L’accordo tra i partiti della futura coalizione “nero-rossa” tra Cdu, Csu e Spd è arrivato prima di Pasqua, il governo nascerà invece dopo. È comunque un piccolo successo che i futuri partner abbiano trovato un terreno comune a sei settimane dalle elezioni federali e dopo una campagna elettorale ricca di accese discussioni e reciproche accuse. I tre partiti hanno raggiunto un accordo di coalizione di 144 pagine intitolato “Responsabilità per la Germania”, in cui delineano i progetti più importanti per il governo comune.
Se i partiti approveranno il contratto negoziato, il leader della Cdu Friedrich Merz potrà essere eletto ancelliere all’inizio di maggio – si ipotizza una data successiva al 5 maggio – segnando così l’inizio di una nuova era politica per il paese. Ecco nei dettagli i principali punti del programma di governo.
RIFORME FISCALI E TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA
L’accordo di coalizione prevede una significativa riforma fiscale con l’obiettivo di ridurre il carico fiscale per i redditi medio-bassi entro circa due anni. Il controverso contributo di solidarietà – la sovrattassa originariamente destinata a finanziare la riunificazione, che oggi viene pagata principalmente da persone con redditi elevati, dalle società di capitali e sui redditi da capitale – rimarrà invece in vigore per i cittadini e le imprese ad alto reddito.
Per stimolare gli investimenti privati, le norme di ammortamento fiscale saranno adeguate, con un ammortamento decrescente del 30% per gli investimenti in attrezzature nel triennio 2025-2027. A partire dal 2028, è prevista una graduale riduzione dell’imposta sulle società.
La coalizione ha inoltre fissato ambiziosi obiettivi di risparmio nell’amministrazione federale, con una riduzione dell’8% dei posti di lavoro in quattro anni, ad eccezione delle autorità di sicurezza. Il numero di funzionari federali dovrebbe addirittura dimezzarsi, mentre nei programmi di finanziamento e nei contributi alle organizzazioni internazionali si prevede un risparmio totale di un miliardo di euro.
DIFESA TRASPORTI E POLITICHE AMBIENTALI
In ambito di difesa, la coalizione intende creare un nuovo servizio militare basato inizialmente sul volontariato, ispirandosi al modello svedese. Sebbene non sia previsto un ritorno alla leva obbligatoria, l’accordo prevede la creazione dei presupposti per la registrazione e il monitoraggio dei militari, con uomini e donne che saranno contattati per un possibile arruolamento volontario. Era la proposta cui da tempo stava lavorando il ministro Boris Pistorius, che sarà confermato nel suo incarico.
Sul fronte dei trasporti, rimarrà in vigore il popolare Deutschlandticket, l’abbonamento mensile a 58 euro che permette di utilizzare illimitatamente tutti i mezzi di trasporto pubblico locale e regionale in tutta la Germania 58 euro per tutti i mezzi pubblici urbani e che è stata la principale misura del governo Scholz in tema di mobilità. Gli aumenti di prezzo previsti per sostenerne gli alti costi partiranno solo dal 2029, anziché dal 2027 come inizialmente proposto.
Per promuovere la mobilità sostenibile, la coalizione intende rilanciare la domanda di auto elettriche attraverso incentivi all’acquisto e agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici utilizzati come auto aziendali. Le auto elettriche saranno inoltre esentate dalla tassa di circolazione fino al 2035.
Interessante anche l’approccio alla recente legalizzazione della cannabis: l’accordo prevede una “valutazione aperta” della legge nell’autunno 2025, senza tuttavia prevederne il ritiro.
POLITICHE MIGRATORIE E INTEGRAZIONE
Sul fronte dell’immigrazione, la coalizione adotta un approccio più restrittivo, confermando l’intenzione di effettuare respingimenti alle frontiere comuni anche per le domande di asilo, in coordinamento con i paesi vicini europei. L’accordo prevede l’applicazione di tutte le misure dello Stato di diritto contro la migrazione irregolare, pur mantenendo in vigore il diritto di asilo.
Significativo è il cambio di rotta rispetto alle politiche di naturalizzazione: la naturalizzazione accelerata dopo tre anni per gli immigrati particolarmente ben integrati, introdotta dal precedente governo socialdemocratico, sarà abolita. Il periodo di attesa standard per le naturalizzazioni rimarrà di cinque anni, così come la possibilità del doppio passaporto.
Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, ai rifugiati con uno status di protezione limitato non sarà più consentito di portare i propri familiari in Germania per un periodo di due anni.
WELFARE E MERCATO DEL LAVORO
Importanti riforme riguarderanno anche il sistema di welfare e il mercato del lavoro. Il sussidio di cittadinanza sarà sottoposto a condizioni più severe, con maggiori obblighi di partecipazione seguendo il principio di “promuovere ed esigere”. Nei casi più estremi, è prevista la possibilità di una “revoca completa delle prestazioni” per chi continua a rifiutare un lavoro ragionevole. Questo sussidio sarà rinominato “assicurazione di base per chi cerca lavoro”.
Sul fronte dell’organizzazione del lavoro, la tradizionale giornata lavorativa di otto ore potrebbe essere sostituita da un quadro settimanale per l’orario di lavoro, da sviluppare in consultazione con datori di lavoro e sindacati. Un punto importante dell’accordo è l’impegno ad aumentare il salario minimo a 15 euro l’ora entro il prossimo anno. Per quanto riguarda il sistema pensionistico, l’attuale livello del 48% sarà fissato per legge fino al 2031, con costi finanziati dal bilancio federale.
HANDELSBLATT: PACCHETTO ECONOMICO NELLA GIUSTA DIREZIONE
Secondo il giudizio dell’Handelsblatt, il pacchetto economico presentato nell’accordo di coalizione va nella giusta direzione, pur rappresentando un compromesso tra le diverse posizioni dei tre partiti. Un vero e proprio Big Bang è considerata l’abolizione della legge tedesca sulla catena di fornitura, con l’eliminazione immediata degli obblighi di segnalazione, così come il ridimensionamento della registrazione dell’orario di lavoro.
Dal punto di vista fiscale, molte misure sembrano andare nella direzione auspicata dalle imprese, osserva il quotidiano economico nel suo editoriale, come la riduzione dell’imposta sulle società di cinque punti percentuali, seppur con entrata in vigore solo dal 2028. Gli ammortamenti del 30% previsti per i prossimi tre anni vengono valutati positivamente in quanto incentivo agli investimenti privati. Rimane però la questione del prelievo straordinario, che continuerà a gravare su tutte le piccole e medie imprese e sull’artigianato.
Per l’Handelsblatt, nonostante le riserve sul finanziamento di alcune misure e la mancanza di dettagli concreti sugli sgravi per i redditi bassi e medi, il pacchetto economico proposto dalla coalizione nero-rossa rappresenta un passo nella giusta direzione per affrontare le sfide economiche della Germania. Un giudizio condiviso anche dal mondo imprenditoriale: “l’accordo di coalizione contiene approcci per riforme strutturali urgenti e decisive, la cui rapida attuazione è ora fondamentale”, ha dichiarato Tanja Gönner, direttrice generale della BDI, la Confederazione dell’industria tedesca.
RIPARTIZIONE DEI MINISTERI E I PROBABILI NOMI
A seguito dell’accordo di coalizione, è stata definita la ripartizione dei ministeri: la Cdu guiderà sette dicasteri, incluso il ruolo di cancelliere con Friedrich Merz, la Csu ne guiderà tre e la Spd otterrà anch’essa sette ministeri. Tra le novità, oltre alla creazione di un ministero indipendente per la Digitalizzazione, anche la separazione della Ricerca dal ministero dell’Istruzione, che confluirà in un nuovo dicastero che comprenderà anche Tecnologia e Industria Spaziale.
Sebbene i nomi dei futuri ministri non siano ancora ufficiali, circolano già alcuni nomi: Thorsten Frei (Cdu) è indicato come possibile capo della Cancelleria al fianco di Merz. Boris Pistorius (Spd) dovrebbe rimanere ministro della Difesa. Il leader della Spd Klingbeil è in lizza per il ministero delle Finanze. Per il ministero degli Esteri, che dopo decenni torna alla Cdu, si fa il nome di Johann Wadephul. Alexander Dobrindt (Csu) dovrebbe occuparsi di migrazione e sicurezza agli Interni, mentre Carsten Linnemann (Cdu) è considerato il successore del verde Robert Habeck al ministero dell’Economia. La Cdu dovrebbe inoltre guidare i ministeri dell’Istruzione, della Famiglia, della Salute, dei Trasporti e della Digitalizzazione e modernizzazione dello Stato, per il quale si menziona Kristina Sinemus (Cdu), attuale ministra nel Land dell’Hessen per il digitale.