Maggiore autonomia per tre regioni del Nord, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna è la richiesta contenuta nelle bozze inviate al Ministero degli Affari Regionali e che oggi dovrebbe approdare al Consiglio dei Ministri.
CHE COSA PREVEDONO I TESTI INVIATI DA LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA ROMAGNA
Si tratta di una serie di prerogative previste dall’articolo 116 della Costituzione che al comma III recita come di seguito: “Alle Regioni ordinarie possono essere attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia nelle materie di competenza concorrente e, fra le materie riservate alla competenza legislativa esclusiva statale, sull’organizzazione della giustizia di pace, sulle norme generali sull’istruzione e sulla tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”.
AUTONOMIA REGIONALE FULCRO PER LA LEGA
La questione dell’autonomia per le Regioni è centrale per la Lega di Salvini, un punto qualificante del suo programma politico. Non è un caso che qualche giorno fa dalla colonne del Corriere della Sera Giancarlo Giorgetti ha dichiarato: “Se non dovesse passare l’Autonomia regionale come la chiediamo noi, e come peraltro è scritto nel contratto, io mi ritirerei dal governo. Restarci non avrebbe senso”.
COME MUGUGNA IL MOVIMENTO 5 STELLE
I 5 Stelle mugugnano. Ad esempio, al Mit Danilo Toninelli non è dell’idea di cedere sovranità sui trasporti, che siano su gomma (le autostrade) o su rotaia (le ferrovie). Altro capitolo complicato è quello della sanità, da sempre questione spinosa nei rapporti tra Roma e gli enti locali: non solo per la delicatezza dell’argomento, ma anche per i vari risvolti che avrebbe sull’attività politica. Il timore tra i Pentastellati è di dover dar torto agli oppositori dell’accordo fortemente voluto dalla Lega. Soprattutto di quelli che già vedono uno squilibrio tra Nord e Sud entro pochi anni.
LA DIREZIONE DI MARCIA LEGHISTA
Il Carroccio, però, punta tutto sulla riforma, senza tentennamenti. “Sui testi delle intese per l’autonomia differenziata è stato raggiunto l’accordo sulla parte finanziaria, si è dunque chiusa l’istruttoria con il Mef in modo positivo”, hanno detto il sottosegretario dell’Economia, Massimo Garavaglia, e il ministro agli Affari regionali, Erika Stefani, entrambi del Carroccio. “L’accordo prevede l’approdo ai costi e fabbisogni standard partendo da una fase iniziale calcolata sul costo storico”, spiegano, sottolineando che “la copertura sarà a saldo zero e le risorse sono garantire tramite la compartecipazione di imposte”.
INDISCREZIONI E SCENARIO
In ambienti del Movimento 5 Stelle le richieste di autonomia delle Regioni non sono viste di buon occhio, tanto è vero che dai ministeri a guida grillini pare che non siano arrivate le osservazioni ai testi che alleghiamo qui di seguito.
IL TESTO INTEGRALE DELLA BOZZA PER L’EMILIA ROMAGNA