Alla fine l’offensiva di Pd, Cinque Stelle e +Europa sulle frasi di Guido Crosetto, al termine di un’intervista a Il Corriere della sera, sull’eventualità che solo “l’opposizione giudiziaria” potrebbe interrompere il percorso del governo Meloni, fotografa l’ennesima divisione delle opposizioni. Ovvero, come in un cortocircuito, la mancanza di un vero fronte alternativo.
È la stessa oggettiva ragione politica di fondo per la quale il ministro della Difesa si era spinto a dire, anche sulla base delle esperienze del passato dei “governi di centrodestra”, che solo, appunto, l’opposizione delle cosiddette “toghe rosse” (lui non le chiama così) a questo punto potrebbe essere l’unica insidia.
I leader di Pd e Cinque Stelle, Elly Schlein e Giuseppe Conte, con tutta la sinistra radicale e +Europa attaccano. Italia Viva di Matteo Renzi, invece, con Davide Faraone, apprezza il discorso a Montecitorio di Crosetto che risponde all’interpellanza urgente presentata da +Europa. Faraone: “È un discorso da sottoscrivere punto per punto”. Anche se sia Faraone che Renzi, in una dichiarazione, da opposizione terzista, che si definisce garantista, criticano il governo sul fatto che la riforma della giustizia è bloccata.
Crosetto si difende dalle accuse ribadendo che non è sua intenzione attaccare la magistratura o fare del complottismo, ma non fa marcia indietro. Sottolinea: “Non ho mai attaccato e mai attaccherei la magistratura. È stato messo su un plotone di esecuzione ad personam, contro il sottoscritto. Serve una riflessione sul ruolo che in un Paese democratico debba avere la magistratura. Prima o poi questo scontro tra politica e magistratura dovrà finire”.
Crosetto punta l’indice su una delle frasi, sentite da una “corrente”, che lo hanno spinto a parlare: “Io mi chiedo: il ruolo della magistratura è quello di ‘riequilibrare la volontà popolare?’. Non penso che esista un organo dello Stato che deve riequilibrare l’altro. Porterò in Aula decine di frasi che mi preoccupano. Chi giudica deve essere terzo”.
A Montecitorio solo una trentina di deputati ad ascoltarlo. Un’immagine inversamente proporzionale all’intensità dell’ennesimo allarme democratico lanciato dalla sinistra e dai pentastellati con +Europa. Crosetto ringrazia Schlein e Conte per essere presenti. L’ex premier e leader pentastellato replica a Crosetto che ci sono, semmai, “le fermate ad personam” e non i “plotoni di esecuzione” di cui ha parlato il ministro a proposito degli attacchi ricevuti. Evidente riferimento di Conte alla polemica “ferroviaria” contro il ministro Francesco Lollobrigida.
Resta il tema cruciale della riforma della giustizia. Tema sul quale incalza Forza Italia che pur in un equilibrio unitario di coalizione di governo intende far valere quella che da sempre è una sua battaglia distintiva. Tanto più ora che FdI, dopo posizioni più storicamente fredde della destra in generale sull’ingerenza di certe aree della magistratura nella politica, con il liberale Crosetto, tra i cofondatori di FdI, sollecita una riflessione sul tema.
E il ministro Carlo Nordio, eletto come indipendente da FdI alla Camera, l’altro ieri al Csm, pur in un discorso distensivo, alla presenza del Capo dello Stato, che ne è il presidente, nel quale ha ribadito l’autonomia della magistratura, ha però pure affermato che la Costituzione “non è immutabile”. E che, quindi, serve una riforma della giustizia.
Si tratterà ora di vedere come premierato e autonomia marceranno insieme alla riforma della giustizia e quali dinamiche interne, anche in vista delle Europee, ci saranno negli equilibri della stessa maggioranza di governo. Se il premier Giorgia Meloni ha definito il premierato, previsto nel disegno di legge del ministro Elisabetta Casellati, “la madre di tutte le riforme” e l’autonomia è da sempre nel dna della Lega di Matteo Salvini, per FI quello della giustizia è un tema bandiera.
Distinguo ci sono nella maggioranza anche sulle alleanze in Europa. Salvini per domani a Firenze ha promosso una manifestazione del gruppo Identità e Democrazia con tutte le delegazioni delle forze di destra alleate della Lega in Europa. Presenti in collegamento anche Marine Le Pen e il vincitore delle elezioni in Olanda Geert Wilders. Se Salvini punta ad una maggioranza di centrodestra anche in Europa senza Pse e Macron, il segretario azzurro Antonio Tajani ribadisce l’alleanza tra Ppe, Conservatori e Liberali.
Pur alle prese con distinguo interni sui rapporti nella Ue, fisiologici in vista delle Europee con il proporzionale, il centrodestra ha però di fronte un’opposizione confermatasi anche stavolta divisa. Che sembra muoversi più sul tema di giornata che su un vero disegno alternativo. E anche di fronte a questa situazione Crosetto aveva, appunto, individuato in una eventuale “opposizione giudiziaria” l'”unica” insidia per la continuità dell’esecutivo.