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Perché Meloni ha qualche dubbio sui piani di Starmer e Macron

Parole e mosse del governo Meloni tra Usa e Ue sull'Ucraina. La nota di Sacchi

Giorgia Meloni a Londra nel suo ruolo di ponte tra Usa e Europa conferma, dopo la telefonata con Trump dell’altra sera, il sostegno italiano a Kiev in un incontro con Zelensky, che fa seguito a quello con il premier inglese Starmer. Ma sottolinea che l’obiettivo di una “pace giusta è duratura” è interesse di tutto l’Occidente e quindi non solo dell’Europa ma anche degli Usa senza i quali procedere non si può.

Meloni è scettica sul piano cui stanno lavorando Starmer e il presidente francese Macron, che fa appello all’Italia, e esclude l’impiego di truppe a terra europee. Il premier italiano insiste per una soluzione nel quadro dell’Alleanza atlantica anche se questo non significa far entrare l’Ucraina nella Nato. Meloni parte dalla necessità di scongiurare il rischio che l’Occidente si divida e di lavorare per un vertice urgente tra Usa e Ue con l’obiettivo di assicurare una pace “giusta e duratura” per l’Ucraina. Che è anche “nell’interesse degli Stati Uniti”, non solo di Kiev. Poiché “Trump si pone come portatore di pace, non si può permettere una pace che non sia duratura”, spiega Meloni. La “cornice atlantica” viene individuata come soluzione più efficace per dare al Paese di Volodymyr Zelensky le garanzie di sicurezza che chiede.

Al summit dei leader sull’Ucraina Meloni arriva con una missione precisa: tenere ancorate Europa e America nella ricerca di una soluzione al conflitto russo-ucraino, provando a fare da ‘ponte’ tra le due sponde dell’Atlantico. Con Kiev, ma insieme a Trump: questo, in buona sostanza, il messaggio che la premier consegna sia nel bilaterale a Downing Street con l’omologo inglese Keir Starmer sia nel summit pomeridiano a Lancaster House, convocato dallo stesso primo ministro britannico per parlare del futuro di Kiev (presenti una quindicina di Paesi euroatlantici, oltra ai vertici di Ue e Nato).

Nei colloqui avuti oggi, Meloni non nasconde le sue forti perplessità sulla proposta anglo-francese di inviare truppe europee in Ucraina come forze di interposizione. E nel punto stampa a conclusione della visita ribadisce il suo no: è una soluzione “che rischia di essere molto complessa e probabilmente meno risolutiva di altre”, rimarca la presidente del Consiglio, precisando come l’ipotesi di un contingente italiano in Ucraina non sia mai stata “all’ordine del giorno”. Secondo l’inquilina di Palazzo Chigi la soluzione per impedire il ripetersi di ciò che è accaduto in Ucraina negli ultimi tre anni potrebbe essere un’estensione dell’articolo 5 della Nato all’Ucraina, “che non vuol dire necessariamente un ingresso di Kiev nell’Alleanza atlantica”: “Bisogna pensare ‘fuori dalla scatola’, in modo creativo. Bisogna ripartire da lì prima di fare altre proposte. Abbiamo corso un po’ troppo”, osserva Meloni.

A margine del summit di Lancaster House, il premier incontra Zelensky per un faccia a faccia, rinnovando al leader ucraino e al suo popolo il sostegno dell’Italia e “l’impegno, insieme ai partner europei, occidentali e agli Stati Uniti” per la costruzione di “una pace giusta e duratura, che assicuri un futuro di sovranità, sicurezza e libertà all’Ucraina”. Interpellata dai cronisti, il premier torna sullo scontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e il presidente ucraino, dicendosi “dispiaciuta” per quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo. Dice di aver trovato uno Zelensky “dispiaciuto” ma “razionale” e determinato ad andare avanti per una soluzione. “Penso però – puntualizza – che non sia utile per nessuno in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie”.

Alcuni media vedono qui una frecciata al vicepremier Matteo Salvini criticato da Forza Italia per il suo “trumpismo” ritenuto eccessivo, anche se è un fatto preciso che Salvini è stato l’unico leader italiano a scommettere sulla vittoria di Trump. Ma l’ammonimento di Meloni sembra invece piuttosto rivolto ai suoi partner europei che dopo lo scontro nello Studio Ovale si sono limitati a prendere in coro le pur giuste difese del presidente ucraino.

La proposta di Meloni di tenere insieme Stati Uniti e alleati europei incassa l’apprezzamento di Starmer, che definisce “ottimo” il bilaterale avuto con la leader italiana: “C’è molto terreno comune tra di noi, soprattutto sull’importanza per la sicurezza e la difesa di continuare a lavorare con gli Usa”. Ma il nodo di come rafforzare la difesa europea resta sul tavolo. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, annuncia un piano per il potenziamento della capacità difensiva del Vecchio Continente, focalizzato su garanzie di sicurezza per l’Ucraina e un incremento degli investimenti a lungo termine nel settore: Kiev deve diventare “un porcospino d’acciaio, indigesto per i potenziali invasori”, la metafora utilizzata dal capo dell’esecutivo Ue. Cosa che incontra il no della Lega: «Ursula Von der Leyen dice che è “urgente riarmare l’Europa”, Macron parla di “invio di truppe” in Ucraina.

Per la Lega invece è urgente lavorare per la Pace. L’Occidente intero ha il dovere di evitare a tutti i costi il rischio di una Terza Guerra Mondiale”. Poi, l’apprezzamento della Lega per Meloni: “Bene fa il governo italiano a cercare di tenerlo unito e il presidente Trump, con responsabilità e pragmatismo, a spingere tutti in questa direzione”.

Al termine del summit, i leader internazionali concordano sulla necessità di continuare a fornire aiuti militari all’Ucraina e di aumentare la pressione economica sulla Russia, ribadendo che Kiev dovrà essere parte integrante di qualsiasi negoziato di pace. Starmer comunica l’intenzione di formare “una coalizione di volenterosi” per far rispettare un eventuale accordo di pace, con il Regno Unito pronto a giocare un ruolo di primo piano. Il premier britannico lavorerà con il presidente francese Emmanuel Macron a un piano per la pace in Ucraina, che verrà presentato successivamente al presidente americano, Donald Trump.

E mentre la premier non cela il suo scetticismo di fronte all’attivismo di Francia e Regno Unito, proprio dal capo dell’Eliseo, intervistato dal Foglio, arriva un appello all’unità rivolto a Meloni: “Abbiamo bisogno dell’Italia, di un’Italia forte che agisca al fianco della Francia, della Germania, nel concerto delle grandi Nazioni” per fornire a Kiev “garanzie di sicurezza solide”. C’è spazio anche per il tema dazi. Meloni dice di essere “molto preoccupata” dalla minaccia americana di alzare le tariffe sui prodotti europei. L’Italia è “una Nazione esportatrice” e un’eventuale escalation “indebolirebbe tutti quanti”, ragiona il premier, secondo cui, però, con Trump è possibile intavolare una trattativa: “Credo che si possano trovare delle soluzioni che non siano necessariamente di rottura. Del resto” il tycoon è un “dealer”, sottolinea Meloni, “una persona che ama parlare di accordi e credo che noi dobbiamo ragionare di un accordo”.

L’intenzione è quella di volare a Washington per un incontro alla Casa Bianca: un colloquio “non è ancora calendarizzato, ma prima o poi andrò”, assicura. Con Kiev ma dagli Usa non si prescinde è il messaggio ai partner europei del premier italiano forte del suo rapporto “speciale” con Trump che rende l’Italia ponte tra Usa e Europa in uno snodo mondiale cruciale.

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