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Del Vecchio l’italo-lussemburghese, convergenze Travaglio-Bisignani, centrodestra maldestro, sondaggisti interessati

 

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SULLE ELEZIONI COMUNALI:

Con i ballottaggi scrutinati ieri è possibile tirare definitivamente le fila di questa tornata di elezioni comunali. Già due settimane fa, con i dati delle liste al proporzionale, avevamo potuto osservare alcuni elementi di rottura con il recente passato, ossia il primo posto del Pd, il crollo del M5s e il sorpasso di Fdi sulla Lega. Tuttavia, in fondo, ciò che davvero conta nelle elezioni comunali è vincere il comune, esprimere la giunta, guidare l’amministrazione comunale: insomma conquistare le poltrone di primo cittadino. Ecco, con i risultati di ieri abbiamo il quadro completo, che è possibile confrontare con la situazione di partenza.

Andiamo con ordine. Innanzitutto, erano 62 i comuni superiori ai 15.000 abitanti chiamati a scegliere il sindaco fra i due candidati più votati al primo turno, in assenza di un vincitore che avesse raccolto la maggioranza assoluta (a questi si sommano tre comuni inferiori in cui il ballottaggio si svolgeva fra i due candidati più votati che avevano gli stessi voti- Torricella Verzate, Rondanina, Corchiano). Il centrosinistra ne ha vinti 28, il centrodestra 16 (fra i quali 3 con coalizioni senza Forza Italia), mentre 12 sono andati a candidati civici. Questi dati confermano ancora una volta la bipolarità delle competizioni comunali. In questo senso, particolarmente interessanti sono le 30 sfide bipolari, in cui a sfidarsi al ballottaggio erano il candidato sostenuto dal Pd (in varie coalizioni) contro quello sostenuto dal centrodestra (con – 26 – o senza Fi –4). Anche in questo caso, la maggior parte dei comuni (due su tre) sono andati alla coalizione di centrosinistra, compresi gli emblematici casi di Roma e Torino. Il centrodestra è riuscito a tenere la città di Trieste ma si è visto strappare Cosenza e Savona. Complessivamente, nei 10 capoluoghi di provincia andati al ballottaggio, il centrosinistra ne ha vinti 8 (tra cui le vittorie in città tradizionalmente ostili come Varese e Latina), mentre il centrodestra, oltre a Trieste ha riconfermato Mastella a Benevento.

A questi ballottaggi vanno sommati i 56 comuni superiori assegnati già al primo turno. Il centrosinistra ne aveva vinti 24, contro i 22 del centrodestra (di cui 4 senza Fi). A Grottaglie aveva vinto il M5s, mentre in 8 comuni erano stati eletti sindaci civici. In totale, quindi, sui 118 comuni superiori, il centrosinistra ne amministrerà 52, il centrodestra 38 (di cui 7 senza Fi), 20 saranno governati da candidati civici, 5 dal M5s, due da coalizioni di centro e uno da coalizioni di sinistra senza il Pd.

Per potere stilare un bilancio definitivo circo lo stato di forma elettorale delle principali coalizioni occorre contestualizzare il dato relativo al punto di partenza. Dei 118 comuni superiori al voto, 98 avevano eletto l’amministrazione uscente nella primavera 2016. In quel momento, prima della rovinosa caduta del 4 dicembre, il Pd targato Renzi era ancora la forza pivotale del sistema (infatti aveva più voti degli altri, vinceva più comuni al primo turno e centrava più ballottaggi), anche se poco capace di fare coalizione e attrarre voti fuori dal proprio perimetro (che si tradusse in molte sconfitte nei ballottaggi – fra cui quelle fragorose di Roma e Torino). Il centrodestra viveva una profonda crisi, con Lega e Fi spesso divisi (come confermato dall’alto numero di amministrazioni uscenti di destra ma senza Fi, 13). Di ciò si avvantaggiò il M5s, mai come allora capace di sfruttare le debolezze dei due poli principali anche in elezioni locali.

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