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Le convergenze parallele di Meloni e Salvini

Che cosa dicono Meloni e Salvini e come procede l'alleanza di governo. La nota di Paola Sacchi

Li definisce “preziosi”, ma li invita anche ad essere “responsabili” e non a essere “egoisti” , in questo rivolgendosi anche ai suoi. Ma la richiesta di responsabilità il premier Giorgia Meloni, in veste di presidente di Fdi alla prima assemblea nazionale del partito maggiore del centrodestra, la rivolge agli alleati. A partire dalle “poche risorse che ci sono” per la legge di Bilancio. Alleati “preziosi”, sottolineando la parte diplomatica nei loro confronti perché naturalmente senza la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Antonio Tajani, entrambi vicepremier, rispettivamente ministro di Infrastrutture-Trasporti e ministro degli Esteri, non ci sarebbero i numeri sufficienti per governare. Ma, subito dopo, arriva l’esortazione a essere appunto “responsabili” e non “egoisti” perché “abbiamo sulle spalle il peso della Nazione”. Meloni chiude il suo discorso con le parole della celebre canzone di Lucio Battisti “Non sarà un’avventura”, ma non escludendo che il grande risultato raggiunto in Italia un anno fa con la vittoria del centrodestra o più esattamente destracentro si possa realizzare anche in Europa.

Affermazione che però non scioglie il nodo della sua posizione sulle alleanze. Ovvero se è d’accordo con la proposta di Salvini ad estenderle a Marine Le Pen e la destra tedesca Afd oppure se lo esclude come Tajani e con lui il Ppe di cui il leader azzurro è vice del presidente Manfred Weber, che nei giorni scorsi non aveva escluso una nuova alleanza anche con il Pse.

Meloni come era prevedibile e come FdI aveva già annunciato non prende ancora una ufficiale posizione. Ma nel libro-intervista di Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano Il Giornale, “La versione di Giorgia” (Rizzoli) parla del suo obiettivo di raggiungere la vittoria del centrodestra anche in Europa, con una “bipolarizzazione” dello schema, in modo che ci siano maggioranze certe non più miste e frammentate che poi rischiano, a suo parere, di rafforzare il ruolo delle burocrazie. Ma, intanto, resta il fatto che Salvini con la presenza di Marine Le Pen alla festa di Pontida si è rimesso al centro del dibattito. E Meloni con i suoi Conservatori di cui è presidente in Europa rischierebbe un ruolo aggiuntivo in un’alleanza con Ppe, Pse e Liberali di Macron.

È il bivio di “Giorgia”. Non a caso è prevista, come ha anticipato per Il Giornale Adalberto Signore, una visita di Meloni a Victor Orban che con i suoi parlamentari potrebbe incrementare le file dei Conservatori. Ma Orban non è più nel Ppe e questa mossa del premier potrebbe non essere vista di buon occhio dall’altro partner di governo Tajani.

Salvini, che ieri era impegnato nel congresso della Lega di Roma, dopo aver fatto la sua mossa a sorpresa lancia un messaggio diplomatico a Meloni: “Giorgia sta diventando un’amica, c’è un rapporto personale e questo nonostante i giornali che apriamo la mattina”.

Salvini, ieri impegnato nel congresso della Lega di Roma, con l’elezione di Davide Bordoni come segretario, si prepara a Pontida con la sua “storica amica” Le Pen, la leader del primo partito francese, secondo i sondaggi, che “non è contro nessuno”, quindi non contro l’Europa “come è stata descritta”. Attesi 200 pullman da tutta Italia. Sarà l’avvio della campagna elettorale delle Europee. Che inevitabilmente vedrà per il proporzionale FdI, Lega, FI correre separate. Quindi, “responsabili” e con “fair play” si in nome del governo nazionale, che tutti vogliono realmente che duri per tutti i 5 anni, ma è fisiologico che gli alleati non intendano essere ulteriormente ridimensionati a vantaggio di FdI e anzi vogliano fortemente tornare almeno a doppia cifra.

C’è del resto anche lo spazio largo dell’astensione da conquistare senza che i tre partiti si contendano esclusivamente i consensi tra loro. Questo a vantaggio della compattezza di tutta la coalizione e quindi anche del principale partito che esprime il premier. Ed è un fatto che il centrodestra o destracentro era e resta una coalizione a tre punte. Senza più formalmente un’unica leadership ruolo ricoperto da Silvio Berlusconi che del centrodestra è stato il fondatore. A Berlusconi e a Roberto Maroni verrà dedicato uno speciale ricordo a Pontida, edizione dal titolo A difesa delle libertà.

Meloni sull’immigrazione ribadisce anche la necessità di dare una risposta strutturale con “Il piano Mattei” e ” non con iniziative effimere”. Cosa che osservatori sicuramente sbagliando hanno visto come una frecciata a Salvini. E, comunque, in vista delle Europee, questa è una fisiologica dialettica interna alla maggioranza di cui non si intravvedono alternative da parte di una sinistra divisa al proprio interno, che appare priva di vere proposte. Se non quella dell’attacco a prescindere. La segretaria del Pd Elly Schlein accusa il governo Meloni di non aver fatto niente. Il premier controbatte con risolutezza che una sinistra così mostra di “non amare l’Italia”.

Meloni si toglie anche un sassolino dalla scarpa e controattacca: “È anche una sinistra che ha gettato per un anno fango gratuito su di me, mia sorella Arianna e la mia famiglia”. Arianna Meloni, da 17 anni militante di partito, con una solida esperienza politica svoltasi sempre nell’ombra, ora è responsabile della segreteria politica e adesioni di Fdi. Ieri all’assemblea nazionale è stato il suo esordio pubblico con questo incarico.

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