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anni ottanta

Cosa resta degli anni Ottanta

“Ottanta. Dieci anni che sconvolsero il mondo” (Neri Pozza) di Diego Gabutti letto da Tullio Fazzolari

 

Per provare a sdrammatizzare si potrebbe iniziare ricordando una vecchia canzone che chiedeva “cosa resterà di questi anni Ottanta”. Il problema è che la risposta è molto complessa e, in gran parte, poco rassicurante.

Si esaurisce in quel periodo la certezza di un benessere sempre in crescita e sempre più diffuso in cui ci si era cullati dopo la fine della seconda guerra mondiale. E iniziano a svanire i sogni di totale libertà affiorati con movimenti studenteschi e rivoluzione sessuale.

In sintesi: è stata l’età del brusco risveglio come la definisce con precisione millimetrica Diego Gabutti nel suo libro più recente “Ottanta. Dieci anni che sconvolsero il mondo” (Neri Pozza, 352 pagine, 22 euro).

Considerando il panorama della saggistica pubblicata in passato sull’argomento risulta evidente che il lavoro di Gabutti ha il raro pregio di essere una ricostruzione non soltanto storica ma anche analitica di un’intera epoca ed è in qualche misura già uno sguardo sul presente. Gli eventi che a ritmo incalzante si susseguono negli Ottanta segnano la fine dell’opulenza e di tante speranze e nello stesso tempo sono il presagio di difficoltà e problemi che verranno dopo.

Il decennio inizia con l’attentato a papa Wojtyla e con l’assassinio di John Lennon. Di sicuro due personalità che non avevano nulla in comune ma nonostante tutto erano egualmente due simboli: da un lato il pontefice nemico del totalitarismo dei regimi comunisti, dall’altro l’ex Beatles che più di ogni altro rappresentava la generazione cresciuta negli anni Sessanta.

Seguiranno innumerevoli vicende che Diego Gabutti racconta in maniera esauriente e in alcuni casi svela retroscena poco noti o dimenticati. Per esempio viene ricordato che uno dei momenti di maggiore pericolosità della guerra fredda è avvenuto nel 1983 ed è stato paragonabile alla crisi di Cuba di vent’anni prima.

Ma “Ottanta” ripercorre tutti gli stravolgimenti di quel decennio. Si diffonde l’Aids e ovviamente di libertà sessuale si parla assai meno. L’Unione Sovietica occupa l’Afghanistan e ne esce con una clamorosa sconfitta che fa il paio con quella americana in Vietnam. Nel mondo islamico si affermano le fazioni più radicali.

E una lettura particolarmente attenta meritano i capitoli che il libro di Gabutti dedica alle vicende italiane. Sono gli anni tragici in cui la mafia, ormai dominata dai corleonesi, sceglie la strategia più violenta uccidendo il generale Dalla Chiesa. E la politica italiana inizia quel percorso che pochi anni dopo porterà al declino della Prima Repubblica. Bettino Craxi, primo socialista a diventare capo del governo, non cade solo a causa di Mani pulite ma anche o soprattutto perché inviso agli americani e non soltanto a loro. Nel frattempo, sempre negli anni Ottanta, nasce e si consolida a modo suo l’impero di Silvio Berlusconi. Gli sviluppi si vedranno più tardi.

E a livello internazionale il decennio si conclude con un grande avvenimento: il crollo del muro di Berlino. Leggendo il libro di Gabutti si rivive l’emozione di quella giornata. Ma viene forte la sensazione che sia stata un’opportunità che il mondo non ha saputo cogliere. Restano i sogni svaniti e gli incubi di oggi.

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