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X Money, con Visa il sogno di Musk di una WeChat occidentale è più vicino?

Visa darà sostanza a X Money, permettendo agli utenti di finanziare il proprio portafoglio su X, collegare le carte per i pagamenti e trasferire denaro sul proprio conto. Ma i progetti di Musk non si fermeranno qui: l'uomo più ricco del mondo intende realizzare una app totalizzante sulla falsariga della cinese WeChat utilizzata anche nei servizi governativi.

C’è un settore oltre a quello dell’intelligenza artificiale in cui il fiuto per gli affari di Elon Musk non è stato abbastanza reattivo da permettergli di capire il filone aureo che si trovava ai suoi piedi: quello dei pagamenti digitali. E proprio come nel comparto Ai l’ex startupper lavora da tempo per rimediare. L’annuncio di aver siglato una partnership, in qualità di owner di X (ex Twitter) con Visa per offrire soluzioni di pagamento diretto ai propri utenti va proprio in tal senso. Per comprendere bene ciò che succede e, soprattutto, ciò che succederà, occorre però riavvolgere il film di qualche frame.

ANCHE MUSK SBAGLIA

La storia di Musk che figurava tra i primi investitori di OpenAi salvo poi abbandonarla nel 2018, a ridosso dell’esplosione del fenomeno hi-tech e finanziario del momento, è nota a tutti. Com’è altrettanto noto il fatto che l’uomo più ricco del mondo abbia in tutta fretta smosso mari e monti per finanziare e far finanziare la propria realtà sull’Ai nota come xAi (responsabile del Grok che anima le conversazioni su X) nel tentativo di ridurre il gap con la rivale dell’odiato (parola di Donald Trump) Sam Altman.

COSA FACEVA LA VERA X.COM

Probabilmente meno persone sanno che nel campo dei pagamenti online, una decina di anni prima, Elon Musk era già alle prese con X.com, piattaforma per servizi finanziari online che un anno dopo veniva fusa con Confinity, startup specializzata in pagamenti digitali fondata da Max Levchin, Peter Thiel e altri, dando vita a PayPal. Nel giro di qualche mese il board si allea contro Musk per via della sua difficile personalità poco incline al dialogo e l’imprenditore viene defenestrato, sostituito come Ceo da Thiel.

COSA FARA’ X CON VISA

Prima di tornare all’oggi e alla notizia della partnership tra X e Visa, un ultimo salto temporale. Alla fine dell’ottobre del 2022, quando Musk completò l’operazione di acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari, la prima cosa che fece fu quella di chiamare il social X.com, proprio come la sua vecchia fintech.

 

E iniziò a riferirsi al vecchio Twitter non come un social bensì come una “piattaforma per tutto“. Non è un caso che, proprio di recente, l’attuale Ceo di X, Linda Yaccarino, abbia anticipato anche l’esistenza di una X Tv che pare avere tutta l’intenzione di mettersi in scia a Netflix e Prime Video.

COPIARE CHI COPIA

Il modello che Musk ha in mente è la realizzazione di una WeChat occidentale, l’app che in Cina è diventata così pervasiva nella vita di miliardi di persone da essere strettamente connessa alle funzioni online governative (nella pandemia veniva sfruttata persino per tenere traccia degli spostamenti degli iscritti).

Questa app totalizzante alla base delle fortune di Tencent era nata come emulo asiatico di WhatsApp ma oggi, oltre all’anima social che permane (è di fatto la sola piazza online tollerata dal partito al potere) permette di fare davvero di tutto.

Ed è sfruttata come digital wallet vero e proprio: la si collega a una carta di credito per poi scansionare i QR code di negozianti e professionisti per effettuare la transazione, senza nemmeno la necessità di avere con sé la carta fisica. Il governo ha di fatto imposto a ogni settore economico di aderire a WeChat, quindi è usata persino tra i privati, per esempio per pagare gli affitti.

UNA SOLA APP, TANTE FUNZIONI

Musk non è il primo imprenditore occidentale ad aver avuto l’intuizione di declinare la propria app in una pluralità di servizi: da Google (già presente nel campo fintech) ad Amazon sono numerosi gli attori che oggi non vendono più un’unica cosa, quella per la quale hanno avuto fortuna.

Ma l’imprenditore sudafricano vorrebbe mettere assieme un emulo di WeChat in scala 1:1, magari anche strettamente connesso con la pubblica amministrazione (ora che siede al Doge ha le entrature adatte) per diventare la porta di ingresso digitale dei servizi federali, statali o comunali.

CON VISA X DEBUTTA TRA LE FINTECH

Per il momento, si procede col fintech: Visa sarà il primo circuito di carte di credito a dare fiducia e sostanza a X Money, permettendo agli utenti di mettere i soldi nel proprio portafoglio X, collegare le carte di debito per pagamenti peer-to-peer e trasferire fondi direttamente al conto bancario. X ha ottenuto licenze per il trasferimento di denaro in oltre 40 Stati americani, condizione essenziale per il lancio del servizio che dovrebbe avvenire per step per poi diventare globale.

UNA APP ANTI-WECHAT

Primo step, soprattutto, per diventare quella scopiazzatura occidentale che tormenta i sonni e i progetti di Musk da parecchio. In Cina imporsi come unico player è relativamente più facile, dal momento che a dare le carte è il governo che ha forti ingerenze in ogni impresa privata. Negli Usa data la presenza di un maggior numero di attori sul proscenio potrebbe essere più difficile, ma grazie al doppio ruolo del patron di X, ora sono le Big Tech ad avere ingerenze nel governo, perciò il progetto di Musk benché ambizioso potrebbe finalmente essere alla sua portata.

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