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Chi in Europa sbrocca contro Musk e il nuovo Zuckerberg

Che cosa si dice nei palazzi europei e in alcuni governi nazionali delle mosse di Musk e Zuckerberg. Estratto dal Mattinale Europeo.

Il gruppo dei liberali di Renew e quello dei Socialisti e democratici hanno chiesto di iscrivere all’ordine del giorno della prossima plenaria del Parlamento europeo una discussione sulla campagna di destabilizzazione condotta da Elon Musk su X contro alcune democrazie europee.

Anche la Francia ha aumentato la pressione su Ursula von der Leyen, minacciando di rinazionalizzare i poteri del Digital Services Act, se la Commissione non vuole agire contro Musk. Finora von der Leyen si è attenuta alla linea di “non alimentare i troll” fissata dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz: non parlare di Musk, perché aumenta la sua visibilità.

Dietro a questa scelta ci sono anche le divisioni interne all’Ue, con alcuni capi di Stato e di governo particolarmente vicini a Donald Trump e Elon Musk. “E’ difficile agire contro Musk, se Giorgia Meloni si mostra così vicina”, ci ha detto una fonte dell’Ue.

Sánchez contro Musk

La Spagna celebra quest’anno 50 anni di democrazia. Il dittatore Francisco Franco morì nel suo letto il 20 novembre 1975. Il governo di Sánchez ha organizzato decine di eventi per commemorare i 50 anni di libertà. L’inaugurazione del programma è avvenuta ieri. Accanto al Guernica, il grande capolavoro di Pablo Picasso custodito al Museo Reina Sofía di Madrid e che rappresenta un’accusa contro i fascismi, Sánchez ha dichiarato che «i valori e i regimi autocratici stanno avanzando. Il fascismo che pensavamo di aver lasciato alle spalle è già la terza forza politica in Europa. E l’internazionale dell’estrema destra, guidata dall’uomo più ricco del pianeta, attacca apertamente le nostre istituzioni, alimenta l’odio e invita a sostenere gli eredi del nazismo in Germania. È una sfida che dovrebbe interpellare tutti coloro che credono nella democrazia e nella Costituzione. La libertà non si conquista mai in modo definitivo. Si può perdere. Può succedere di nuovo.»

La celebrazione dei 50 anni di libertà divide la classe politica spagnola, come qualsiasi altra questione. La destra del Partito Popolare e l’estrema destra di VOX si rifiutano di partecipare agli eventi, ridicolizzandoli. Affermano che Sánchez usa Franco come una cortina di fumo. Il Partito Popolare teme di unirsi alle celebrazioni e di lasciare VOX da solo nella critica. Gli ultimi sondaggi indicano che, dalle elezioni del 23 luglio 2023, i popolari hanno perso quasi 900.000 voti (oltre il 10 %) a favore di VOX.

L’imbarazzo della Commissione per la svolta di Zuckerberg sui fact checkers

Niente più fact checkers: Meta ha deciso di passare allo stesso metodo di Elon Musk, le community notes, per mitigare i rischi legati alla disinformazione. Il suo proprietario, Mark Zuckerberg, ha accusato l’Ue di censura e ha chiesto a Donald Trump aiuto per cancellare la regolamentazione del Digital Services Act (DSA). La Commissione ha respinto “categoricamente qualsiasi accusa di censura”, ha detto la sua portavoce. E ha lasciato intendere che non ci sarebbero stati problemi con Meta, perché nell’Ue sarebbero rimasti i fact checkers.

Per cambiare modello “Meta deve condurre una valutazione preliminare del rischio e inviarla alla Commissione”, ha detto un suo portavoce a mezzogiorno. Peccato che si sia dimenticato di dire che Meta aveva già inviato la valutazione del rischio ai sensi del DSA. “Di propria iniziativa Meta ci ha inviato un rapporto di valutazione sui rischi critici sulle sue politiche di moderazione di contenuti”, ci ha confermato lo stesso portavoce in serata. La Commissione ora la valuterà, prima di decidere se aprire o meno una procedura contro Zuckerberg.

(Estratto dal Mattinale europeo)

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