’area balcanica, favorendo il dialogo e la pacificazione etnica attraverso le vie diplomatiche. Per l’Ue, i Balcani occidentali sono una missione geopolitica e devono essere in cima al dossier della prossima Commissione europea”, conclude la presidente Craxi.
“Quando ci sono dei vuoti qualcuno li riempie” e nella zona dei Balcani “è molto facile avere influenze malevole, come l’attore russo che qui fa i propri interessi e quello cinese che nel campo infrastrutturale fa da padrone”, afferma, a sua volta, il comandante del Vertice operativo interforze (Covi), generale Francesco Paolo Figliuolo. Che sottolinea il ruolo centrale della Nato: “È importante la prospettiva europea e in questo momento l’opinione pubblica dei Paesi balcanici è fortemente favorevole all’integrazione Ue, a eccezione della Serbia. Sul fronte della sicurezza i Balcani rimangono una regione molto sensibile e la Nato in questo continua a compiere un ruolo di successo nella stabilizzazione, la missione Kfor ne è un esempio”. Omaggio al convegno a Gianni De Michelis che per primo affrontò la questione dell’allargamento Ue ai Balcani, da sempre “regione” strategica.