Nella solenne cornice del Teatro dell’Opera di Roma, in occasione del trentennale della scomparsa di Guido Carli il cui ricordo è stato ieri celebrato insieme con l’omonimo premio annuale alle eccellenze italiane, chiudono le note dei Pooh, 50 anni e 5 milioni di dischi, con Roby Facchinetti, cui va la medaglia per la musica.
Applausi dai palchi e dalla platea vellutati di rosso, gremiti da un parterre di significative presenze del mondo dell’economia, della finanza, delle professioni, per le celebri note di “Pensiero” e “Tanta voglia di lei”.
Si dirà: che c’entrano i Pooh con il ricordo del grande italiano, economista-statista, per 15 anni alla guida della Banca d’Italia, ex ministro del Tesoro e ex di tantissime altre cose, determinante firmatario del Trattato di Maastricht? E, invece, il premio quest’anno, per 14 eccellenze italiane, è esteso anche alla musica, allo sport, al cinema con la medaglia all’attore Pierfrancesco Favino.
La scelta è parte integrante di quel messaggio di ottimismo che la manifestazione annuale intende inviare al Paese. Quelle belle note dei Pooh, che trasmettono un profumo di vacanze e di giovanile leggerezza, incominciarono a risuonare nell’Italia dei 60 e inizi 70, il Paese sull’onda del boom economico dei 50, dopo l’impresa della ricostruzione del dopoguerra, per la quale Carli fu tra i protagonisti. Romana Liuzzo, ideatrice e presidente della Fondazione intitolata a suo nonno, l’economista-statista, di cui presidente onorario è Gianni Letta, spiega: “Con il Premio Guido Carli, quest’anno, celebriamo i talenti italiani in ogni ambito, dall’economia alla musica, dalle istituzioni allo sport. Al Teatro dell’Opera festeggiamo l’Italia di valore, e di valori, che si afferma nel mondo. Idee, creatività, cultura, arte e cibo sono il nostro soft power, la tradizione che si sposa con l’innovazione e diventa fascino in ogni angolo del globo”.
“Carli – ricorda – credeva in un’economia etica, attenta alla crescita, al lavoro e alla solidarietà. Papa Francesco, nella lettera che mi ha indirizzato in occasione del trentennale della scomparsa dello statista, avvenuta il 23 aprile 1993, ha sottolineato ‘l’impegno per il bene comune’ come tratto distintivo dello statista, invitando tutti noi, nel solco di Carli, a riflettere sul valore della fraternità e a diventare costruttori di speranza. Alle nuove generazioni vogliamo trasmettere l’importanza di lavorare insieme per il progresso collettivo. Se investiamo sulle competenze e sulle persone, la risorsa piu’ preziosa che abbiamo, siamo in grado di affrontare anche le sfide più complesse”. “Carli – aggiunge Liuzzo – è stato un economista brillante e acuto, un illuminato servitore dello Stato e un uomo di grandissima cultura. Per me, anche un nonno amorevole. Il Presidente Mattarella ha appena indicato nella sua lezione una bussola fondamentale per orientare il Paese nella vicenda economica globale e tutelare l’interesse del bene collettivo. Questo è il valore della memoria che ci onoriamo di tramandare. Abbiamo ancora tanto da imparare dal suo rigore e dalla sua intelligenza, dal suo europeismo pragmatico e non ideologico”.
Ricorda la presidente della Fondazione: “Alla fine degli anni Settanta, al tempo dell’austerity, Carli disse che quell’appuntamento storico per gli italiani conteneva anche un aspetto esaltante, per chi sente la vita come creatività, impegno, dovere. Prefigurava in quegli snodi drammatici di ‘un Paese da rifare, da cima a fondo ‘la possibilità di una rifondazione’. Oggi siamo nelle stesse condizioni”. “Attraverso i quindici premiati, il numero più alto nella storia del Premio (alla sua quattordicesima edizione, ndr) la Fondazione Guido Carli vuole rilanciare quel messaggio di ottimismo: sogno, ingegno, merito e responsabilità possono rifare il Paese, ancora una volta”, conclude.
È Gianni Letta, il presidente onorario, molto vicino a Carli, a ricordare che Giulio Andreotti descrisse quel grande italiano molto creativo come un vero “mattatore di Maastricht”. Lo ricorda da giovane con Alcide De Gasperi per farsi consegnare in un viaggio in Usa “il primo prestito” per la ricostruzione nel dopoguerra di “un Paese ancora dominato da un’economia agricola, che fu trasformato poi in una potenza industriale del gruppo dei grandi”. Letta sottolinea anche quella speciale creatività e “lieve ironia” di Carli che si è battuto contro parametri “rigidi, insensati”. “La lezione di Guido Carli è di straordinaria attualità – ammonisce – ed è ben presente nei giorni in cui si discute il Patto di stabilita'”.
Carli, prosegue Letta, “che era per un’Europa della solidarietà, ha lasciato un’impronta nella costruzione comunitaria”. “Fu protagonista assoluto dei negoziati per il trattato di Maastricht”, aggiunge il presidente onorario della Fondazione, spiegando che Carli ” fece modificare i parametri di Maastricht affinché venissero messi non nel Trattato, ma in una tabella allegata. Fu un grande successo”, conclude. Il messaggio di attualità non può che essere di rinascita e razionale ottimismo, nel solco del “pragmatismo” e “l’assoluto rigore morale” di Carli, ricorda il ministro agli Affari Europei, con delega al Pnrr, Raffaele Fitto nel video-messaggio a nome del governo guidato dal premier Giorgia Meloni.
È presente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che sottolinea la necessità da parte dell’Europa di “solidarietà e responsabilità” sul fenomeno epocale dell’immigrazione. Il premio che , sottolinea la presidente Liuzzo, “celebra talenti e lancia ottimismo”, quest’anno si allarga, dunque, alla musica, al cinema, allo sport. Le quattordici medaglie vengono consegnate, tra gli altri, a Sofia Goggia, olimpionica di Sci, a Matteo Lunelli, presidente di Cantine Ferrari, a Francesca Bellettini, presidente di Ives Saint Laurent, a Mario Moretti Polegato, fondatore e presidente di Geox, all’azionista di Menarini, Lucia Aleotti, a Clemente Mimun, direttore del Tg5, a Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, a Lamberto Giannini, capo della Polizia. E a tante altre eccellenze italiane. Fino al “Pensiero” per Roby Facchinetti che lo canta in chiusura.