Mezzo governo tedesco ha indossato gli stivali di gomma e si è precipitato nelle aree alluvionate del sud della Germania, in Baden-Würrtemberg e Baviera, dove i danni dell’attuale ondata di maltempo rischiano di mettere in ginocchio locali economie fiorenti. Un dovere istituzionale, quello dei ministri, ma anche un obbligo. Domenica prossima si vota per le elezioni europee e Olaf Scholz ricorda bene che tre anni fa un errore di comunicazione durante una catastrofe ambientale simile, in Nordreno-Vestfalia, costò la cancelleria al suo principale contendente (Armin Laschet) e diede a lui la spinta per la vittoriosa volata finale.
Dunque le cronache di questo ultimo scorcio di campagna elettorale hanno abbandonato i temi europei per concentrarsi sull’emergenza ambientale nazionale. Ma le questioni legate al clima non sono più al centro dell’interesse degli elettori e i sondaggi rispecchiano da un lato la mutata gerarchia delle preoccupazioni, dall’altro la delusione per l’operato di un esecutivo che aveva suscitato molte attese.
I PARTITI FAVORITI ALLE ELEZIONI EUROPEE IN GERMANIA, SECONDO I SONDAGGI
In Germania è sconosciuta l’ipocrisia del silenziatore pre-elettorale ai sondaggi e dunque è possibile avere un’indicazione dell’umore dei votanti anche nell’ultima settimana. Numeri alla mano, il passaggio europeo si annuncia molto duro per i partiti di governo, deludente per AfD, incoraggiante per i sogni di ritorno alla cancelleria della Cdu e quasi entusiasmante per Sahra Wagenknecht e la sua giovane formazione di sinistra populista.
Il Deutschlandtrend, elaborato dall’istituto dimap per la prima rete televisiva Ard alla fine della scorsa settimana, conferma il principale partito di opposizione (l’Unione composta da Cdu e Csu) largamente al primo posto con il 29% e l’Spd del cancelliere Scholz al secondo, ma con un consenso pari quasi alla metà: 15%. I socialdemocratici sono tallonati da AfD e Verdi, accreditati entrambi del 14% e seguiti a distanza dal sorprendente nuovo partito della transfuga della Linke Sahra Wagenknecht (6%). A chiudere i liberali dell’Fdp (4%) e la stessa Linke scesa al 3%.
Sono percentuali che si discostano leggermente dal sondaggio di Ard per il Bundestag (la cui elezione si terrà invece fra poco più di un anno), dove secondo il Deutschlandtrend AfD scavalca i socialdemocratici al secondo posto totalizzando il 18%, mentre l’Unione consolida ancor più il primo con il 31%. Sarebbe un dato interessante per valutare l’incidenza dello scandalo che ha investito il capolista dell’estrema destra per le elezioni europee, Maximilian Krah, e il numero 2 della lista, Petr Bystron, ma anche la sostanziale tenuta di AfD sul piano interno. Un campanello d’allarme soprattutto per le successive elezioni regionali di settembre in tre cruciali Länder dell’est, Sassonia, Brandeburgo e Turingia, dove gli ultra-nazionalisti mantengono intatto il loro consenso e potrebbero vincere superando il 30%.
Tuttavia un altro sondaggio appena più recente, questa volta solo per il Bundestag, realizzato dall’Istituto Insa per la Bild, inchioda (si fa per dire) AfD al 15,5%, dato che comunque è il più basso dal marzo 2023. Tra la ricerca di Ard e quella della Bild passano solo pochi giorni, nei quali però si è compiuta l’aggressione di marca islamista a Mannheim, che è costata la vita a un poliziotto. Un episodio che non sembra aver ridato fiato all’estrema destra. Dal sondaggio della Bild emerge anche una migliore quotazione per il Bsw di Sahra Wagenknecht, che tocca il 7,5%, dimostrandosi così l’unico vero partito capace di drenare voti ad AfD.
Sempre secondo gli analisti di Ard, il quadro elettorale che verrà fuori dal voto europeo risente degli enormi cambiamenti storici avvenuti dalle ultime elezioni del 2019, e soprattutto nell’ultimo biennio. Nella scala di priorità dei tedeschi al primo posto c’è oggi il mantenimento della pace (26%, +4 rispetto a maggio 2019), seguita dalla sicurezza sociale (23%; +3), dall’immigrazione (17%; +5) e dalla crisi economica (13%; +3). Il tema più importante del 2019 – la protezione del clima e dell’ambiente – è menzionato oggi solo dal 14% (-9).
BOCCIATO IL GOVERNO SCHOLZ
L’altro elemento che inciderà sul voto riguarda la forte delusione per l’azione del governo Scholz. Una quota altissima, il 74%, si dichiara insoddisfatta del suo operato, una disaffezione che si insinua anche tra i simpatizzanti dei partiti della maggioranza: solo il 23% degli elettori dell’Spd riesce a trovare accettabile il lavoro del loro cancelliere. Dalla sostanza alla forma: oltre l’85% dei tedeschi trova inadeguato il modo in cui il governo spiega e comunica le proprie politiche e il modo in cui i partiti si rapportano tra loro.
CALA L’EUROPEISMO DEI TEDESCHI
In calo anche il tasso di europeismo dei tedeschi. Solo quattro elettori su dieci, il 41%, ritiene vantaggiosa l’appartenenza della Germania all’Ue (era il 46% cinque anni fa) e appena la metà, il 48%, vorrebbe che gli Stati membri intensificassero nei prossimi anni la loro cooperazione cedendo più competenze a Bruxelles: nel 2019 era ancora una maggioranza del 55%.