Nei primi due mesi del 2023 il numero dei migranti giunti sulle nostre coste, e smistati nei centri di prima accoglienza, è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno. Stando ai dati riportati dal Viminale dal 1° gennaio 2023 al 17 marzo sono sbarcate illegalmente in Italia 20.046 persone. Nello stesso periodo del 2022 erano 6.367, numero analogo nel 2021 quando si arrivò a 6.041 migranti irregolari. Occorre sottolineare che il venir meno delle restrizioni imposte dalla pandemia rende il paragone con i due anni appena trascorsi particolarmente difficile. Ciononostante, vi sono oggi delle condizioni nuove che facilitano gli spostamenti nel bacino del Mediterraneo.
I FATTORI CHE SPINGONO I MIGRANTI SULLE COSTE ITALIANE
Prima di tutto le condizioni meteo favorevoli, che spingono i trafficanti di esseri umani ad avventurarsi in traversate che molto spesso di rivelano fatali. In secondo luogo, l’instabilità politica del nord Africa spinge molte persone ad affidare le proprie speranze, e i propri risparmi, a un viaggio lungo e pericoloso. Dalla Tunisia, governata in maniera sempre più controversa da Kais Saied e squassata dalla crisi economica e finanziaria (qui l’approfondimento di Start Magazine), provengono circa 1.535 migranti giunti in Italia, i quarti più numerosi tra quelli registrati e che hanno fornito generalità. Il presidente della Tunisia, dal canto suo, sta attuando una stretta sull’immigrazione dal Subsahara, in particolare nei confronti delle persone provenienti dalla Guinea e dalla Costa d’Avorio, che rappresentano proprio i due gruppi più popolosi tra i migranti che giungono in Italia. E infine, l’arrivo di migranti sarebbe un’arma usata dalla Russia per fiaccare il fronte europeo. Gli esecutori materiali di questa strategia sarebbero i mercenari della Wagner, la brigata di militari non facenti parte dell’esercito russo, presente in Ucraina e in vaste aree dell’Africa, alle dirette dipendenze di Mosca.
PER TAJANI E CROSETTO DIETRO I MIGRANTI C’È LA WAGNER
A fare quest’affermazione sono due ministri del Governo Meloni: il ministro degli esteri Antonio Tajani e della Difesa Giudo Crosetto. A quest’ultimo ha risposto, per le rime, il capo della Wagner Evgeny Prigozhin. “Dovrebbe occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere – ha detto il militare russo -. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”. La scorsa estate la medesima informazione fu bollata come una bufala dall’attuale ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini. In realtà non è un mistero che la Wagner sia presente in vaste aree del nord e del centro Africa, invischiata in più attività illegali.
LA RUSSIA USA I MIGRANTI PER SGRETOLARE IL FRONTE EUROPEO
A sostenere la tesi dei due ministri c’è anche il Generale Carlo Jean, presidente del Centro Studi di Geopolitica Economica, docente all’Università Guglielmo Marconi, Link Campus University e alla Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia. “Che la Wagner concorra è praticamente sicuro in quanto la Wagner concorre in tutte le attività dell’economia illegale, soprattutto nel Sahel e, come le ho detto, in Libia ma anche Mozambico, Somalia, Senegal, Costa d’Avorio – ha detto il Generale di corpo d’armata -. È molto molto presente e, dal momento che il traffico di esseri umani costituisce uno degli aspetti più rilevanti dell’economia africana, dell’economia illegale di alcuni paesi africani, come quella del Niger, sicuramente la Wagner è infilata in questo traffico per fare soldi. Ma non solo. Per seguire gli indirizzi di Mosca. La Russia sa benissimo che un aumento dell’immigrazione verso l’Europa provoca dei problemi tra gli Stati europei”.
WAGNER, LA LEGIONE STRANIERA RUSSA
L’intento è, dunque, rompere la coesione degli Stati europei nel sostegno all’Ucraina. La Wagner è presente in molti stati africani. “Le segnalazioni sono che la Wagner sia presente in Africa in una ventina di stati sulla cinquantina di Stati che comprende l’Africa. Sono presenti soprattutto nel Sahel estendendo però la sua presenza anche in Somalia e Mozambico – continua il generale Jean -. Inoltre, è molto forte nel Mali dove addirittura ha un contratto col governo e nella Repubblica Centro Africana in cui recentemente ha avuto degli incontri abbastanza violenti”. Le attività svolte sono equiparabili a quelle di una legione straniera. “Seguono gli orientamenti della politica russa e che impiega la Wagner come uno strumento per aumentare la sua influenza nei regimi che sono favorevoli a Mosca – aggiunge il generale -. Viene utilizzato da Putin in maniera diretta come se fosse un esercito privato”.
IL RITIRO DELLA FRANCIA DALL’AFRICA HA LASCIATO SPAZIO ALLA RUSSIA E ALLA CINA
La ragione è da ricercare nell’arretramento dell’influenza europea e, segnatamente, francese, dal continente africano. “Questo sviluppo, questa maggiore influenza della Wagner è dovuta al ritiro dell’influenza europea e, in particolare francese, nel Sahel – spiega il generale Jean -. La Francia ha recentemente ritirato le truppe che aveva in Niger, che aveva in Mali, che aveva in Burkina Faso. Tutta quell’area al di sotto dell’Africa meridionale è in piena ebollizione, sta attraversando una crisi politica ed economica a cui si aggiunge la crisi climatica. Quindi si riscontra un aumento del flusso degli immigrati che viene organizzato da elementi locali che sicuramente sono sostenuti, o almeno non contrastati, ma sicuramente sono sostenuti dalla Wagner”. L’arretramento dell’influenza francese ha lasciato molto spazio anche alla Cina. “Quelli della Cina sono soprattutto interessi economici. L’Africa è molto ricca delle nuove materie prime indispensabili per la transizione ecologica, dal cobalto, al litio, al rame, sono presenti massicciamente In Africa – aggiunge Jean -. La Cina è facilitata nella sua penetrazione africana dal fatto che viene praticata da imprese di Stato che non guardano solo a motivi non solo di carattere economico, come le industrie occidentali, ma a motivi di carattere politico e geopolitico sulle direttive che il partito comunista cinese dà a seconda della politica della Cina”.
FRONTEX NON È RESPONSABILE DELLA TRAGEDIA DI CUTRO
Dopo la tragedia di Cutro a finire sotto attacco è stata anche Frontex, l’agenzia europea che dal 2004 aiuta i paesi dell’UE e i paesi associati alla zona Schengen a gestire le loro frontiere esterne. Tuttavia, secondo l’opinione del generale Jean, il naufragio di Cutro non sarebbe imputabile a inadempienze di Frontex. “È aumentato il flusso di migranti e di conseguenza è aumentato il numero di morti nel Mediterraneo – conclude il generale -. Se vede il rapporto tra il numero di sbarchi e il numero di morti, siamo agli stessi livelli degli anni precedenti, quando c’erano le stesse regole le stesse organizzazioni, quando c’era Mare Nostrum e così via”.