Skip to content

Dio guerra e pace

Le divisioni del Papa arrivano in Trentino

Chi ci sarà e che cosa si dirà all'annuale workshop del think tank Il Nodo di Gordio.

 

Sensibilità e competenza nell’analisi dei fatti religiosi – da un punto di vista sociologico, storico, scientifico – sono ormai indispensabili per comprendere alcuni fenomeni globali. Questo è vero in modo più evidente quando si verificano crisi come quella attualmente in corso tra Scandinavia e Paesi islamici e condotta colpi di roghi di libri sacri e assalti ad ambasciate. Ma è anche vero, più in generale, per comprendere fatti che apparentemente non hanno una matrice religiosa. Ad esempio il modello di sviluppo perseguito in Occidente, quello che possiamo semplificare nell’esigenza di aumentare progressivamente il Pil, così come muove da una non meno riconoscibile matrice di carattere religiosa l’ostilità a tale modello che si manifesta con il rimpianto ecologista di un passato “naturale” che l’uomo avrebbe corrotto per malvagità, presunzione, avidità.

Che si persegua cioè il disegno dell’arricchimento, l’acquisto dell’ultimo modello di cellulare, oppure si conduca una vita di esemplare sostenibilità, ciò a cui noi davvero miriamo come obiettivo non è l’aspetto materiale ma una soddisfazione più irrazionalistica. In questo senso la competenza e la sensibilità nell’approccio alla religione sono utili, perché consentono di comprendere meglio come l’uomo sia un essere straordinariamente complesso e contorto, nel quale le pulsioni interiori sono fondamentali. È importante sottolinearlo perché fino alla metà del secolo scorso, e anche oltre, abbiamo invece poggiato la nostra vita politica e ideologica sulla contrapposizione tra i modelli materialistici: da una parte quello marxista-leninista, quindi la dittatura del proletariato e la lotta di classe; dall’altro quello liberista, quindi il capitalismo e il consumismo.

Per questo il think tank Il Nodo di Gordio ha deciso di dedicare suo annuale workshop di geopolitica – che si tiene da oggi fino a domenica 23 luglio presso l’Hotel Al Posta di Montagnaga di Pinè (Trento) – proprio al ruolo degli aspetti religiosi nei conflitti espliciti o latenti in corso nel globo. Dagli scontri tra i patriarcati ortodossi di Mosca e Kiev alle guerre tra sciiti e sunniti, fino al conflitto tra cattolici e protestanti che corre sottotraccia in America Latina. A confrontarsi sono stati invitati esperti di diversi settori e provenienze; il panel di oggi dedicato al dialogo interreligioso avrà come protagonisti l’attore e scrittore Moni Ovadia, il presidente della Comunità religiosa Islamica italiana Yahya Pallavicini e il docente universitario cinese Rui Zhang. Altri incontri saranno caratterizzati da interventi di ambasciatori, esponenti di governi, esperti militari, docenti universitari. Non mancherà l’appuntamento di spettacolo aperto al pubblico, in collaborazione con il Festival Innamorarsi della Musica: per restare in linea con il tema del workshop si tratta di un concerto di musica sacra che sarà ospitato stasera nel Santuario della Madonna di Pinè, voce narrante l’attore Maurizio Micheli.

Merita di ricordare che il workshop ha festeggiato ieri sera, con un aperitivo inaugurale, la ventesima edizione. Un compleanno e una longevità che sono da attribuire principalmente alla tenacia tipicamente settentrionale e montanara del chair del Nodo di Gordio, Daniele Lazzeri, che vuol fare adesso evolvere think tank e centro studi internazionale in una Fondazione. “Quante divisioni ha il Papa? Era stata la domanda di Stalin a Yalta”, ricorda Lazzeri. “Sicuramente quelle a disposizione di Bergoglio, ovviamente morali ma anche politiche, sono molto meno numerose di quelle su cui poteva contare Pio XII all’epoca. Ma la religione, anzi le religioni, soprattutto quelle di cui non si preoccupava Stalin, non hanno certo perso di importanza sulla scena internazionale”.

Torna su