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Hamas bombarda gli accordi fra Israele e Arabia Saudita. Report Ispi

Fini ed effetti geopolitici dell'azione terroristica di Hamas contro Israele secondo l'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi)

“Considerato il sostegno ricevuto da Hamas dai propri alleati iraniani e da Hezbollah, non è da escludere che questa guerra radicalizzi ulteriormente i contrapposti schieramenti regionali”. E’ quanto si sottolinea in un report dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) redatto a caldo nel giorno in cui Hamas ha scatenato una guerra terroristica contro Israele.

La data scelta per lanciare l’attacco porta alla mente scenari di accerchiamento di Israele da parte dei suoi nemici regionali, ormai da anni riuniti nel cosiddetto ‘Asse della Resistenza’ guidato proprio dall’Iran: il 7 ottobre è il giorno dopo il 50mo anniversario della guerra di ottobre del 1973 tra Israele, Siria ed Egitto, ed è il 23mo anniversario della prima operazione condotta da Hezbollah contro Israele dopo il ritiro israeliano dal sud del Libano nel 2000.

LE REAZIONI ALLA MOSSA DI HAMAS

I ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto e Giordania hanno parlato anche con l’Alto rappresentante della politica estera UE, Josep Borrell. “Quella dell’Arabia Saudita è una posizione particolarmente interessante – rimarca l’Ispi – dal momento che gli attacchi avvengono in un momento in cui Riyadh è impegnata nei negoziati per la piena normalizzazione dei propri rapporti con Tel Aviv. Il regno saudita ha chiesto ad entrambi gli schieramenti di sospendere i combattimenti, ma è ancora presto per valutare il potenziale ruolo diplomatico saudita nella crisi in corso”.

LA MANO DELL’IRAN NELL’AZIONE DI HAMAS

L’ombra dell’Iran, intenzionato a far saltare l’accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, si allunga sul Mediterraneo orientale con il nuovo feroce e sanguinoso round dell’infinita guerra tra Israele e forze palestinesi filo-iraniane, sintetizza una scheda della redazione esteri dell’agenzia stampa Ansa: “Gli Hezbollah libanesi rimangono alla finestra ma si dicono pronti a entrare in guerra dal fronte nord di Israele. Come sembravano aver fatto nel pomeriggio, quando i media israeliani avevano segnalato un tentativo di ingresso, fermato dai soldati israeliani, poi subito smentito da fonti del Partito di Dio. Diversi analisti mediorientali concordano nel vedere la Repubblica islamica come principale ispiratore della massiccia e senza precedenti offensiva sferrata da Hamas e dalla Jihad islamica a partire dalla Striscia di Gaza. “Ci congratuliamo con i combattenti palestinesi”, ha detto il consigliere della Guida suprema iraniana Ali Khamenei, Rahim Safavi”.

IL COMMENTO DI TALBOT (ISPI) SUGLI ACCORDI DI ABRAMO

Nel mirino geopolitico di Hamas ci sono gli accordi fra Israele e Arabia Saudita che i terroristi palestinesi vogliono minare, sottolinea Valeria Talbot, Head ISPI MENA Centre: Il massiccio attacco di Hamas nei confronti di Israele avviene sullo sfondo dei negoziati per la normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita, sponsorizzati dagli Stati Uniti nella cornice degli Accordi di Abramo del 2020. Un rapprochement tra Tel Aviv e Riyadh sarebbe di portata storica e avrebbe inevitabili implicazioni sugli equilibri di potere in Medio Oriente. La questione palestinese è uno dei nodi più difficili nel quadro negoziale e l’attacco di oggi sembra inteso a ricordare al mondo che nessun accordo può essere fatto senza tenere in debito conto le aspirazioni e il futuro dei palestinesi. Tuttavia, in un contesto mediorientale in profonda trasformazione, è legittimo chiedersi se Hamas abbia fatto bene i suoi calcoli.”

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