Prendete un tovagliolo o un canovaccio da 50 centimetri di lato e sei carte da gioco. Stendetelo sul tavolo di fronte a voi e poggiateci sopra le sei carte impilate. Guardatelo bene. Noi siamo tutto lì, in un foglio di tessuto neuronale di circa 2600 centimetri quadrati e sei livelli di strutture cilindriche che contengono 28 miliardi di neuroni in circa 4 millimetri di spessore. È la nostra corteccia cerebrale.
È la corteccia che vede, ascolta, produce sensazioni tattili, profumi e sapori. Chiusa in una scatola buia, dà senso al flusso continuo di segnali elettrici, producendo una cascata di altri segnali con cui costruiamo la realtà in cui ci muoviamo, amiamo, odiamo, comunichiamo e ci relazioniamo. Gli strati di neuroni generano il senso dello spazio e del tempo che struttura la realtà che viviamo secondo livelli di astrazione. Questa astrazione serve a produrre previsioni sul futuro, conferendo ai mammiferi un vantaggio in Natura. La realtà, sempre personale e mai oggettiva, è il prodotto di una macchina naturale creata per processare informazioni e generare azioni. Da questa Realtà Reale, possiamo espandere verso la Realtà Fantastica, allucinazioni, sogni e suggestioni. È una Terra Incognita neuronale abitata da creature fantastiche, dai draghi.
Sensazioni, sentimenti, pensieri, ricordi, passioni, tristezze, esaltazioni, azioni, parole, opinioni, affetti, odio, rancore, realtà: il modello del mondo in cui reagiamo e agiamo, fantasie, incubi, sogni. Angeli e Demoni, Mostri, mondi paralleli. Il Tempo. L’Infinito. È tutto lì dentro. In quella “Macchina per sognare” (la definizione che Michel Houellebecq ha usato per l’opera di HPL) si trovano i meandri delle convoluzioni del cervello umano. Se è vero che Lovecraft non colloca i suoi mostri all’interno dell’uomo, ma in un universo meccanicistico e caotico, è pur vero che questo universo è una proiezione della mente, un’astrazione oltre ogni limite di cui, prima di Lovecraft, non si ha contezza, se non nella follia.
Salvatore Santangelo utilizza la forma dell’opera curata per narrare H.P. Lovecraft. Ha raccolto contributi di autori differenti per affrontare i molteplici percorsi che portano la complessità di Lovecraft all’attenzione dei suoi lettori, spesso attratti solo dalla superficie del fantastico, senza approfondire il significato profondo del suo messaggio. Santangelo ha voluto restituire dignità a un fenomeno letterario spesso messo ai margini, esplorando il tempo attuale e la crisi sociale sotterranea immortalata nelle opere di Edward Hopper.
Con lui (che oltre a essere il curatore dell’opera ha anche firmato il primo contributo che introduce la figura di Lovecraft e il mondo parallelo che offre al lettore) ci sono autori che scavano nella profondità della sua opera. Angelo Clementi ripercorre la narrazione fantastica di HPL. Paolo Mariani affronta la tematica del “diverso”, che dal mondo fantastico di Lovecraft torna a parlare di sé nello specchio del quotidiano reale. Virginia Como colloca Lovecraft nel dibattito woke, o quello che era il dibattito woke, vista la dinamica attuale della società americana da cui trae origine l’opera del Solitario di Providence. Miska Ruggeri confronta Lovecraft con il mondo classico e il suo Pantheon di Miti. Pietro Guarriello si concentra su un’opera particolare di HPL: At the Mountains of Madness, per analizzare la struttura della sua narrazione in termini di ricerca sulla condizione umana come esplorazione estrema di un mondo ultraterreno, rappresentato dallo sterminato freddo vuoto dei ghiacci dell’Antartide. Infine, Adriano Monti Buzzetti Colella offre una “mappa urbana” su cui leggere i percorsi di Lovecraft, che dalla solitudine di Providence si estendono su tutto il pianeta.
Yog-Sothothery non è un libro semplice. Approfondire la mente complessa di Lovecraft e il suo mondo fantastico richiede la stessa predisposizione necessaria per leggere i suoi racconti. Bisogna entrarci dentro, superare lo Yog-Sothoth, il Guardiano della Soglia, la sentinella vigile sulla frontiera che separa questo mondo, il mondo della realtà “concreta”, dal mondo delle illusioni, dei sogni e dei fantasmi. Bisogna superare la cesura che, nella psiche umana, separa la coscienza dagli abissi più profondi dell’inconscio. Sono parole del curatore dell’opera che identificano l’ingresso nella dimensione di H.P. Lovecraft e che mantengono validità anche per affrontare Yog-Sothothery. Serve la stessa sospensione dell’incredulità necessaria per accedere alla realtà fantastica e immergersi in quella attività che alimenta la neocorteccia, quel senso del mondo attraverso il fantastico: il gioco. Si entra nella follia di Lovecraft, intesa nel senso classico, dove la follia è l’interpretazione del divino.
Leggere Yog-Sothothery, curato da Salvatore Santangelo, significa incontrare Howard Phillips Lovecraft, HPL, cartografo delle emozioni umane, esploratore delle profondità dell’anima e delle sue paure più recondite. Lì, dove si annidano i Draghi.
*Analista strategico, Marradi è Colonnello della Riserva dell’Aeronautica Militare. È andato in congedo dal servizio attivo nel dicembre 2024 dopo 41 anni di servizio militare, di cui gli ultimi 24 passati a svolgere incarichi direttivi nella gestione di programmi internazionali e delle tecnologie avanzate. Si interessa di geopolitica, conflitti moderni e wargaming professionale.