Durante la visita storica (perché senza precedenti da parte di un presidente in carica) a un picchetto di scioperanti vicino a Detroit, Joe Biden si è sentito chiedere: “i lavoratori dell’industria automobilistica l’aumento del 40% se lo meritano?” e ha risposto “sì”, senza esitazione.
Non è la prima volta che Biden “a domanda risponde”. Qualcuno forse ricorda ancora la domanda del giornalista George Stephanopoulos al presidente americano poche settimane dopo l’insediamento alla Casa Bianca: “Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un killer?”. Anche in questo caso la risposta di Biden fu un sì, benché all’epoca non solo Putin non avesse ancora invaso l’Ucraina ma, forse, non avesse neppure iniziato ad accumulare truppe al confine. È probabile che il giornalista e il suo augusto intervistato avessero in mente gli omicidi di oppositori in giro per il mondo addebitati, verosimilmente non a torto, alla dirigenza del Cremlino (d’altra parte, nel gioco a rinfacciarsi i rispettivi omicidi politici i russi rispetto agli americani sono per definizione perdenti, per la banale ragione che, fedeli all’estetica del cow-boy, gli americani i loro omicidi, che si tratti di Saddam Hussein piuttosto che di Bin Laden, li rivendicano platealmente mentre i russi, da veri europei eredi di Machiavelli, si muovono nella penombra).
Ma torniamo al picchetto degli scioperanti. Proviamo a immaginare che a qualcuno venga in mente di porre una domanda, simile a quella cui Biden a Detroit ha allegramente risposto sì col megafono, a un primo ministro non dico italiano ma di qualsiasi Paese europeo, ottenendo uguale risposta: l’incauto premier non durerebbe in carica per più di 48 ore.
Questo però significa soltanto che, nel complicato sistema di regole anche non scritte dell’assetto costituzionale americano, andare tanto sopra le righe e ignorare perfino l’etichetta delle relazioni internazionali, è una prerogativa riconosciuta al capo del governo; soprattutto quando è in corsa per un secondo mandato e ha per antagonista un uomo, Donald Trump, ostracizzato dall’establishment Usa (e quindi occidentale). Da questo punto di vista l’Europa è più simile alla Russia che agli Stati Uniti: all’appellativo diffamatorio (tale anche se fondato, come sa chiunque abbia affrontato nella vita un esame di diritto penale, cioè l’80 per cento di noi italiani) Putin aveva reagito con il compassato richiamo dell’ambasciatore.
La vera domanda però è un’altra: quale sarebbe stata la differenza se, anziché rispondere con un monosillabo a una domanda – verosimilmente concordata – dell’interlocutore, Biden avesse di propria iniziativa affermato, in un caso, che “Putin è un killer”, e nell’altro, che “i lavoratori dell’automotive hanno diritto a un aumento del 40%”?
Detto in altri termini: l’evanescenza del contesto prodotta dalla “rivoluzione digitale” e più in generale dalla “corsa per il progresso” (due effetti dell’egemonia americana), fa sì che le domande e le risposte seguano due destini separati? che l’immortale “la sventurata rispose” non significhi più niente perché chi ha udito la risposta può tranquillamente ignorare l’implicita domanda?
Potrebbe essere, a giudicare dal fatto che nella forma “dialogica” in cui sono state rese, dichiarazioni oggettivamente deflagranti di Biden siano state registrate sostanzialmente senza commenti nell’agorà globale, conservando solo la loro funzione specifica: nel primo caso un “avviso” alla leadership russa e anche agli alleati sulle intenzioni egemoniche della nuova amministrazione Usa, nel secondo il tentativo, via picchetto di scioperanti, di riconquistare il voto operaio bianco, dimostrandosi “il presidente più vicino ai sindacati di tutta la storia americana” come stanno scrivendo un po’ tutti, da Axios alla Neue Zürcher Zeitung (che si diverte a parlare addirittura di lotta di classe).
Si può concludere che entrambe le dichiarazioni, pur oggettivamente esplosive, non erano destinate a stimolare un dibattito, e che il sistema dei media si è subito adeguato chiudendo i rubinetti degli editorialisti, corsivisti e compagnia salmodiante. Se Biden avesse usato direttamente la forma affermativa, l’operazione sarebbe stata un po’ meno facile.