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L’intesa sulla Tunisia sarà esportabile in tutta l’Africa?

Il memorandum italo-europeo con la Tunisia potrebbe diventare un modello per la gestione delle migrazioni con i paesi nordafricani. Il taccuino di Guiglia.

Due indizi non fanno ancora la prova che il governo sia sulla buona strada per affrontare con rigore e solidarietà il problema dell’immigrazione.

Ma dopo il terzo viaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Tunisia in poco più di un mese, e le ultime due volte accompagnata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal primo ministro olandese, il pur dimissionario, Mark Rutte, si può almeno dire che il dado è tratto: non spetta più alla sola Italia, ma all’intera Unione europea farsi carico del dramma di chi parte dall’Africa con qualunque mezzo e alla mercè dei criminali del mare nella speranza di un futuro migliore.

Accanto a questo principio finalmente sancito con la solenne e non scontata presenza di von der Leyen e di Rutte, si afferma il criterio che del fenomeno bisogna occuparsi e preoccuparsi prima che i barconi dello sfruttamento e della disperazione salpino strapieni di povera gente, e non già quando essi approdano – sempre che riescano a superare “il cimitero del Mediterraneo”, come l’ha battezzato Papa Francesco – nel continente sognato.

IL DOPPIO SEGNALE POLITICO DELL’ACCORDO

Ecco il doppio segnale politico (la migrazione è una questione europea e la si deve affrontare in Africa) che si può ricavare dal memorandum d’intesa firmato a Cartagine con il presidente Kais Saied. Primo passo per una conferenza internazionale sulla migrazione che si terrà a Roma il 23 luglio. “L’inizio di un percorso”, sottolinea, soddisfatta, la Meloni.

Ora spetterà al presidente della Tunisia, che da almeno un anno, cioè soprattutto da quando in Libia regna il caos istituzionale, è diventata la prima nazione d’imbarco per i migranti anche subsahariani diretti in Italia, dar seguito all’accordo siglato dai quattro. Mille persone sono sbarcate a Lampedusa nella sola giornata di sabato.

IL MEMORANDUM CON LA TUNISIA PUÒ ESSERE UN MODELLO PER IL NORDAFRICA?

Il memorandum prevede una cooperazione in ambito energetico e in particolare migratorio: bloccare le partenze dalla Tunisia in cambio di un aiuto finanziario da parte dell’Ue per far fronte alla grave crisi economico-sociale nel Paese. Un sostegno in aggiunta agli aiuti richiesti da Tunisi anche al Fondo monetario internazionale.

L’obiettivo sarà ora capire se l’intesa italo-europea potrà diventare un modello con i Paesi nordafricani per governare insieme le migrazioni con regole che rispettino i diritti dei governi e, soprattutto, delle persone.

(Pubblicato su L’Arena di Verona e Bresciaoggi)
www.federicoguiglia.com

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