Da oltre 40 anni, il disastro aereo di Ustica, con le sue 81 vittime innocenti ancora in cerca di un responsabile, è un classico dell’universo mediatico italiano. Battaglia aerea, tracciati radar manomessi, testimoni spariti, missili e MiG forniscono un facile canovaccio sul quale esercitarsi, senza particolari esigenze di originalità. A questa regola non sfugge Report – lo storico programma di Rai3 ereditato da Sigfrido Ranucci dopo il passaggio della fondatrice Milena Gabanelli a La7 – che di Ustica si occuperà nella puntata di domenica 26 maggio.
A giudicare dalle anticipazioni diffuse sui social, ci saranno poche novità. C’è l’immancabile intervista a Daria Bonfietti, ex parlamentare Pds, da sempre presidente dell’Associazione dei Parenti delle Vittime, che ripropone il tema consueto della guerra non dichiarata contro l’Italia e i suoi diritti. C’è l’avvocato calabrese che vide un MiG sulla Calabria. C’è l’ex tecnico Itavia che, sulla scorta delle “orecchiozze” del carrello, non crede alla bomba certificata all’unanimità dai periti d’ufficio. C’è l’autore Claudio Gatti, che ripete la teoria della responsabilità israeliana che aveva avanzato in un libro trent’anni fa.
“Tutta roba vecchia, nota e smentita da tempo, che Report riproporrà come fosse nuova”, dice a Startmag Gregory Alegi, che con Leonardo Tricarico sulla strage ha scritto “Ustica: un’ingiustizia civile“, pubblicato nel 2021 da Rubbettino. “Ma uno dei principi fondamentali dell’editoria è che non c’è nulla di più inedito della carta stampata, no?”
Così, prima ancora che Report andasse in onda, Alegi ha rilasciato un’intervista ad Andrea Lombardi, videoblogger che segue da tempo i misteri d’Italia. Insieme a lui parla il professore Aurelio Misiti, presidente del collegio peritale d’ufficio che consegnò al giudice istruttore Rosario Priore una spiegazione completa della distruzione del DC-9 tramite bomba. Aiutati da tempi più ampi di quelli permessi in televisione, i tre dipanano il mistero con parole chiare e semplici.
“Molte delle cose che diciamo nel video sono pre-risposte a quanto dirà Report,” spiega Alegi. “Per esempio, anche senza sapere chi saranno i protagonisti della battaglia aerea, possiamo già dire che non importa molto, perché dai dibattimenti uscì fuori che i nastri radar erano intatti, che nessun aereo seguiva il DC-9 – anzi, che al momento del disastro non c’era nulla per 50-60 miglia nautiche da esso. E poiché un missile aria-aria ha una portata di pochi chilometri, no tracce, no missile”.
C’è poi la questione del punteggio da basket. “84 a zero,” dice Alegi. “Alle 84 posizioni considerate nella parte conclusiva dell’ordinanza-sentenza, corrispondono esattamente zero condanne in qualsiasi ordine e grado di giudizio. Zero. Il che rende sorprendente che l’impostazione del grande complotto respinta nel giudizio penale sia stata invece recepita in quello civile”
Il programma di Lombardi pre-confuta la ricostruzione di Report. Non sarebbe stato meglio aspettare? “Seguendo il tema Ustica da tanti anni, credo che sulle grandi linee ci saranno poche differenze rispetto a quanto abbiamo detto a Lombardi. D’altra parte, se Report avesse voluto raccontare tutta la storia, avrebbe sentito l’obbligo di sentire anche chi alla battaglia aerea non ha mai creduto, motivandolo in dettaglio. Invece sembra che non l’ha fatto. Stasera vedremo se ci abbiamo visto giusto. Magari ci torneremo sopra a cose fatte”.
Nella vostra intervista ci sono novità, invece? “In realtà, no: sono tutti fatti emersi quando, infine, le ipotesi di Priore sono state sottoposte al vaglio del dibattimento. A differenza della battaglia aerea, saranno comunque nuove per il grande pubblico, al quale sono state tenute nascoste o comunque fornite con estrema parsimonia. Molto aiuta la narrazione lineare di Lombardi, che rende una cosa complicata finalmente chiara e comprensibile”.
Si è fatto un’idea del motivo di questo “Muro di gomma 2.0”? “Le rispondo con il vecchio proverbio giornalistico secondo cui notizia è qualcosa che qualcuno vorrebbe non si sapesse mentre tutto il resto è pubblicità”.
Pubblicità di cosa? “Me lo dica lei …”.