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Intesa Sanpaolo, Meloni e i palloni in tribuna

Che cosa ha detto e che cosa non ha detto Giorgia Meloni sul caso Coviello di Intesa Sanpaolo. La lettera di Francis Walsingham

 

Caro direttore,

stamattina ho iniziato a leggere i giornali dal Corriere della sera e non come faccio sempre con i quotidiani stranieri perché sto cercando d capire di più sul caso Coviello di Intesa Sanpaolo. Così mi sono imbattuto in un articolo con le reazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervistata ieri dal Tg5.

Riporto il pensiero di Meloni così come lo leggo sul quotidiano Rcs:

A caldo, dopo aver provato lo sconcerto di trovarsi con la sorella Arianna tra le vittime del bancario spione di Bitonto, Giorgia Meloni si era limitata ad una battuta («Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano»). Ma ieri sera, intervistata dal direttore del Tg5, Clemente Mimun, la premier è passata al contrattacco: «Io mi sono data una spiegazione, poi chiaramente spero che su questa vicenda ad un certo punto una spiegazione ce la dia la magistratura», ha premesso.

Ed eccola, la spiegazione: «Noi conosciamo il fenomeno dei ladri che rubano dentro casa i gioielli e li vendono al ricettatore. Ebbene, io penso che stia accadendo la stessa cosa con il mercato delle informazioni. Penso che ci siano dei funzionari, dipendenti pubblici e privati, che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono sul mercato. A chi le vendono? Questa è la risposta che stiamo aspettando. Presumibilmente dietro ci sono degli interessi».

E ancora: «In questa Nazione ci sono probabilmente gruppi di pressione. I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare e non si fa ricattare. E allora, magari tentano di toglierselo di torno con altri strumenti. Ma temo che non riusciranno a togliermi di torno». Così, con una punta d’orgoglio e un pizzico d’ironia, ecco la conclusione: «Se poi mi chiedete perché, per quello che riguarda i politici, gli spiati sono quasi tutti esponenti di centrodestra e io sono la persona più dossierata d’Italia, ecco che nel dramma c’è la buona notizia: la mia vita è stata proprio passata allo scanner e non si è trovato niente. E forse è anche questa la ragione per cui io sono così dossierata»”.

Direttore, ti confesso che io ho stima e apprezzamento per la nostra presidente del Consiglio. Ma queste ultime uscite, su materie che un po’ ho maneggiato in passato per professione, non mi convincono proprio. Anzi mi deludono molto.

Il “Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano” lasciato strombazzare da tv e giornali è un pessimo commento. Pessimo perché puerile e ironico mentre la questione è di una gravità rilevante. Pessimo, inoltre, perché parte da un presupposto: che Coviello faccia parte di una squadra di persone anche delle istituzioni che mira a screditare il governo Meloni e il premier.

Ma basta leggere le cronache per apprendere che l’impiegato di Intesa Sanpaolo ha spiato i conti correnti anche di esponenti delle attuali opposizioni. Aggiunge il Corriere della sera: le «curiosità» di Coviello (Intesa) riservate a politici, uomini delle istituzioni e nomi dello sport e dello spettacolo – 77 in tutto – sono una minoranza rispetto alle centinaia di «spiate» nei confronti di anonimi correntisti di Intesa, compresi amici e parenti.

Inoltre leggendo tra le righe le cronache su questo dipendente di Intesa Sanpaolo mi pare si profili il caso di un impiegato che ha tanto tempo da perdere nella banca, che si sente poco valorizzato, dunque è scazzato, un po’ sfigato ma furbetto (si scopre che pure i bancari hanno il doppio lavoro, visto che aveva anche uno studio di commercialista), e avendo la possibilità (lecita?) di spulciare in quelle banche dati per curiosità è andato a scandagliare i conti di politici, calciatori e uomini di spettacolo.

Ok, ma seguiamo pure il ragionamento “sistemico” di Meloni.

“Penso che ci siano dei funzionari, dipendenti pubblici e privati, che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono sul mercato. A chi le vendono? Questa è la risposta che stiamo aspettando. Presumibilmente dietro ci sono degli interessi”.

Dunque ammesso e concesso che sia così, dalla presidente del Consiglio mi attenderei considerazioni e azioni conseguenti. Anche perché c’è stato il caso dell’hacher Miano che ha bucato i sistemi di Guardia di Finanza, ministero della Giustizia, Tim e Telespazio. Per non parlare dello scandalo Striano-Domani (e della teoria di Paolo Mieli sulla questione che a punto penso che sia stata fatta propria da Meloni)

Visti tutti questi casi, invece di cazzeggiare sul fatto di essere “la persona più dossierata d’Italia” e sul “dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano”, mi aspetterei ben altri passi.

Quali?

Magari augurarsi che si accertino le responsabilità giudiziarie di tutte le illiceità (non solo quelle commesse contro “la più dossierata d’Italia”).

Magari chiedere che Acn (Agenzia per la cybersicurezza nazionale), istituzioni, ministeri e aziende statali – oltre a organizzare pomposi seminari e dotte conferenze in materia – si adoperino per migliorare all’interno delle strutture proprio la sicurezza cibernetica.

Magari auspicare che le grandi aziende invece di finanziare prodotti editoriali sulla vita degli agenti segreti possano prevedere direzioni dedicate alla cybersecurity e stabilire regole interne precise comprese chi le debba controllare e sorvegliare.

Magari sollecitare grandi e piccole aziende a rileggersi la direttiva Gdpr perché non pare che sul caso Coviello sia stata rispettata, come si evince dalle parole del Garante per la Privacy e dai documenti della magistrati di cui i giornali sono zeppi.

Ecco, mi sarei aspettato auspici del genere. Consoni alla gravità inaudita dei casi Striano, Miano e Coviello.

Cordiali saluti

Francis Walsingham

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