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Chi c’era e che cosa si è detto ad Atreju

Cosa ha detto (non solo) Elon Musk alla venticinquesima edizione di Atreju. La nota di Paola Sacchi

In fondo, ha ragione Romano Prodi che replica stizzito dalla convention del Pd di Elly Schlein in contemporanea a Roma: è un “mondo diverso” quello di Atreju. La festa di FdI, la seconda con il suo presidente Giorgia Meloni nell’incarico di premier, è giunta alla venticinquesima edizione. Titolo: “Bentornato orgoglio Italiano”. “Ma l’arrivo alla guida del governo è una tappa: ‘La storia infinita’ del piccolo eroe Atreju prosegue contro il ‘nulla’ del relativismo culturale, della mancanza di valori. La nostra storia è di inclusività, rispetto per l’ecologia, confronto con l’altro, il diverso da noi”, scandisce Fabio Rampelli, cofondatore di FdI, vicepresidente della Camera, inventore con “Giorgia” di Atreju.

La giornata è dominata dall’arrivo di Elon Musk, il patron di Tesla, Space X, del social X, uno degli uomini più potenti del mondo, intervistato da Nicola Porro. Giorgia Meloni applaude in prima fila, con accanto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e tutto lo stato maggiore di Fratelli d’Italia, al governo e al partito con il capo dell’organizzazione, Giovanni Donzelli. Musk giunto nel tendone con il figlio in spalla, riassunto velocemente dalla sottoscritta a un collega arrivato in ritardo, dice soprattutto cose di buon senso, più che cose di destra e subito bollate da alcuni media come “sovran-populiste”. Dice che l’ecologia è un problema fondamentale, ma non si deve affrontarla in modo ideologico, che non rispetta l’umanità, e, quindi, occorre una adeguata transizione; sostiene che l’immigrazione clandestina è un problema ma non perché lui sia contro l’immigrazione in quanto tale, ma perché, dice da imprenditore, occorrono flussi legali di manodopera. Poi, un affondo contro l’ideologia woke, l’estremismo ideologico: che “incita all’odio, al razzismo e non fa divertire: questo dall’America non lo importate”. Riconosce l’esistenza di un problema oggettivo del nostro Paese e non solo: la denatalità. E sorridendo consiglia, ma senza toni bacchettoni e ideologici: “Fate più italiani”.

È il messaggio di uno degli uomini più potenti e futuribili del mondo, simbolo della globalizzazione che però cerca di coniugare con le identità nazionali e culturali. Con il figlio in spalla poi va a visitare, accompagnato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, le meraviglie di Roma. E posta su X l’emozione per “la luce del Caravaggio”.

Il “mondo diverso” dove Schlein, a detta di Prodi – che la incorona come federatrice di un non ben precisato nuovo Ulivo, dove però non si capisce bene il centro chi lo fa -, ha fatto bene a non andare, intanto, è rappresentato non solo dalle sale dei dibattiti. Con dirigenti, militanti, cariche dello Stato: intervistato da Mario Sechi anche il presidente della Camera, il mite e colto quarantenne veneto, leghista, Lorenzo Fontana. E poi c’è il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, che parla del suo libro La versione di Giorgia (Rizzoli) spiegando che Meloni non è mai stata “anti-europeista”, ma crede in una Europa delle origini, e soprattutto “in un’Europa politica che conti di più”.

Ma, dicevamo, dibattiti e non solo. In sala fanno capolino famiglie con bambini, che nell’ultimo weekend prima di Natale hanno scelto i giardini di Castel Sant’Angelo per passeggiare e curiosare nella festa di FdI. I giovani si fanno i selfie di fronte a un piccolo presepe vivente. O bevono sprizt per l’aperitivo in qualche stand. Nell’aria si spandono le note di Mina Se telefonando, di Lucio Battisti, Pino Daniele e “Il Califfo”, Franco Califano.

Oggi arrivano Antonio Tajani, segretario azzurro, vicepremier e ministro degli Esterii, e Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier e ministro di Infrastrutture-Trasporti che ieri pomeriggio al dicastero ha avuto un lungo faccia a faccia con Musk, molto interessato al progetto in dirittura d’arrivo del Ponte sullo Stretto. A Musk ha raccontato dello “scandalo” di aver riunito a Firenze “i più cattivi d’Europa” anche loro contrari alle ideologie del No a tutto sull’ambiente. Le conclusioni alle 12 oggi di Meloni che ha ricevuto la visita del premier inglese Rishi Sunak e di quello albanese, Edi Rama con i quali ha consolidato un asse per il freno all’immigrazione clandestina e il traffico illecito di migranti. C’e anche il leader di Vox, lo spagnolo Santiago Abascal. E subito la sinistra inveisce contro il fascismo. Inveisce nella serata di ieri anche Carlo Calenda, leader di Azione, dopo essere stato invitato, come Matteo Renzi, a Atreju. Ma se la prende con l’ospite più famoso: “Musk, chi cacchio sei?”, esplode il cosiddetto moderato del centrosinistra Calenda. Nei giardino di Castel Sant’Angelo, una militante di FdI, ex destra storica dal Msi a An, si confida con la cronista scherzando: “E dire che momenti ha avuto qui, per la nostra consolidata abitudine all’accoglienza, più applausi Calenda che Giorgio Almirante una volta”. E se ne va sorridendo per i vialetti.

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